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Star Wars: Outlaws, una galassia con alcuni buchi neri | Recensione

Star Wars: Outlaws è il nuovo titolo open world di Ubisoft ambientato nella Galassia Lontana, Lontana. Sarà riuscito a convincerci?

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a cura di Giulia Serena

Editor

Star Wars è uno di quei franchise tanto intoccabili, perché i fan ne sono tremendamente affezionati, quanto malleabili, perché esistono infinite possibilità di creare nuove storie all’interno della Galassia Lontana, Lontana creata da George Lucas. Ed ecco che anche Ubisoft ha colto l’opportunità di dare vita a un’avventura tutta sua con Star Wars: Outlaws, il nuovo titolo open world in uscita il 30 agosto su PC, PS5 e Xbox Series X|S.

In questa recensione vi raccontiamo le nostre impressioni su un'opera su cui Ubisoft ha puntato molto e che, sebbene non senza difetti, cattura perfettamente l'essenza della saga creata da George Lucas, forse ancor più delle recenti produzioni cinematografiche e televisive.

La Galassia degli emarginati

Un elemento che contribuisce a rendere Outlaws fedele all'atmosfera di Star Wars è la sua collocazione temporale: la storia si svolge tra "L'Impero Colpisce Ancora" e "Il Ritorno dello Jedi," durante il dominio dell'Impero Galattico. In questo periodo, Luke Skywalker ha appena scoperto la vera identità di suo padre, Darth Vader; Han Solo è stato imprigionato nella carbonite e consegnato a Jabba the Hutt, mentre l'Impero ha iniziato la costruzione della seconda Morte Nera su ordine di Palpatine.

È un momento di alta tensione, in cui l'Impero è impegnato a eliminare gli ultimi resti dell'Alleanza Ribelle. Questo crea il contesto ideale per l'espansione della criminalità galattica, poiché l'attenzione dell'Impero è rivolta altrove. È in questo scenario che facciamo la conoscenza di Kay Vess, una giovane contrabbandiera astuta e determinata, impegnata a sopravvivere e prosperare in un ambiente ostile.

Il gioco di Ubisoft Massive si allontana, quindi, dalla solita narrazione Jedi-Sith, mettendo invece in primo piano il lato oscuro e avventuroso dell'universo di Star Wars: quello dei contrabbandieri, dei criminali e delle persone comuni che cercano di sopravvivere in un mondo dominato dall'Impero.

Dalle dune di Tatooine alla neve di Kijimi

Una delle prime cose che colpisce di Star Wars: Outlaws è la straordinaria attenzione ai dettagli nella costruzione dei diversi pianeti. Ogni mondo esplorabile – da Tatooine con le sue dune sabbiose e le affollate strade di Mos Eisley, a Kijimi, la città innevata dominata da bande criminali – è ricreato con una cura maniacale; le ambientazioni sono piene di vita, con NPC che discutono, si muovono e interagiscono tra loro, dando al giocatore la sensazione di essere immerso in un mondo che vive e respira. Questo senso di vitalità è amplificato dalla possibilità di esplorare liberamente le città e i paesaggi circostanti, scoprendo missioni secondarie, oggetti collezionabili e storie nascoste in ogni angolo.

L'esplorazione è, infatti, uno degli aspetti più gratificanti del gioco: lo speeder di Kay Vess è l'unico mezzo di trasporto terrestre disponibile ed è dotato di opzioni di personalizzazione e miglioramento come il turbo, il salto e la capacità di scivolare sull'acqua, aprendo così nuove strade da esplorare. C'è da dire, però, che l'impossibilità di rubare altri veicoli o di pilotare liberamente la propria nave nello spazio come in No Man’s Sky o Starfield potrebbe deludere chi cercava una libertà d'azione totale.

"La sensazione di essere immerso in un mondo che vive e respira."

Il volo spaziale in particolare risulta poco sfruttato, con l'esplorazione delle orbite planetarie che si riduce a un semplice mezzo per passare da un pianeta all'altro, senza offrire un vero senso di avventura o di scoperta dato che nella galassia, a parte dei materiali da raccogliere, c'è ben poco di interessante.

Han Solo al femminile?

Non è solo la galassia aperta a essere carente: anche la protagonista di Outlaws, Kay Vess, è un personaggio intrigante ma che a dir poco fatica a emergere rispetto alle grandi figure dell'universo di Star Wars. Cresciuta su Canto Bight, la capitale del gioco d’azzardo già vista in Gli Ultimi Jedi, Kay ha imparato a sopravvivere grazie alla sua astuzia e alla sua capacità di sgattaiolare via dai guai. Nonostante il potenziale del personaggio, però, il gioco non riesce a darle la profondità necessaria per renderla memorabile, anzi. 

La storia di Kay parte con una premessa intrigante, ovvero un’ultima grande rapina per garantirsi una vita di ricchezze e libertà, ma si perde presto in una narrazione frammentaria e priva di vero pathos. Il gioco si affida, infatti, fin troppo spesso a cliché narrativi e situazioni già viste, senza mai osare abbastanza per trasformare Kay in un’eroina degna di essere ricordata, bensì riducendola a una pedina all'interno di uno scenario politico molto più complesso.

Quello che avrebbe giovato la narrazione di Star Wars: Outlaws è un’introduzione più lenta e ponderata al personaggio e al suo mondo. Il titolo, al contrario, sembra voler affrettare il processo, lanciando Kay in un’avventura galattica prima che il giocatore abbia avuto il tempo di conoscere davvero la sua storia e le sue motivazioni, rendendo difficile empatizzare con lei e con la sua missione.

Al contrario, sono gli altri personaggi di Outlaws a spiccare per lo meno in quanto a design: tra alieni, droidi e creature talmente bizzarre da essere indescrivibili, farete la conoscenza di davvero tantissimi soggetti originali e dall’aspetto perfettamente in linea con quello del franchise. 

Viva il blaster, abbasso lo stealth

Se Kay Vess non riesce a brillare come protagonista, il suo compagno Nix è, invece, la vera stella dell’esperienza di gioco di Outlaws: questo adorabile animaletto, un mix tra un gatto e una creatura aliena, non è solo una mascotte adorabile, ma un elemento fondamentale – e funzionale – del gameplay. Nix può essere utilizzato in vari modi, dalla distrazione dei nemici all’attivazione di interruttori a distanza fino all'attacco diretto e al pescaggio a distanza di oggetti e armi, diventando un’estensione delle capacità della protagonista e offrendo al giocatore una gamma di opzioni tattiche che arricchiscono le sequenze di esplorazione e combattimento.

"Le meccaniche di stealth sono spesso ripetitive e prevedibili"

Ciò si collega al sistema di stealth, una delle colonne portanti del gameplay di Star Wars: Outlaws, ma è anche una delle sue maggiori debolezze. Nonostante l'idea di base sia solida – con la possibilità di infiltrarsi silenziosamente nelle basi nemiche, disattivare allarmi e utilizzare Nix per creare diversivi – l'esecuzione lascia a desiderare. Le meccaniche di stealth sono, infatti, spesso ripetitive e prevedibili, mentre in svariate situazioni i checkpoint costringono a ripetere lunghe sezioni di gioco nel caso di fallimento.

D'altra parte, i combattimenti sono un elemento di gioco ben riuscito: la possibilità di alternare tra diverse modalità di fuoco del blaster di Kay e l'utilizzo dell'abilità speciale per rallentare il tempo e colpire più nemici contemporaneamente rendono i segmenti con l'arma da fuoco coinvolgenti e variegati. Interessante è anche la possibilità di raccogliere le armi dei nemici e sfruttarle, anche se il gioco in tal senso tende a limitare le opzioni del giocatore, impedendo di portarle attraverso sezioni di platforming o di scalata e, quindi, di tenerle con sé dopo la fine dello scontro. 

Un altro aspetto che ci ha lasciato perplessi è la mancanza di una vera innovazione nelle meccaniche di gioco, che è anche ciò che temevamo sin dall'annuncio del gioco. Molti degli elementi di gameplay sembrano presi in prestito da altri titoli open world Ubisoft, semplicemente adattandoli allo scenario di Star Wars. Questo fa sì che, nonostante l'ambientazione affascinante e la cura per i dettagli, il gioco risulti a tratti ripetitivo e prevedibile, senza quel guizzo di originalità che potrebbe renderlo veramente memorabile.

Scegli la tua fazione

D'altra parte, una delle componenti più riuscite di Star Wars: Outlaws è, senza dubbio, il sistema di reputazione con le varie fazioni criminali. Nel corso della vostra avventura vi troverete a interagire con diverse organizzazioni come i Pyke, gli Hutt, e l'Alba Cremisi, ognuna con i propri interessi e rivalità. Le scelte compiute durante le missioni influenzeranno poi la reputazione di Kay presso queste fazioni, determinando l'accesso a risorse, sconti presso i mercanti e la possibilità di muoversi liberamente nei territori controllati dalle varie bande, oltre agli incarichi accessibili. 

"Da semplici incarichi in avventure complesse che possono coinvolgere più fasi."

Ovviamente, è praticamente impossibile entrare nelle grazie di tutte le fazioni contemporaneamente, bensì le relazioni - che vanno dalla pessima alla eccellente - fluttueranno nel corso dell’avventura. Insomma, nessun amico o nemico è per sempre, per cui potrete esplorarle tutte e compiere le vostre scelte in base alla situazione in cui vi trovate.

Questo sistema di reputazione funziona davvero bene, rendendo l'esperienza di gioco più coinvolgente e incentivando la fuoriuscita dai binari della trama principale. Le missioni secondarie, infatti, si rivelano spesso più interessanti della narrazione primaria, giacché molte di queste si trasformano da semplici incarichi in avventure complesse che possono coinvolgere più fasi. 

Se c’è qualcosa che, invece, accomuna davvero tutti gli abitanti della Galassia Lontana, Lontana è il Kessel Sabbac, una variante del Sabbac, gioco di carte popolare nel franchise di Star Wars e presente in Outlaws come minigioco (vi avvertiamo, può creare dipendenza!). Vi ritroverete a fare la prima partita nelle prime ore della vostra avventura, trovando poi i tavoli dedicati in svariati luoghi della galassia. 

Da amanti dei giochi di carte ci siamo davvero innamorati del Sabbac, ma non si tratta dell’unico minigioco presente in Outlaws - sebbene sia indiscutibilmente il principale -. Insomma, se volete deviare un attimo dall’avventura di Kay e desiderate guadagnare (o spendere) i vostri crediti, vi basterà cercare nei vicoletti o taverne delle città.

I soliti problemi su console

Sebbene Star Wars: Outlaws sia graficamente notevole, soprattutto nei filmati cinematografici, non è privo di problemi tecnici, per lo meno nella versione PS5 che abbiamo testato in fase di recensione. Bug, glitch grafici e cali di frame rate – seppure non gravi – rendono l'esperienza meno fluida di quanto ci si aspetterebbe da un titolo di questo calibro, mentre in modalità performance la qualità visiva ne risente parecchio. Questi problemi sono particolarmente evidenti nelle fasi di esplorazione delle aree più vaste, dove il motore di gioco sembra faticare a gestire la complessità delle ambientazioni e l'interazione tra i vari elementi, anche in modalità performance.

Abbiamo apprezzato, però, l’impegno di Ubisoft nell’offrire non solo varie opzioni grafiche, ma anche tantissime impostazioni per l’accessibilità. Il gioco è veramente ricco di opzioni che vanno dalla classica difficoltà della storia a persino la personalizzazione dei minigiochi, rendendo così l’esperienza il più su misura possibile in base ai gusti o al talento del giocatore. 

Voto Recensione di Star Wars: Outlaws


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Design di ogni pianeta davvero dettagliato e ben realizzato

  • Nix è il perfetto compagno d'avventura

  • Sistema di reputazione intrigante e che spinge a esplorare di più le trame secondarie

  • Buoni i combattimenti con arma da fuoco

Contro

  • Kay Vess pecca di caratterizzazione

  • Sezioni stealth ripetitive

  • Classica formula open world di Ubisoft

  • Spostamenti con la nave poco sfruttati

  • Ottimizzazione non perfetta su PS5, soprattutto nelle zone aperte

Commento

Star Wars: Outlaws non è il sogno open world a tema Star Wars che desideravamo, ma non possiamo non dire che l’avventura di Kay Vess ci abbia comunque divertito. Purtroppo Ubisoft non è riuscito a discostarsi molto dalla sua classica formula a mondo aperto e ha peccato anche sulla protagonista, la quale risulta priva di una caratterizzazione efficace che permette di empatizzarvi o essere davvero coinvolti nella sua storia. D’altra parte, però, il sistema di reputazione è l’elemento più riuscito del gioco, permettendo non solo di prendere le redini dell’avventura, ma anche di scoprire le moltissime missioni secondarie. A funzionare bene sono anche i combattimenti con il blaster, mentre le sezioni stealth del gioco diventano ben presto ripetitive, rappresentando il vero anello debole del progetto. Non mancano poi piccoli problemi tecnici, per lo meno su PS5, che vanno a mettere un neo sulla dettagliata opera creata da Massive. Un vero peccato, considerando il chiaro impegno posto dal team nel realizzare un titolo ampio e ricco di opportunità per i giocatori. A netto di ciò, se siete fan di Star Wars e desiderate immergervi nelle dune di Tatooine o nelle nevi di Kijimi e sentirvi un po' una versione alternativa del mitico Han Solo siamo certi che vi piacerà Outlaws (e non dimenticate di provare il Sabbac!). 

Informazioni sul prodotto

Immagine di Star Wars: Outlaws | PS5

Star Wars: Outlaws | PS5

Star Wars: Outlaws è il nuovo titolo open world di Ubisoft ambientato nell'universo di George Lucas.
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