Stray | Recensione PC
Dopo due anni di attesa, Stray è finalmente pronto a giungere su PC, PS4 e PS5: ecco il nostro giudizio sull'avventura felina.
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a cura di Alessandro Adinolfi
Nel corso di oltre 40 anni di onorato servizio, l'industria dei videogiochi si è prodigata nel farci vestire i panni di ogni tipologia di essere umano, animale o fantastico. Alcuni di questi personaggi sono divenuti talmente celebri da ergersi come portatori di messaggi molto positivi, come la Aloy protagonista del franchise di Horizon mentre altri non sono mai riusciti realmente a entrare nei cuori dei giocatori, limitandosi a restare semplici "protagonisti" di storie da dimenticare.
BlueTweleve studio, però, si è voluta spingere oltre, facendoci provare a vestire i panni di una delle specie di animali più amate al mondo: il gatto. Ed è proprio grazie al suo peculiare protagonista che Stray non ha bisogno di presentazioni: tutti noi abbiamo fatto aumentare vertiginosamente il counter delle view dei suoi trailer, grazie alla tenerezza del suo protagonista, così come il rosso felino ha fatto si che il gioco diventasse il titolo più venduto e desiderato su Steam.
Come il pubblico ha vissuto l'arrivo di Stray non è ovviamente un mistero. La sua presentazione, datata oramai ben due anni fa, ha visto il gioco catturare l'attenzione di un pubblico sempre maggiore e che, seppur molto esigente nei confronti dell'industria, tende a essere incline a farsi “ingannare” (amorevolmente, si intende) da qualche piccolo tocco geniale ma scontato.
Ed è proprio quello che fa il titolo degli sviluppatori francesi nella sua semplicità, perché di gioco semplice stiamo parlando, l'avventura di un micio randagio in grado di miagolare, saltare ed esplorare una città cyberpunk ricca di neon e atmosfera, è riuscito comunque a guadagnarsi attestati di stima e affetto. Nel mentre che attendiamo i dati di vendita (abbiamo la sensazione che sarà il gioco più importante di Annapurna Interactive), ci siamo dedicati proprio a scoprire ogni piccolo segreto del titolo per potervi dire, in tutta onestà e ignorandone il tenerissimo protagonista, ciò che ne pensiamo.
Stray è un gioco complesso da analizzare, che propone tante cose ma non osa mai nell'approfondirle pienamente, soprattutto per un mercato come quello degli indie che spesso ci regala grandi emozioni grazie a intuizioni, e sperimentazioni, impossibili da riotrvare nel settore dei Tripla A. L'avventura messa in piedi da BlueTwelve studio chiede ai giocatori di rispondere a due semplici domande: come può un gatto randagio (Stray, appunto, in lingua anglofona) ritrovare la strada di casa?
E cosa è successo in quel mondo, che oramai non è più popolato da umani e sembra una baraccopoli a cielo aperto, un posto dove si alternano le speranze, i sogni e le grida di chi si è arreso a un destino che sembra fin troppo crudele? Due domande molto semplici ma le cui risposte ci impegneranno per, circa, sei ore, ovvero il tempo necessario per completare l'avventura principale.
L'inizio del gioco è uno dei più semplici e scontati che si possono immaginare ma allo stesso tempo è anche l'unico possibile. In un mondo che sembra non mostrare più traccia degli esseri umani, una colonia di gatti randagi si fa strada verso una meta sconosciuta. Un percorso calcato tantissime volte in passato ma che in quella specifica occasione si rivela fatale per il nostro protagonista, che scivola dopo un salto e cade nei bassifondi. Ed è proprio in quel luogo tetro e umido che comincia la sua avventura, la quale ci porterà inizialmente a liberare il drone B-12, il quale ci seguirà per il resto dell'avventura aiutandoci nella risoluzione dei puzzle e nei basici, per quanto inutili, combattimenti.
Fatta la sua conoscenza, apprenderemo l'esistenza di una vera e propria città abitata da una società costituita solamente da androidi, che hanno sviluppato un loro linguaggio e che vivono nel terrore degli Zurk, misteriose creature in grado di mangiare la pelle e il metallo, condannando a morte certa tutti quanti coloro che non siano abbastanza agili e svelti da scappare. Qualcuno però non vuole vivere in quella situazione e ha deciso di raggiungere l'Oltre, una meta da cui proviene proprio il nostro simpatico protagonista e che ovviamente è priva di qualsiasi rischio.
A prefissarsi questo obiettivo sono un gruppo che si fa chiamare gli Oltraggiosi e sarà nostro compito trovarli e incamminarci verso la via di casa, oltre che ovviamente rimettere in contatto il gruppo. Un'operazione che si rivela fin troppo semplice: Stray è infatti molto carente dal lato di gameplay, con puzzle di semplice risoluzione che, molto spesso, si rivelano slegati tra di loro.
Lo schema è sempre lo stesso: trovare un oggetto, spostare qualcosa, graffiare un muro o una porta e nascondersi da qualche parte in attesa di essere portati fisicamente nel luogo. Un vero e proprio peccato, perché l'esplorazione verticale, invece, è stata realizzata in maniera molto interessante. In Stray, difatti, il gatto è semplicemente un gatto, non ha poteri di sorta e vive la sua vita balzellando tra i tetti e buttando giù le bottiglie, i vasi, e i barattoli di vernice.
È indubbiamente apprezzabile che il team di sviluppo abbia pensato di metterci effettivamente nei panni di un vero e proprio animale, evitando ogni sorta di elemento fantastico, ma allo stesso tempo la mancanza di un level design di spessore rende meno intrigante il concept alla base di Stray.
Tutte le altre operazioni, come la comunicazione con i personaggi che abitano il mondo, l'aprire porte e hackerare sistemi è affidata a B-12, così come è lui stesso in carica delle fasi di combattimento, che dureranno per appena un paio di livelli. Successivamente, infatti, sparirà qualsiasi tipo di minaccia, per fare spazio a una parte finale molto guidata e che richiederà di risolvere giusto una manciata di puzzle prima di giungere alla conclusione del viaggio.
Per allungare l'esperienza di gioco è possibile sbloccare sia dei collezionabili che i ricordi del drone B-12, che andranno a rimpolpare la lore e ci sveleranno qualcosa in più sulle origini del drone ma che ovviamente non riescono a riabilitare radicalmente l'avventura. Sono giusto degli elementi di contorno che si affiancano a un sistema di gioco debole, facendo la felicità esclusivamente dei completisti.
Stray è tutto ciò che ci si aspetta da un gioco indie: un'avventura di dimensioni contenute, con un buon concept di partenza, semplice nella sua risoluzione ma con troppe imperfezioni per riuscire a conquistare chiunque come altri celebri indie riuscironoa fare prima di lui. Indubbiamente è la migliore che poteva capitare in questo periodo dell'anno. Grazie a una formula perfetta per spezzare la monotonia di un mercato ricolmo di shooter, action e GaaS. Risulta però evidente che la fama di Stray sia figlia di un Hype nato dal "fattore esclusiva". Non siamo di fronte a un titolo che possa rappresentare la "Killer App" per una console ma indubbiamente siamo di fronte a una piacevole, e peculiare, avventura in grado di tenere compagnia per un paio di serate.
Al netto di alcuni lati positivi come l'esplorazione e la realizzazione del mondo di gioco, decisamente complesso e ispirato, c'è davvero ben poco di cui godere. I puzzle sono scontati e ripetitivi, il combat system poco influente all'interno dell'impianto ludico e la longevità non è decisamente elevata.Tutti fattori che influiscono negativamente nel giudizio globale dell'esperienza. Da lodare, invece, l'aspetto tecnico e le ottime performance. Abbiamo testato Stray su una build per PC stabile e in grado di girare praticamente su qualsiasi configurazione. Piccola nota di merito per la colonna sonora, ricca di elettronica e di melodie in grado di accompagnarsi perfettamente alla trama.
Voto Recensione di Stray - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Un mondo decadente e ben realizzato
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- Tecnicamente soddisfacente
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- Idee interessanti
Contro
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- Gameplay ridotto all'osso
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- Si poteva osare di più
Commento
Se speravate di trovarvi davanti a un gioco davvero completo e ben realizzato, Stray non ha nessuna pretesa di esserlo. La sensazione è di trovarsi davanti a un perfetto break estivo, ma con evidenti difetti lato game design. Non è ovviamente per tutti e forse il basso prezzo su Steam in occasione del lancio può spingervi all'acquisto, ma prendetelo per come viene: un simpatico diversivo dalla grande quantità di giochi che vi richiedono ore e ore di gridning. Affrontatelo con leggerenza e non ne sarete delusi, o almeno non in toto.