Star Wars: Outlaws, provato prima della recensione
Abbiamo avuto l'opportunità di provare con mano per 4 ore Star Wars: Outlaws, iniziando a scoprire il vasto universo di gioco: ecco le nostre impressioni.
Advertisement
a cura di Giulia Serena
Editor
Siamo sempre più vicini al rilascio di Star Wars: Outlaws, il primo videogioco puramente open-world ambientato nella Galassia Lontana, Lontana. Il titolo sviluppato da Ubisoft Massive vedrà, infatti, la luce il 30 agosto 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, e dopo averlo visto in un'anteprima hands-off qualche settimana fa, ora abbiamo avuto l'opportunità di provarlo con mano per ben 4 ore, iniziando a scoprire il vasto universo di gioco.
Di seguito vi racconteremo, dunque, le nostre prime impressioni in merito a un'opera su cui Ubisoft sta puntando tantissimo, e che farà sicuramente gola a tutti i fan della saga creata da George Lucas, riuscendo - per quanto abbiamo avuto modo di vedere - a incapsularne l'essenza. Sicuramente più di quanto abbiano fatto le recenti produzioni cinematografiche e seriali.
Una Han Solo al femminile
Uno dei motivi per cui Outlaws incapsula l'atmosfera di Star Wars è strettamente collegato alla sua collocazione temporale: la trama si svolge tra gli eventi di "L'Impero Colpisce Ancora" e "Il Ritorno dello Jedi," durante il periodo dell'Impero Galattico. Durante questo tempo, Luke Skywalker ha scoperto la vera identità di suo padre, Darth Vader; Han Solo è stato imprigionato nella carbonite e consegnato a Jabba the Hutt e l'Impero ha iniziato la costruzione della seconda Morte Nera sotto gli ordini di Palpatine.
Si tratta di un momento di tensione, dove l'Impero vuole scovare ciò che rimane dell'Alleanza Ribelle. Il momento perfetto, quindi, per far prolificare il sottobosco criminale della Galassia, giacché i loro occhi sono puntati da un'altra parte. Ed è qui che incontriamo la nostra protagonista, ovvero Kay Vess, una giovane contrabbandiera esperta e astuta, impegnata a sopravvivere e prosperare in un ambiente ostile.
Il gioco esplora le sue avventure mentre cerca di guadagnarsi da vivere, scontrandosi con le forze imperiali, i cacciatori di taglie e altri personaggi pericolosi. In particolare, durante la nostra prova abbiamo avuto modo di svolgere varie missioni collocate nella parte iniziale della narrazione, per poi avere un assaggio di una missione in un momento più avanzato della storia.
Siamo, quindi, partiti dalla luna di Toshara, dove abbiamo conosciuto alcuni dei personaggi che aiuteranno Kay nella sua avventura: primo fra tutti Danka, un membro dell'Alba Cremisi (o Crimson Dawn) che la affida subito un compito per metterla alla prova. Dobbiamo, infatti, infiltrarci nella base di un malavitoso potente e rubargli dei file, il tutto senza farci scoprire.
Pronti a essere stealth
Uno degli elementi principali di Star Wars: Outlaws è proprio l'approccio stealth che in molti casi - tra cui la maggior parte delle missioni che abbiamo affrontato - è obbligatorio e non opzionale. Ciò significa che non potrete sempre decidere se arrivare al vostro obiettivo sgattaiolando tra tubi e nascondigli o se uccidere tutti, bensì la prima delle due scelte vi sarà imposta dal gioco.
Avremmo preferito che fosse il contrario, ma non sappiamo ancora quante delle missioni principali della trama saranno effettivamente stealth, per cui per ora ci limitiamo a sperare che avremo modo di lanciarci maggiormente nei combattimenti. Ciò detto, le meccaniche stealth, per ciò che abbiamo avuto modo di vedere, sono state sviluppate in modo buono da Ubisoft: dovrete, chiaramente, muovervi lentamente e abbassati, cercando di non allarmare i nemici che, in caso contrario, verranno nel luogo in cui vi hanno visto o chiameranno direttamente l'allarme, facendovi fallire.
A giocare un ruolo chiave nella riuscita delle missioni stealth è Nix, il fedele mostriciattolo nonché compagno di avventura di Kay, il quale potrà non solo distrarre i nemici, ma anche premere pulsanti, raccogliere armi e disattivare allarmi per voi con un semplice comando. In tal senso, l'accoppiata dei due protagonisti funziona bene, dando vita a un duo che, com'è tipico nella saga di Star Wars, lavora in sinergia.
C'è da dire, però, che in queste meccaniche non sembra esserci nulla di particolarmente originale, bensì Ubisoft ha giocato sul sicuro, riutilizzando elementi e idee da altri titoli nella propria libreria e adattandoli come un puzzle per creare il gameplay di Outlaws.
Una galassia di opportunità
Per quello che abbiamo avuto modo di vedere, anche i combattimenti con arma da fuoco seguono delle meccaniche alquanto semplici, con Kay che si avvarrà di un blaster modificabile presso banchi da lavoro dedicati. Questo potrà essere equipaggiato anche con mod capaci di sparare flussi di energia - e sicuramente altre funzionalità - in modo da essere utile non solo per mettere a terra i nemici ma anche durante l'esplorazione, contribuendo a rendere il gameplay più fluido. Avremo poi a disposizione le classiche fialette per curare gli slot della vita e che verranno droppate anche da alcuni avversari.
A proposito di esplorazione, uno dei punti di forza di Star Wars: Outlaws è, sicuramente, proprio il vasto mondo open world. Per quanto abbiamo avuto modo di averne veramente solo un piccolo assaggio, sembra proprio che non ci sarà affatto carenza di attività da svolgere: da città ricolme di missioni secondarie, taglie, locali in cui giocare d'azzardo e personaggi con cui parlare a navi abbandonate da saccheggiare nello spazio, la galassia creata da Ubisoft sembra veramente popolare di opportunità.
Le reputazioni
Molte di queste saranno particolarmente succose per Kay, aiutandola nel sistema delle reputazioni, nevralgico all'interno del gioco. Il sistema di reputazione è, infatti, progettato per influenzare le relazioni tra la protagonista e le diverse fazioni della galassia: le azioni e le decisioni che Kay compie nel corso del gioco influenzano direttamente la sua reputazione con le varie fazioni. Completare missioni per una fazione può migliorare la reputazione con essa, mentre azioni contrarie possono peggiorarla.
Questa reputazione ha un impatto significativo sulla trama e sulle missioni disponibili, giacché un'alta reputazione con una fazione può sbloccare nuove opportunità e alleanze, mentre una reputazione bassa può portare a conflitti e ostilità. Le fazioni reagiranno alle azioni di Kay in base alla sua reputazione: se diventa un alleato prezioso, potrebbe ricevere supporto e risorse, mentre se diventa un nemico, potrebbe affrontare avversari più pericolosi e difficoltà aggiuntive.
outo
Inoltre, il sistema di reputazione influisce sulle ricompense ottenute nel gioco. Le fazioni che hanno una buona opinione di Kay potrebbero offrire migliori ricompense e bonus, mentre quelle che la vedono negativamente potrebbero negare opportunità e supporto.
Dagli Hutt al Clan Ashiga, passando per l'Alba Cremisi e i Pyke, durante l'avventura avremo relazioni con svariate fazioni, anche se una cosa è certa: sarà estremamente difficile - se non praticamente impossibile - avere ottimi rapporti con tutti allo stesso momento. Non si tratta, infatti, di amicizie o fiducia, bensì unicamente di bisogno di collaborazione in base alle esigenze, motivo per cui le alleanze cambieranno nel corso della storia.
Massima libertà
Uno degli obiettivi di Ubisoft con Star Wars: Outlaws era proprio dare massima libertà al giocatore nell'intraprendere la propria avventura da canaglia spaziale, plasmandone il più possibile le componenti. Per quanto la struttura della narrazione sia predeterminata, tutto ciò che farete nel mentre non lo è, per cui potrete divertirvi a esplorare la Galassia a bordo dello speeder o della nave, immergervi in missioni secondarie o minigiochi, inimicare una o un'altra fazione e molto altro.
Come vi abbiamo accennato, ci saranno vari modi per esplorare, tra cui lo speeder, una simil-moto evocabile in qualsiasi area aperta, e la nave di Kay, che funge anche da "centro di controllo". L'aspetto più interessante di quest'ultima è, senza dubbio, la possibilità di volare per la Galassia, comandandola a piacere, effettuando salti nell'iperspazio e atterrando nei vari pianeti con dei filmati davvero soddisfacenti da vedere. Chiaramente, ci troveremo anche a combattere contro pirati, l'Impero o flotte di fazioni nemiche: nel nostro caso abbiamo svolto una breve sequenza di guerra spaziale durante la prova, trovando un sistema di combattimento molto semplice ma comunque efficace.
A livello artistico, invece, Outlaws per ciò che abbiamo potuto vedere si è dimostrato davvero solido, con personaggi sviluppati ad hoc ma che si allineano perfettamente col mondo di Star Wars; lo stesso vale per gli ambienti cittadini, i quali creano l'atmosfera ideale. Gli unici dubbi che abbiamo riguardano le animazioni facciali, che durante i filmati sembrano non essere perfettamente sincronizzate con i dialoghi. La speranza, dunque, è che tutto venga lucidato a dovere prima del rilascio.
Star Wars: Outlaws ne vale la pena?
Insomma, come avrete capito dalle nostre prime impressioni, Star Wars: Outlaws si presenta come un'avventura promettente, capace di trasportare i giocatori in un universo vasto e ricco di opportunità e di fare davvero gola ai fan di Star Wars. Ubisoft Massive sembra aver creato un'esperienza che rispecchia in pieno quella che è - o meglio, che era - l'essenza della saga di George Lucas, combinando elementi stealth, combattimenti e un sistema di reputazione influente nel gameplay.
Sebbene alcune meccaniche non siano particolarmente originali, il gioco riesce comunque a distinguersi grazie alla sua ambientazione, mentre l'interazione con le diverse fazioni e la possibilità di esplorare liberamente la Galassia promettono di rendere ogni avventura davvero unica, per quanto tutte incentrate sulla storia di Kay Vess.
Per farla breve: Star Wars Outlaws ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per i fan della serie e gli appassionati di giochi open-world.