Spellforce Conquest of Eo | Recensione
Spellforce Conquest of Eo è un intrigante spin off della celebre saga strategica che ci vede impersonare un aspirante stregone.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Qualche mese fa vi ho parlato del mio primo approccio con Spellforce Conquest of Eo, raccontandovi del titolo di Owned by Gravity e THQ Nordic come di un qualcosa di interessante ma ancora in parte acerbo. A stretto giro da tale mio primo incontro con questo particolare spin-off del celebre franchise strategico, Spellforce Conquest of Eo è sbarcato sul mercato lo scorso 2 febbraio, prestandosi a essere finalmente analizzato nella sua interezza. Sarà riuscito questo particolare ibrido tra un 4X e uno strategico a turni a convincermi o per la serie di Speelforce era forse meglio rimanere ancorata ai propri placidi lidi da RTS?
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Un destino da forgiare
Speelforce Conquest of Eo racconta la storia di un giovane apprendista stregone, costretto a prendere il posto del suo misteriosamente defunto maestro per finirne il lavoro e poter così a propria volta diventare un potente mago. Una sinossi che racconta di un’arcaica fonte di magia e di una misteriosa setta alla sua ricerca, ma che non riesce mai a spiccare completamente il volo. Non fraintendetemi: la storia alla base di Spellforce Conquest of Eo non è malaccio e riesce a fare decisamente il suo, ma la scelta di Owned by Gravity di demandarla a lunghi muri testuali in finestra, come quasi in un’avventura testuale di diverse decine di anni fa, non concorre ad aumentarne l’appeal. Poco male, comunque, dato che il vero protagonista di Spellforce Conquest of Eo è decisamente il gameplay.
La nostra avventura come novelli stregoni inizia scegliendo quella che è la nostra strada. Saremo virtuosi alchimisti, capaci di creare pozioni e potenti oggetti in grado di stravolgere le sorti di ogni battaglia, o le nostre attenzioni saranno più attratte dalla magia oscura e dalla possibilità di evocare non morti di ogni sorta in quanto negromanti? E perché non artificieri, creatori di oggetti magici dediti al potenziamento sfrenato delle proprie truppe? Una scelta che influirà decisamente sull’intera nostra avventura, garantendo sbocchi di gameplay ben differenti.
In tal senso si rivela inoltre vincente la possibilità offerta da Spellforce Conquest of Eo di scegliere anche la propria zona iniziale. Cominciare la propria avventura in placide pianure, ad esempio, dona un avvio meno ripido, mentre dare il là alla propria carriera da stregone nelle pericolose e nebbiose costiere del gioco può comportare si maggiori risorse da ottenere, ma anche avversari da superare ben più tosti. Un modo riuscito, insomma, per rendere meno artificioso e più naturale quello che è il livello di difficoltà del titolo. Sotto tale punto di vista, quindi, solo che tanto di cappello per Owned by Gravity e THQ Nordic.
Stregone itinerante
Passando ora al gameplay vero e proprio, Spellforce Conquest of Eo prende come precedentemente accennato le vesti di un 4X in cui i combattimenti si svolgono a turni. La natura da 4X del gioco è però particolarmente atipica, soprattutto per quanto riguarda quella che è la nostra roccaforte, ossia la torre magica di cui prenderemo possesso agli albori della nostra avventura. Essa, infatti, può essere mossa all’interno della mappa, dando così vita a tutta una serie di dinamiche che diventano uno dei punti cruciali di Conquest of Eo.
Basandosi, come da buon strategico quale è, su delle risorse da raccogliere e massimizzare, l’opera di Owned by Gravity spinge, infatti, molto sull’acceleratore a riguardo, incitando il giocatore a peregrinare appena possibile. Come una potente, e molto più lesta, lumaca ci porteremo quindi la nostra casa appresso di turno in turno, sempre alla ricerca di nuove risorse, eventi e, perché no, anche nuove unità. Il girovagare in Spellforce Conquest of Eo non è infatti fine a sé stesso o comunque alla mera raccolta di risorse, ma si apre anche a nuovi scenari, che lo rendono colmo di sorprese.
Lo ammetto: tale dirompente chiave di gameplay mi ha lasciato inizialmente perplesso, soprattutto considerando come sia di solito abituato ad affrontare gli strategici strappando un lembo di terra alla volta all’avversario, ma, turno dopo turno, mi ha convinto sempre più. Dove Spellforce Conquest of Eo non mi ha invece soddisfatto è per quanto riguarda la gestione dei menu, organizzati sotto forma di grimorio ma non sempre chiari e intuitivi. Bella l’idea, ma decisamente rivedibile l’esecuzione
Meno innovativi, ma non per questo meno validi, gli scontri da strategico a turni, che seguono i classici capisaldi del genere, senza proporre nulla di veramente nuovo. Poco male, perché alla prova dei fatti funzionano, grazie a un buon numero di unità differenti e alle varie peculiarità della tipologia di mago scelta. Da segnalare giusto qualche incertezza sui comandi scelti da Owned by Gravity, con il click destro e sinistro del mouse che svolgono le funzionalità opposte rispetto a quello a cui ci hanno abituato gli altri esponenti del genere.
Spellforce Conquest of Eo: aspetto tecnico
Tecnicamente, infine, Spellforce Conquest of Eo non è per nulla male, con la mappa che soprattutto riesce a regalare qualche spunto più che interessante. Chiaro in ogni caso di come non si tratti di una produzione di prima fascia, con le animazioni in battaglia delle unità che lasciano ad esempio parecchio a desiderare. Alla fine dei conti lamentarsi troppo sarebbe però ingeneroso, dato che Conquest of Eo quello che deve fare lo fa e anche tutto sommato bene.
Voto Recensione di Spellforce Conquest of Eo
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Complessivamente uno strategico solido
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Buone idee alla base
Contro
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I menu gestionali non sono sempre chiarissimi
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Tecnicamente ha dei difetti