Suikoden I&II HD Remaster, il ritorno di due classici | Recensione
La nostra recensione di Suikoden I&II HD Remaster, il ritorno dei due capisaldi indimenticabili della serie JRPG di Konami.
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a cura di Marco Patrizi
Editor
-
Pro
- Due gemme importanti della storia dei JRPG
- Restyling grafico ben fatto e rispettoso
- Diverse opzioni gradite
-
Contro
- Qualche contenuto in più non avrebbe guastato
Il verdetto di Tom's Hardware
Se chiedete a un qualsiasi appassionato di JRPG attivo già negli anni ’90 (o quantomeno dedito al ripescaggio di retrogame) quali sono state le pietre miliari dell’epoca PlayStation, magari escludendo gli scontati titoli di Squaresoft, è quasi certo che vi nominerà almeno un Suikoden. La saga di Konami è stata infatti per parecchio tempo uno dei capisaldi del genere, almeno fino al suo deterioramento dal quinto capitolo in poi.
La situazione di Konami è ormai tristemente nota da anni: una software house con un glorioso passato e con in mano dei franchise memorabili, ma che ha compiuto scelte parecchio discutibili e che, fino a poco tempo fa, sembrava essersi praticamente disinteressata a impegnarsi nel mercato, fatta eccezione per poche eccezioni (vedi PES/eFootball ecc.)
Da qualche tempo, però, sembra che la società stia riscoprendo il potenziale delle proprie IP. L’abbiamo vista passare dalle varie Collection di Castlevania, Contra e Arcade, alle serie di Castlevania su Netflix, fino a remake veri e propri: Silent Hill 2, rivelatosi un successo, e Metal Gear Solid 3, su cui per ora possiamo solo incrociare le dita.
A voler essere ottimisti, sembra che le timide operazioni nostalgia stiano preludendo a un coinvolgimento gradualmente sempre più impegnato, almeno sul terreno sicuro di questi franchise storici.
Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars si inserisce esattamente in questo nuovo slancio di Konami, che vuole farci riscoprire una delle sue serie più valide partendo direttamente dalle sue radici. Non siamo però di fronte a un’altra Collection come quelle viste in passato, che al netto di aggiustamenti e feature varie sono sostanzialmente dei porting. Come da titolo, si tratta di una remaster vera e propria in cui abbiamo trovato una discreta dose di lavoro e impegno per tirare a lucido queste perle del passato.
Il margine d'acqua
Giusto qualche nozione generica nel caso non conosciate Suikoden. La serie è ambientata in un mondo fantasy d’interpretazione tipicamente giapponese, dove elementi occidentali e orientali si mischiano e si compenetrano. Corpulenti cavalieri in armatura e alabarda condividono la scena con sacerdotesse, guerrieri armati di katana e umanoidi animaleschi.
I capitoli principali sono ambientati nello stesso mondo, ma costituiscono storie slegate e indipendenti, e alcuni personaggi ogni tanto fanno il loro ritorno in più di un gioco. Per dire, Suikoden II è ambientato tre anni dopo il primo, ma ha un diverso protagonista e racconta un’altra storia. Ritrovare certi personaggi in una nuova avventura regala un innegabile piacere e contribuisce a costruire una lore stratificata, ma allo stesso tempo chi si è perso qualche capitolo non si trova spaesato.
Senza entrare troppo nei particolari delle rispettive vicende, le storie della serie coinvolgono solitamente situazioni di guerra, egemonie tiranniche che opprimono i più deboli, tradimenti e inganni sia politici che personali. Temi di potere, umanità e fratellanza sicuramente validi e non scontati.
In entrambi i giochi vi ritroverete a dover contrastare una potenza molto più grande di voi e dovrete dunque creare una resistenza. Non un gruppetto di pochi eroi, ma una vera e propria armata organizzata. I personaggi disponibili per essere trovati e arruolati sono ben 108 (le cosiddette Stelle del Destino) e alcuni di essi porteranno con sé risorse, mercanzia e NPC che incrementeranno il vostro esercito. Le vostre forze saranno organizzate in un quartier generale che si popolerà sempre di più.
Logicamente questa grande quantità di personaggi impedisce che siano tutti ben caratterizzati e approfonditi, ma c’è un piacere unico e particolare in questa dinamica di costruire un esercito personale andando in giro per il mondo, risolvendo problemi ed enigmi e ottenere così il supporto di decine di personaggi diversi. Spesso i protagonisti di un JRPG sono pochi ribelli per lo più in fuga, in Suikoden invece avete a disposizione una roccaforte da accrescere, personalizzare e difendere.
I combattimenti normali sono molto classici e prevedono un massimo di sei personaggi disposti in due file, da organizzare idealmente con guerrieri da mischia davanti e incantatori e arcieri nelle retrovie. Ogni tanto, tuttavia, la storia ci porterà a veri e proprio scontri campali tra eserciti.
Nuove guerre
Come anticipato, Konami ha voluto presentare questi due classici con una veste grafica rinnovata. Un lavoro evidentemente non facile, considerando che dal suo annuncio durante il Tokyo Game Show 2022 per l’anno seguente, il titolo ha avuto bisogno di un rinvio della data di uscita.
Abituato a operazioni di revival simili (come Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition) non mi aspettavo granché dall’aspetto grafico; ero già preparato a filmati e sfondi stretchati. Sono quindi rimasto colpito vedendo i filmati iniziali adattarsi più che dignitosamente alla risoluzione del mio TV (anche se, va detto, i filmati di Suikoden sono sostanzialmente sequenze di artwork statici accavallati a modesti ambienti 3D, ben lontani dai FMV Squaresoft).
Tutti gli sfondi sono stati ridisegnati in HD e mostrano un buon livello di dettaglio che regala un nuovo fascino difficilmente ignorabile. Sono inoltre stati aggiunti effetti di luci e ombre, suoni ambientali, nonché dei discreti effetti speciali nelle battaglie.
I personaggi invece sono stati mantenuti in pixel art, e onestamente non posso che approvare questa scelta che mantiene il giusto fascino rétro e, soprattutto, evita scempi tipo gli sprite HD della versione Steam/mobile dei Final Fantasy bidimensionali, prima che arrivassero le Pixel Remaster a correggere il tiro.
Gli avatar dei personaggi nelle finestre di dialogo sono stati sostituiti da deliziose nuove versioni HD disegnate da Junko Kawano, character designer (ma anche game designer) dell’originale Suikoden. E parlando di finestre, anche la UI è stata visitata e ottimizzata a standard più moderni, aggiungendo anche le tipiche indicazioni di cambio equipaggiamento.
Considerando la difficoltà del compito, devo dire che il risultato finale di questo restyling visivo è convincente. L’aspetto grafico è piacevole allo sguardo, moderno quel tanto che basta per non dare fastidio o creare contrasti strani, ma senza mai snaturare il mood di classici usciti circa 30 anni fa.
Rinforzi in campo
Ora, possiamo professarci retrogamer quanto ci pare, ma sarebbe da ipocriti non aspettarsi delle feature che rendano l’esperienza di gioco meno rigida e più scorrevole.
Il team di sviluppo ha introdotto diverse opzioni. In primis l’opzione “Auto” per le battaglie che fa attaccare fisicamente tutti i personaggi in modo automatico senza dover impartire i comandi manualmente. C’è poi l’opzione per velocizzare le battaglie che si combina perfettamente per rendere i combattimenti casuali molto più rapidi.
Probabilmente l’unica cosa che mi ha effettivamente deluso è che non si è approfittato di questa occasione per rendere la gestione di oggetti ed equipaggiamenti meno macchinosa, soprattutto per il primo Suikoden.
Sono state aggiunte diverse altre funzioni, come l’auto-save appena si arriva in un ambiente in cui è disponibile un punto di salvataggio, delle mini mappe, un Log di dialoghi che è possibile consultare per rileggere le conversazioni passate, e (scaricando l’aggiornamento disponibile al lancio) la possibilità di togliere il timer negli eventi con un tempo limite in Suikoden II.
Per chiudere il pacchetto, è stata inserita una galleria che contiene le colonne sonore, i vari filmati, eventi e finali di entrambi i giochi. Peccato solo non aver trovato anche una galleria degli artwork.
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