Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a vicende molto critiche e delicate, che riguardano direttamente gli Stati Uniti – dove tutt’ora sono in corso numerose proteste. Per questo motivo, alcuni eventi di grande portata, che erano stati pianificati per questi giorni, sono stati rinviati alle settimane successive o, addirittura, a data da destinarsi. In questo caso, il diretto interessato è lo Steam Game Festival, ma a tal proposito, si menzionano anche Sony per l'evento di PS5, Electronic Arts e altri publisher che, come Valve, non hanno scelto la via dell’egocentrismo e hanno preferito farsi momentaneamente da parte, alla luce di dinamiche così complesse. In egual modo hanno agito Square-Enix ed Epic Games, che hanno dimostrato la propria solidarietà mediante donazioni e messaggi.
Esattamente com’è avvenuto con l’EA Play Live 2020, è stato posticipato un altro grande evento digitale: lo Steam Game Festival: Summer Edition 2020 – un evento organizzato da Valve, in sostituzione alla classica settimana dell’E3, cancellato a causa dell’attuale pandemia. Durante questo evento, per un periodo di tempo circoscritto, è possibile giocare a demo di giochi in sviluppo, scoprire nuovi titoli in arrivo ed entrare persino in contatto con gli sviluppatori.
Dopo esser stato, inizialmente, posticipato alla prossima settimana – ovvero dal 9 al 14 giugno, il noto giornalista videoludico, Geoff Keighley, annuncia mediante un tweet sul suo profilo ufficiale un nuovo rinvio per lo Steam Game Festival, previsto per la settimana ancora successiva - ovvero dal 16 al 22 giugno. A differenza degli altri eventi, non è stata esplicitata nessuna motivazione o dichiarazione in merito, ma il buon senso ci suggerisce che la motivazione sia proprio quella che è possibile immaginare. Con ogni probabilità, infatti, il motivo è legato alle proteste attualmente in corso negli Stati Uniti.
In questo momento, l’attenzione mondiale è incentrata sull’omicidio di George Floyd da parte della polizia americana, che ha generato un clima contraddistinto da rabbia, disordini e pesanti malcontenti. Il popolo è indignato e la comunità afroamericana chiede a gran voce il diritto di uguaglianza. È evidente che anche Valve non ritenga saggio proporsi ad un pubblico che in questo momento non è propriamente pronto ad accogliere come meriterebbero eventi videoludici di questa portata.
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