Quello di SpellForce non è sicuramente uno dei nomi più noti agli appassionati di videogiochi, ma se amate il genere degli strategici probabilmente ne avrete almeno già sentito parlare. La saga attualmente detenuta nelle mani di THQ Nordic è infatti in circolazione da quasi vent’anni, proponendo opere a metà tra strategici e giochi di ruolo, conquistando il favore di molti videogiocatori senza però mai riuscire ad imporsi come capolavoro o come uno dei mostri sacri del genere. Con SpellForce Conquest of Eo di Gravity e THQ Nordic vogliono provare a cambiare le carte in regola, spostandosi su un particolare ibrido tra 4X e uno strategico a turni. Un intrigante esperimento atteso in futuro sul mercato PC e che ho avuto la fortuna di provare in anteprima negli scorsi giorni. Avrà saputo convincermi o era forse il caso di rimanere fedeli ai vecchi canoni della serie?
Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Un mago e la sua torre
SpellForce con Conquest of Eo lascia insomma la sua placida comfort zone, dove era riuscito a trovare una formula tutto sommato vincente e a ritagliarsi una nicchia di appassionati, per approcciare il panorama dei 4X con una spolverata da strategico a turni. Il tutto impersonando il ruolo di un giovane apprendista chiamato a prendere il comando della torre magica del suo maestro e a svelare un oscuro mistero. Un’idea per nulla male e dotata di qualche spunto più che interessante, vedi la possibilità di rilocare la già citata torre in altri luoghi grazie ai nostri poteri magici, che pare essere in grado di donare al titolo quel quid in più.
Interessante è anche la possibilità di scegliere all’inizio del gioco, oltre a numerosi livelli di difficoltà, anche quella che è la propria classe. Una decisione che, almeno da questa mia prima prova, sembra avere impatti ben evidenti sul gioco, visto che consente l’accesso a truppe e abilità esclusive. Intraprendere la via dell’alchimia, ad esempio, permette di creare particolari pozioni di supporto, mentre un negromante è dotato della possibilità di riportare in vita i morti e dare alla luce altre truppe create dalla magia oscura. L’artificiere, infine, può costruire particolari artefatti e supportare le proprie unità con svariate abilità magiche. Una scelta, insomma, degna di tale nome e in grado di cambiare nettamente quello che è lo stile di gioco di ogni partita. Il tutto resta ovviamente da valutare nel lungo termine e nella versione completa di SpellForce con Conquest of Eo, ma per ora non posso che ritenermi soddisfatto a riguardo.
Saltando ora nel gameplay vero e proprio, Conquest of Eo si sviluppa come un classico 4X, con un focus maggiormente incentrato su quelli che sono gli spostamenti sulla mappa e le battaglie che sulla parte economica e gestionale del tutto. A spingere in tale direzione è anche una verve narrativa più preponderante che in titoli analoghi, con i fatti che sono narrati tramite lunghi testi con tanto di scelte multiple, quasi come in un gioco di ruolo di diversi anni fa. Spingersi oltre sulla bontà della narrazione mi è purtroppo ora impossibile, ma dall’importanza che sembra assumere all’interno del gioco molto probabilmente anche nella versione completa si rivelerà uno dei pilastri di SpellForce Conquest of Eo.
Se quindi la parte relativa a quella che è la mappa di gioco è tutto sommato tradizionale, al netto della dirompente possibilità di spostare la propria base, l'aspetto più gestionale è demandata alla torre magica stessa e a vari libri di incantesimi. Sebbene dotata di buoni spunti, vedi ad esempio la schermata dedicata del negromante per la creazione dei non morti, tali sottomenu risultano però spesso e volentieri poco chiari e confusionari, per quanto non ricolmi di informazioni o funzionalità. Un aspetto che, almeno nelle prime ore di gioco, non mi ha per nulla convinto e che necessita di un profondo lavoro di riorganizzazione, per evitare di far perdere il giocatore tra numerosi menu dallo scopo poco chiaro.
I combattimenti, invece, si svolgono secondo i classici e arcinoti stilemi degli strategici a turni e, alla prova dei fatti, funzionano tutto sommato bene. Nulla di eccezionale, ma esattamente quello che ci si aspetterebbe da un titolo di tale genere, con diverse abilità, punti movimento e così via. Resta giusto qualche dubbio sul sistema di comandi, con la conferma di un’azione che è demandata stranamente al click destro. Un qualcosa in cui ci ho messo ben più di qualche scontro a farci l’abitudine.
SpellForce Conquest of Eo: in conclusione
L’impressione finale che mi ha lasciato questa prova di SpellFoce Conquest of Eo è insomma quella di un titolo dotato di qualche buon spunto e che si basa su alcune idee tutto sommato accattivanti. Attualmente però è ancora necessario un netto lavoro di pulizia e rifinitura, che limi le varie impervietà di gameplay e renda il tutto più fluido. Lavoro da fare quindi ce n’è, ma se THQ Nordic e Owned by Gravity riusciranno a sistemare buona parte dei problemi prima del lancio del titolo, gli appassionati potranno trovarsi tra le mani un 4X con elementi da strategico a turni capace di dire la sua.