Super Mario Bros. Wonder | Recensione - Una vera meraviglia
Super Mario Bros. Wonder, grazie a una serie di intuizioni geniali e un'estrema cura dei dettagli, entra di diritto sul podio dei migliori platform.
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a cura di Andrea Maiellano
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Super Mario Bros. Wonder è, a tutti gli effetti, quel quinto capitolo che non vide mai la luce negli anni 90, soppiantato prima dall’avvento delle tre dimensioni e, in seguito, dalla volontà di Nintendo di trovare una nuova dimensione per la serie di titoli in 2D dedicata a Mario.
I vari “New” Super Mario Bros., difatti, non hanno mai voluto essere dei seguiti canonici di quella, oramai storica, quadrilogia che vide la luce fra il 1985 e il 1990, quanto più una variante per le nuove generazioni, pensata per preservare quella tipologia di produzioni che sembrava destinata a essere dimenticata dopo l’avvento di Super Mario 64 e di tutto quello che ne conseguì.
Super Mario Bros. Wonder, invece, reincarna perfettamente lo spirito di quelle produzioni della seconda metà degli anni 80. Lo fa attraverso un comparto artistico inedito e unico, capace di far riconoscere immediatamente di quale produzione si stia parlando; lo fa introducendo una serie di novità nel gameplay, capaci di stravolgere, per certi versi, quella concezione di Mario bidimensionale a cui per anni siamo stati abituati; lo fa con i nuovi Power-Up, che finalmente tornano a impattare prepotentemente le dinamiche di gioco e a essere un tratto distintivo di un capitolo di Mario in due dimensioni.
In poche parole, Super Mario Bros. Wonder presenta tutti quegli aspetti che identificavano, circa, quarant’anni fa, un nuovo capitolo di Mario, sfruttandoli a dovere per far capire, fin dai primi istanti di gioco, che quella che si vivrà, sarà un’avventura diversa dalle precedenti e, per certi versi, unica.
Benvenuti nel Regno Dei Fiori
Super Mario Bros. Wonder comincia con Mario che, assieme a tutti i suoi amici, si reca in visita nel Regno Dei Fiori, una terra poco distante dal Regno Dei Funghi e nella quale governa il Principe Florian.
Nel mentre che quest’ultimo è in procinto di dare un caloroso benvenuto ai suoi “vicini di regno”, arriva l’onnipresente Bowser, il quale tocca uno dei fiori Meraviglia presenti nel regno e si fonde con il castello del Principe Florian, ottenendo un potere fuori misura in grado di permettergli di distorcere persino la realtà.
In pochi istanti, Bowser, stravolge l’armonia del Regno Dei Fiori e, sotto forma di castello, staziona nello spazio aereo del Regno dichiarando di essere in procinto di realizzare la sua “personale meraviglia”.
Ovviamente spetterà a Mario e soci, accompagnati dal Principe Florian, fermare l’ingombrante minaccia, girovagando, in lungo e in largo, per il Regno Dei Fiori alla ricerca dei Semi Meraviglia e, soprattutto, dei Semi Supremi, i quali risulteranno indispensabili per poter abbattere le difese del Bowser-Castello.
L'avere un regno totalmente inedito a disposizione, ha permesso agli sviluppatori di Super Mario Bros. Wonder di creare una serie di nuovi nemici, aree e situazioni al limite del delirante, proprio in virtù della possibilità di sperimentare in un terreno nuovo, non vincolato da tutte quelle regole di canone estetico che, orami, contraddistinguono da troppi anni il Regno Dei Funghi.
È la prima volta dopo tanti, forse troppi, anni che in un capitolo bidimensionale dedicato a Mario ci troviamo di fronte a così tanti nuovi avversari e a una varietà di situazioni così diverse fra loro.
Ogni stage che compone Super Mario Bros. Wonder, è un concentrato di idee tanto folli quanto perfettamente coerenti con il mood del titolo, le quali, come da tradizione, poggiano su delle fondamenta di level design, incredibilmente curate sotto ogni aspetto.
Il pregio più grande dell’ultima produzione di Nintendo, è proprio quel riuscire a diradare quella costante sensazione di “già visto” che, negli ultimi anni, aveva ammantato oltremodo i capitoli in due dimensioni dedicati a Mario.
La sensazione, e non smetteremo mai di ripeterlo, è la stessa che si percepiva a ogni uscita di un nuovo gioco di Mario negli anni 80 e 90, quando fra una Tanooki Suit, una diversa direzione artistica e una pletora di idee sempre nuove, ogni capitolo riusciva a rompere con quello precedente, offrendo una reale continuità esclusivamente attraverso il gameplay.
Ovvio che chi conosce a menadito ogni capitolo della serie, troverà in Super Mario Bros. Wonder tutta una serie di citazioni al passato, che siano esse nella planimetria di una porzione di un livello o in un richiamo prettamente artistico, ma in linea di massima, ogni stage riesce a risultare diverso da quello precedente, ricco di ottime intuizioni e in grado di rappresentare una tessera di un mosaico che compone uno dei migliori platform bidimensionali, dai tempi di Rayman Legends.
Parte di questo risultato è dovuto dai Fiori Meraviglia, delle peculiari piante che, non appena verranno toccate, stravolgeranno completamente i livelli in maniere sempre diverse e originali.
Per farvi qualche esempio: un livello verticale basato sullo scalare una montagna, piattaforma dopo piattaforma, potrebbe trasformarsi in uno stage dalla visuale isometrica, dove lo sfondo diventa una superficie calpestabile; un’altra situazione potrebbe trasformare tutti i nemici presenti in un livello in cantanti professionisti, i quali metteranno in scena un musical in cui tutti gli elementi a schermo si muoveranno a tempo di musica; un altro ancora potrebbe vedere il mare diventare cielo e quest’ultimo diventare acqua, stravolgendo completamente la concezione che avevamo di quel livello fino a quel momento.
I Fiori Meraviglia saranno presenti in, quasi, tutti gli stage presenti in Super Mario Bros. Wonder e il loro effetto terminerà, esclusivamente, quando si reperirà il Seme Meraviglia nascosto nelle loro porzioni di livello.
Non sono solo, però, la varietà degli stage, e il delirio generato dai Fiori Meraviglia, a rendere così speciale Super Mario Bros. Wonder ma anche un bilanciamento certosino dell’esperienza di gioco, il quale presenta una curva della difficoltà capace di garantire una sfida appagante fin dalle prime fasi di gioco, oltre che una pletora di situazioni diverse e una moltitudine di segreti da scovare.
I vari mondi di gioco si rivelano meno lineari rispetto al passato, presentando stage opzionali di difficoltà variabile, sentieri nascosti, scorciatoie e, soprattutto, la possibilità di gestire la progressione in maniera, più o meno, libera.
Basterà, difatti, ottenere un numero sufficiente di Semi Meraviglia per poter oltrepassare alcune porzioni della mappa, altrimenti inaccessibili, e proseguire con l’avventura principale, lasciando completamente nelle mani del giocatore, la decisione di quali stage affrontare per raccogliere il numero di semi necessari per continuare.
I completisti, invece, potranno esplorare in lungo e in largo ogni singolo livello, e ogni singola mappa del mondo di gioco, cercando di raccogliere tutti i Semi Meraviglia, ottenere le tre Monete Viola giganti presenti in ogni livello e, ovviamente, raggiungere la Formaggetta di ognuna delle aste per le bandiere, presenti in Super Mario Bros. Wonder.
Non vi anticipiamo nulla in merito a cosa vi aspetterà quando otterrete ogni singolo collezionabile presente in Super Mario Bros. Wonder ma siamo certi che i conoscitori di Mario la fuori, sapranno già che la parola “Fine” non arriva mai troppo facilmente in un gioco dedicato all’idraulico più famoso del Mondo.
Per quanto riguarda la varietà di cui vi parlavamo poc’anzi, oltre agli stage più “canonici”, saranno presenti livelli a tempo, sfide dedicate all’utilizzo di una specifica abilità, stage dove si potranno sfruttare gli altri giocatori per riuscire a raccogliere, più facilmente, tutti i collezionabili presenti al loro interno e tutta una serie di brevi esperienze, sempre diverse fra loro, che si prodigheranno, assieme a tutto il resto, nel rendere costantemente varia l’esperienza offerta dal gioco.
Il pregio più grande di Super Mario Bros. Wonder, però, è il suo saper essere equilibrato. Gli sviluppatori, proprio in virtù del poter fare quello che volevano, sono stati capaci di non strafare, riuscendo sempre a garantire un’esperienza bilanciata e coerente.
L’esercito del Regno Dei Funghi
Super Mario Bros. Wonder, mette a disposizione del giocatore ben dodici personaggi differenti (Mario, Luigi, Daisy, Peach, due Toad, Toadette, quattro Yoshi e Ruboniglio), i quali, oltre a definire i differenti livelli di difficoltà del titolo, differiscono fra di loro esclusivamente per quanto concerne l'estetica.
Ognuno dei dodici protagonisti, difatti, si muoverà nella medesima maniera e le uniche differenze saranno che gli Yoshi potranno saltare più a lungo, e non subire danni dai nemici, e che Ruboniglio sarà letteralmente invulnerabile.
Questi ultimi, in virtù del loro esser capaci di semplificare l’esperienza ai giocatori meno ferrati in materia di platform bidimensionali, non potranno, però, sfruttare i benefici dei Power-Up, limitandosi a essere dei personaggi, semplicemente, immortali.
Volendo muovere una piccola critica a Super Mario Bros. Wonder, potremmo puntare il dito proprio sull'aver eliminato quella differenziazione che, da sempre, caratterizza la scelta di Luigi, rispetto a Mario, o di Toad rispetto a Peach.
Per quanto sia ovvio che questa scelta è stata dettata dall’introduzione delle spille, il fatto che l'utilizzo di queste ultime sia totalmente opzionale, avrebbe comunque permesso un bilanciamento migliore fra spille e caratterizzazione dei vari personaggi, rispetto allo scegliere, lapidariamente, di sfruttare uno solo di questi due aspetti.
Una spilla a te, un Power-Up a me
La novità più grande introdotta da Super Mario Bros. Wonder, sono le spille che il Principe Florian, perennemente a bordo del personaggio che si sceglierà, potrà indossare, permettendo al giocatore di ottenere una fra le 24 abilità, attive o passive, garantite proprio dalle spille.
Queste ultime garantiranno gli effetti più disparati, quali planare con il cappello di Mario, salvarsi dalla prima caduta in un dirupo, scattare sott’acqua, far comparire blocchi, altrimenti invisibili, all’interno di un livello e così via.
Saper sfruttare a dovere ogni spilla, non permetterà solamente di semplificarsi la vita all’interno di un determinato livello ma, soprattutto, garantirà la possibilità di ottenere alcuni collezionabili, altrimenti irreperibili.
Una meccanica indubbiamente interessante e che gli sviluppatori hanno saputo sfruttare a dovere per garantire un’elevata rigiocabilità degli stage (per cercare di comprendere come sfruttare le varie abilità per reperire tutti i segreti di un livello) e offrire ai giocatori una varietà di approcci davvero elevata.
Tutte le spille presenti in Super Mario Bros. Wonder, potranno essere acquistate dai mercanti sparsi per il Regno Dei Fiori, reperite all’interno di livelli dedicati o ottenute semplicemente entrando in una delle numerose abitazioni dedicate, sparpagliate nella World Map.
Come accennavamo poc’anzi, l’aspetto più interessante delle Spille è il loro essere totalmente opzionali, mostrando, ancora una volta, la cura con la quale è stato realizzato il level design di Super Mario Bros. Wonder, il quale si dimostra perfettamente godibile sia per quei giocatori che vorranno fruire l’intera avventura senza sfruttare alcun abilità aggiuntiva, sia per chi deciderà di affidarsi alle spille per sperimentare diversi stili di gioco.
Per quanto riguarda i Power-Up, invece, Super Mario Bros. Wonder ritorna a quel “Less Is More” che caratterizzò i primi episodi della serie. Sono pochi i nuovi potenziamenti introdotti con questo nuovo capitolo, così come molti dei precedenti non sono presenti in questo episodio, ma si rivelano tutti impattanti in termini di gameplay.
Il Mario Elefante visto in lungo e in largo durante gli scorsi mesi, può distruggere blocchi, e strutture pesanti, raccogliere acqua all’interno della sua proboscide per interagire con l’ambiente circostante e annientare ogni nemico con un colpo dato proprio con quest’ultima; Mario Bolla, invece, può scagliare bolle di sapone da sfruttare come delle piattaforme mobili temporanee, inglobare i nemici al loro interno o interagire, proprio tramite suddette bolle, con tutti gli elementi a schermo che si troveranno dietro a una parete, apparentemente, inviolabile; Mario Trivella, infine, oltre a spaccare ogni sorta di blocco, di qualsivoglia dimensione, presente in un livello, potrà anche nascondersi nel sottosuolo, o sul soffitto, per percorrere intere porzioni di livello, alla ricerca dei segreti nascosti al loro interno.
Se tutto questo non bastasse, Super Mario Bros. Wonder, introduce quello che per noi è alla pari di un “Power-Up”, ovvero la possibilità dei personaggi di interagire con l’ambiente circostante in determinate occasioni.
Sappiamo benissimo che non si tratta di un potenziamento canonico ma poter spingere tubi e piattaforme per risolvere dei semplici puzzle ambientali o per raggiungere oggetti altrimenti inaccessibili, è un’aggiunta tanto semplice quanto funzionale per aumentare, ulteriormente, la varietà di un gameplay oramai arcinoto ai fan della serie.
Per quanto riguarda i potenziamenti visti nei capitoli precedenti, invece, non vi anticiperemo nulla poiché, anche in questo caso, gli sviluppatori sono stati bravi nel gestire sapientemente i vari elementi che hanno rappresentato la storia videoludica di Mario, foraggiando costantemente il giocatore con soluzioni vecchie e nuove.
Insieme è meglio
Super Mario Bros. Wonder è un’esperienza godibilissima in single player ma, con nostra gran sorpresa, regala un’esperienza meravigliosa anche in multiplayer, distaccandosi da quell’aura da party game, che ha sempre contraddistinto la serie “New”, e trasformandosi in un multiplayer cooperativo online, capace di semplificare alcuni fra gli stage più complessi e offrire un’esperienza asincrona davvero interessante.
Abilitando il gioco online, attraverso dei chioschetti sparai per tutta la World Map, si potrà vedere, in tempo reale, cosa stanno facendo gli altri giocatori. Le ombre di questi ultimi, difatti, percorreranno gli stage, e la World Map, in maniera totalmente indipendente, diventando corporei esclusivamente quando si perderà una vita all’interno di un livello.
In quel preciso momento, difatti, si potrà controllare il fantasma del personaggio che si starà utilizzando, per cercare di toccare un altro giocatore, o una delle sagome posizionate in giro per i livelli, per tornare immediatamente in vita e non dover ricominciare dall’ultimo checkpoint.
Una meccanica che, apparentemente, potrebbe sembrare votata a un’accessibilità eccessiva degli stage più complessi ma che, in realtà, Nintendo ha saputo bilanciare molto bene, lavorando di fino sul level design e rendendo le sfide più ostiche meno “aggirabili” da queste due meccaniche.
Per quanto riguarda le sagome di cui vi accennavamo poc’anzi, queste ultime possono essere posizionate in ogni parte del livello, semplicemente premendo X mentre si è abbassati, e fungeranno come “punto di rinascita” sfruttabile da tutti i giocatori che saranno connessi sullo stesso server.
Ognuna di queste sagome mostrerà il nome utente, associato al Nintendo ID, e un valore numerico che indicherà quanto è stato utile agli altri giocatori, attraverso le sagome che avrà rilasciato in giro per i livelli.
Le sagome, infine, rappresentano uno dei collezionabili di Super Mario Bros. Wonder e potranno essere acquistate, attraverso un sistema casuale simile ai gatcha, dai vari mercanti sparsi per il Regno Dei Fiori.
Per quanto riguarda, infine, la cooperativa in locale, Super Mario Bros. Wonder si comporta in maniera differente rispetto ai precedenti episodi della serie che permettevano a più giocatori di affrontare l’avventura assieme.
Come da tradizione si potrà giocare fino a un massimo di 4 giocatori in simultanea ma, a differenza dei precedenti capitoli, in Super Mario Bros. Wonder i vari giocatori potranno spostarsi nei vari stage senza scontrarsi fra loro ma interagendo "fisicamente”, primariamente quando sarà necessario resuscitare il fantasma di un giocatore passato a miglior vita.
Sarà possibile, inoltre, cavalcare lo Yoshi impersonato da uno dei giocatori, per sfruttare i vari bonus a esso associati. In linea di massima, però, Super Mario Bros. Wonder presenta una natura maggiormente cooperativa sotto tutti gli aspetti legati al multiplayer, la quale, unita a un sapiente utilizzo delle spille, apre a delle interessanti, quanto molto semplici, parentesi strategiche fra i vari giocatori.
Artisticamente Pachidermico
Takashi Tezuka, il producer di Super Mario Bros. Wonder, ha a più riprese ammesso che Nintendo ha investito molto per avvicinare il nuovo capitolo di Mario, al canone estetico realizzato da Illumination con il film dedicato all’idraulico più famoso del mondo videoludico.
Una dichiarazione che in parte ci ha lasciato con un pizzico di amaro in bocca, visto che, come accenavamo in apertura, speravamo che il rinnovato comparto artistico fosse figlio di una volontà di ritornare ai fasti di un tempo, dove ogni capitolo presentava uno stile grafico che permetteva di riconoscere immediatamente di che capitolo si trattasse.
Questo, però, non cambia il fatto che Super Mario Bros. Wonder sia uno dei capitoli artisticamente più ispirati della serie, con una serie di accortezze tali da far emergere, maggiormente, le poche sbavature presenti.
Partendo dalle animazioni dei personaggi, non si può che elogiare la cura con cui tutto si muove all’interno di Super Mario Bros. Wonder. Da Mario che esce dai tubi in maniera guardinga, passando per Mario Elefante che fatica a entrare porprio nei tubi, fino a tutte le iterazioni che i vari personaggi hanno con gli elementi che si muovono negli ambienti di gioco, ogni aspetto di Super Mario Bros. Wonder è curato oltre misura, mostrando quanta passione è stata infusa in questo nuovo capitolo.
Per quanto riguarda il Regno Dei Fiori, il discorso è analogo. Cominciando proprio dai fiori che, con un tono di voce maturo, commentano costantemente le azioni del giocatore in maniera banale, ovvia e dannatamente divertente, al punto da sembrare usciti da una fiaba di Lewis Carroll per via della loro caratterizzazione sopra le righe.
Laddove le ambientazioni, invece, non risultano sempre ispiratissime, ci pensano i Fiori Meraviglia a compensare questo deficit, riuscendo a trasformare anche il più basico dei livelli in un agglomerato di colori psichedelici ed elementi deformati.
L’aspetto peggiore delle varie ambientazioni che compongono il Regno Dei Fiori, invece, risiede nell’aspetto “plasticoso” di alcuni degli elementi che li compongono, i quali, a causa di una rifrazione delle superfici poco convincente, non riescono sempre a restituire quella sensazione di “realistico”, risultando tecnicamente più arretrati rispetto al resto delle ambientazioni.
Un altro aspetto che non abbiamo apprezzato, è la poca varietà, in termini puramente artistici, dei Boss presenti nel gioco. Non vi faremo anticipazioni di sorta ma ci limiteremo con il dire che avremmo preferito una maggiore differenziazione, non tanto delle situazioni proposte ma proprio per quanto riguarda la scelta di questi antagonisti.
Di indubbia qualità, invece, il comparto audio che, al netto di alcuni brani meno ispirati rispetto alle opere del passato, presenta una cura nella gestione dei suoni da primo della classe.
Un esempio fra tutti? Quando ci si trasforma in Mario Elefante la musica, pur non cambiando, si altera leggermente nelle sonorità, come se le fattezze, più goffe e pesanti, del protagonista, avessero un qualche effetto collaterale anche sul comparto audio del gioco.
Per quanto riguarda, infine, le performance, Super Mario Bros. Wonder presenta un frame rate graniticamente ancorato a 60fps, con la canonica risoluzione a 720p in handheld e a 1080p con la console inserita nel dock.
Non abbiamo riscontrato incertezze di sorta durante le nostre partite offline ma abbiamo potuto notare qualche sporadico stutter, durante le esplorazioni della world map quando giocavamo online.
Voto Recensione di Super Mario Bros. Wonder - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Level design da primo della classe
-
Artisticamente è una fucina di idee brillanti
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Le molteplici aggiunte allo storico gameplay, garantiscono numerosi approcci differenti
Contro
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I boss sono poco vari
-
Alcune sbavature tecniche