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Streets of Rage 4 | Recensione, un ritorno in grande stile

Streets of Rage 4 è il nuovo capitolo della famosa serie di picchiaduro a scorrimento di Sega. L'ultimo capitolo risaliva al 1994.

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a cura di Luca Salerno

Come nel caso di
Streets of Rage 4, non capita tutti i giorni di vedere il seguito di una famosa serie arrivare a ventisei anni di distanza dall’ultimo capitolo. Il terzo titolo della saga di picchiaduro a scorrimento, infatti, risale al 1994, anche se nell'immaginario dei fan e degli appassionati c'è un capitolo in particolare che è rimasto nel cuore
.

Streets of Rage 2, il titolo più famoso della serie, rappresentò un remake del primo capitolo e il terzo gioco non solo non fu all’altezza del predecessore ma, sotto molti aspetti, rappresentò anche un passo indietro. Non è un caso, dunque, se questo Streets of Rage 4 quando si rifà ad episodi precedenti, lo fa chiamando in causa il secondo e indimenticato capitolo.

Go Straight

Nei primi minuti di gioco Streets of Rage 4 ci ha fatto ricordare quanto fosse immediato un genere come quello dei picchiaduro a scorrimento. D’altronde la formula dai tempi di Double Dragon non è poi così cambiata. Picchiate i nemici raccogliendo il cibo (obbligatoriamente mela o pollo) o le armi (dai tubi sino alle katane passando per i taser), proseguite dritto fino all’ondata successiva di avversari, fate fuori un altro gruppo e così via fino al boss di fine livello: questo è l’ABC di qualsiasi picchiaduro a scorrimento. Niente tutorial, niente abilità, niente punti esperienza. E per una volta, tiriamo un sospiro di sollievo.

Linearità non significa necessariamente semplicità. Il cast di protagonisti, formato dalla vecchia guardia e da un paio di new entry, ha a disposizione il set di mosse tipico della serie: colpo standard, salto, presa e un attacco potente che consuma energia. La novità principale risiede in un colpo speciale che è possibile compiere consumando punti bonus che si troveranno in giro per i livelli. Al di là delle poche, grandi novità, il valore del gameplay di Streets of Rage 4, però, sta nei dettagli.

I principali cambiamenti del gameplay sono infatti all’apparenza quasi invisibili. Dopo un po’ rispetto all'inizio del gioco si scopre che i nemici possono rimbalzare sui bordi dello schermo ed essere colpiti in aria, le armi, quando lanciate, possono essere raccolte al volo anche dopo aver rimbalzato, alcuni boss hanno inoltre delle finestre di invulnerabilità prima dell’esecuzione di alcuni attacchi speciali. In questo modo Dotemu è riuscita a replicare il guscio di un gameplay anni ‘90 e allo stesso tempo infondere un’anima moderna e cosciente dell’evoluzione dei titoli di combattimento quando a dominare non erano più i picchiaduro a scorrimento ma quelli a incontri.

I team di sviluppo sono così riusciti a bilanciare, equilibrando sui due piatti della bilancia, l’anima della serie originale da una parte e le proprie aspirazioni dall'altra. Pur restando fedele ai canoni della serie e rimanendo nei confini tracciati da Sega, gli sviluppatori ha voluto dimostrare di avere qualcosa di originale da dire. E ci sono riusciti. Ecco così che accanto a nemici originali della serie, troviamo avversari pensati appositamente per questo episodio con stili di combattimento unici, con la specializzazione negli attacchi a distanza e ancora in mosse di judo.

Strade perdute

Rispetto ai suoi tanti rivali dell’epoca, la serie di Streets of Rage aveva una doppia firma che la rendeva particolarmente riconoscibile. La prima era quelle delle atmosfere notturne e cittadine, dato che i giochi erano ambientati tutti nell’arco di una notte e solitamente in scenari urbani all’aperto (quando il gioco si chiudeva tra quattro mura perdeva molto del suo fascino come purtroppo dimostrò molto bene Streets of Rage 3). Come ogni gioco della serie, il titolo inizia fra strade cittadine affollate da punk e sgherri dell’organizzazione criminale che mette in pericolo Oak Wood City. In Streets of Rage 4 non mancano le ambientazioni in notturna, soprattutto nel finale, ma ci sono anche scenari decisamente più luminosi e per certi versi inusuali per la serie (che preferiamo non anticiparvi) ma ben allineati però con lo stile complessivo.

Una nota di merito va data, da questo punto di vista, agli scenari del gioco che sono stati disegnati a mano con un livello di dettaglio estremo, sia che si tratti di rendere il degrado di un cantiere, dell'ambiente malsano delle fogne, e ancora di uno skyline notturno visibile da un treno in corsa o della cucina di un ristorante cinese. Le ambientazioni nel complesso risultano vive e vibranti in maniera forse diversa dall’estetica molto più grunge e notturna a cui Streets of Rage ci aveva abituati ma non per questo meno apprezzabili.

Sicuramente manca quel gusto un po’ pacchiano tipico dei giochi giapponesi di quel periodo che portava i giocatori a combattere un clown e un canguro ammaestrato, o ad attraversare un parco di divertimenti, o un campo da baseball che nascondeva un’arena di scontri clandestini. In Streets of Rage 4 si nota tutto il gusto occidentale, anzi europeo, con un risultato decisamente più (e forse troppo) elegante, anche quando propone le (benvenute) situazioni e ambientazioni eccessive come accade nella seconda parte del gioco.

Il secondo tratto distintivo a cui è inevitabile ricollegare Streets of Rage è la musica firmata all'epoca da Yuzo Koshiro e che rese celebre la colonna sonora del secondo capitolo che può ad oggi vantare innumerevoli remix su YouTube. Dotemu e gli altri team sono riusciti a coinvolgere anche Koshiro che ha composto quattro brani, mentre la maggior parte delle musiche è stata composta da Olivier Deriviere (Vampyr, Assassin's Creed IV: Black Flag) e da altri artisti partecipanti.

Tra i contributi vale la pena sottolineare quello di Yoko Shimomura (Final Fantasy XV, Kingdom Hearts) che firmò all’epoca la colonna sonora di Street Fighter 2 e ritorna al genere, non a caso, in un livello che sembra citare proprio la chinatown dello stage di Chun-Li in una delle tante citazioni dei picchiaduro a incontri presenti in Streets of Rage 4. Il risultato di questo sforzo collettivo è una colonna sonora che si mantiene nelle frequenze della musica elettronica tra incursioni nei generi house, techno, industrial, urban e nella synthwave.

È interessante notare come gli sviluppatori, coscienti del ruolo avuto nel successo della serie, abbiano integrato in Streets of Rage 4 la musica tra i temi della storia tanto che uno dei nuovi protagonisti, Cherry Hunter, usa tanto di chitarra per affrontare i nemici. Si tratta di un tocco di classe in più, in chiave metanarrativa, di cui va dato atto ai team.

Street Rager

Con il passare degli anni c’è una regola dei picchiaduro a scorrimento che sembra essere sopravvissuta fino ad oggi, ovvero il fatto che i titoli non debbano essere particolarmente lunghi. All’epoca non esistevano salvataggi, quindi ogni volta che si finivano le vite o i continue, bisognava ricominciare da capo. Nel 2020 sarebbe stato impensabile proporre un titolo senza checkpoint e salvataggi anche se per i più nostalgici c'è la modalità Arcade con le stesse convenzioni dei vecchi titoli della serie. 

La durata complessiva di Streets of Rage 4 è piuttosto limitata dato che a difficoltà normale si può finire in circa un paio d'ore. Detto così non sembra particolarmente entusiasmante ma il gioco è pieno di incentivi alla rigiocabilità.

Innanzitutto i personaggi hanno degli stili abbastanza diversi con tipologie di attacchi che riescono a differenziarli particolarmente gli uni dagli altri: basti pensare ai colpi aerei e alla corsa, prerogative di Cherry, e agli attacchi a breve gittata di Axel.

A questo bisogna aggiungere poi che ci sono vari livelli di difficoltà che aumentano la sfida, le diverse valutazioni che è possibile ottenere alla fine di ogni livello e anche la possibilità di sbloccare altri personaggi. In una sorta di Kickstarter, con i punti ottenuti a fine livello è possibile raggiungere dei traguardi per sbloccare personaggi aggiuntivi e versioni retro dei protagonisti con parametri di forza ritoccati verso l’alto.

Poi c’è ovviamente il multiplayer. Sarà stato un riflesso incondizionato ma la prima partita che abbiamo fatto è stata in cooperativa, saltando subito alla modalità online. D’altronde i picchiaduro a scorrimento danno inevitabilmente il meglio di loro stessi quando giocati in cooperativa e, anche online, è difficile rinunciare al fascino del multiplayer in questo genere di titoli. In coop locale il numero di giocatori può raggiungere cifre inedite per il genere, arrivando a ben quattro utenti. Purtroppo dobbiamo sottolineare come, durante la partita online della nostra versione di prova di Steam, si siano verificati dei rallentamenti, segnalati anche da altri giocatori, e probabilmente dovuti al netcode del titolo. Speriamo che in questo senso questi difetti possano essere corretti con le prossime patch.

Completano il quadro delle modalità anche la boss rush e la possibilità di scegliere singolarmente i livelli da completare. Infine, ad aggiungere un tocco di longevità in più ci pensano anche gli obiettivi che, per alcuni giocatori, potrebbero anche rappresentare un ottimo incentivo al single player. Per il futuro, speriamo che sulla scorta del suo successo, Streets of Rage 4 possa avere dei DLC e tracciare la strada per un quinto capitolo magari aggiungendo ai team anche alcuni dei designer e programmatori originari per rinsaldare i legami tra vecchia e nuova guardia.

Voto Recensione di Streets of Rage 4


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • + Grafica dettagliata e disegnata a mano

  • + Colonna sonora in stile elettronico

  • + Perfetto bilanciamento tra vecchio e nuovo

  • + In cooperativa praticamente infinito

Contro

  • - Rallentamenti nel gioco online

  • - Lo stile è molto più europeo dell’originale

Commento

Streets of Rage 4 è la dimostrazione che è possibile bilanciare con molta competenza il vecchio e il nuovo quando ci si approccia a una serie storica come quella di Sega. Il risultato è un picchiaduro a scorrimento dallo stile abbastanza moderno ma che non intacca la formula originale a base di immediatezza e divertimento. Come da tradizione il gioco non è lunghissimo ma la modalità arcade, i diversi stili di combattimento del cast, i personaggi da sbloccare e la coop locale e online sono in grado di dare una longevità non indifferente a Streets of Rage 4. Dal punto di vista tecnico la grafica bidimensionale disegnata a mano ha un livello di dettaglio incredibile e insieme a una colonna sonora eclettica che spazia tra vari generi dell’elettronica, rende il mondo del gioco molto vivo e pieno di personalità. L’unico difetto riscontrato è stato qualche rallentamento nel gioco online che speriamo possa comunque essere sistemato nelle prossime patch. Insomma per Dotemu un ottimo risultato che speriamo possa gettare le basi per un quinto capitolo che veda anche un maggiore coinvolgimento da parte di Sega.

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