Spectre Divide | Abbiamo provato lo sparatutto tattico che punta in alto

Abbiamo avuto l'occasione di provare in anteprima lo sparatutto tattico Spectre Divide e siamo rimasti ammaliati dalle sue dinamiche uniche.

Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

C’è qualcosa di magico dietro solo l’apparente semplicità di certi giochi. Visti da lontano e da un occhio meno esperto, gli shooter tattici competitivi potrebbero quasi sembrare estremamente facili da creare con le loro mappe dalle dimensioni limitate e nessuna necessità di puntare su trame articolate o altri escamotage narrativi.

Dietro tale apparenza si nasconde però una complessità senza pari, dove ogni singolo elemento deve essere pensato nel minimo dettaglio e ogni meccanica deve essere bilanciata alla perfezione. Un processo di creazione e sviluppo che assomiglia spesso e volentieri a un’operazione chirurgica, dove non si può sbagliare e anche il più piccolo dettaglio può fare la differenza.

Essere stilisticamente e ludicamente impeccabili non è però sempre sufficiente in un genere competitivo come quello degli sparatutto tattici, dove titoli come Counter Strike, Valorant e altre ancora sono abituati a spartirsi un mercato fatto di grandissimi appassionati. Per provare a ritagliarsi un posto anche piccolo nel settore è quindi necessario andare oltre e proporre qualcosa di nuovo, qualcosa in grado di scardinare le certezze su cui è costruito il genere.

Un’impresa non semplice, ma nella quale Mountaintop Studios ha deciso di lanciarsi con il suo Spectre Divide a cui ha collaborato anche il celebre Shroud. Un’opera dotata di qualche spunto dannatamente intrigante e che abbiamo avuto il piacere di provare in un playtest nei giorni scorsi.

Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:

Due corpi, infinite possibilità

All’apparenza Spectre Divide potrebbe quasi sembrare il classico shooter 3vs3 basato sull’arcinota meccanica in cui due squadre si scontrano per far esplodere o disarmare una bomba in alcuni punti tattici. Oltre tale parvenza classica, Mountaintop Studios ha però escogitato una meccanica a dir poco intrigante, chiamata Duality, e che consente ad ogni giocatore di avere due alter-ego in campo nello stesso momento.

In ogni partita di Spectre Divide, che si gioca in prima persona come da capisaldi del genere, abbiamo infatti a disposizione due personaggi, che potremmo controllare uno per volta. Non si tratta però semplicemente solo di una seconda vita od occasione da sfruttare dopo essere stati eliminati, ma di un pilastro fondamentale del titolo capace di plasmarlo quasi nella sua interezza.

È infatti possibile durante il gioco passare da un personaggio all’altro in completa libertà, lanciandosi così in ardite tattiche e tranelli, ingannando gli avversari e facendoli cadere nel fuoco incrociato. Nulla vieta ovviamente di lasciare uno dei due corpi nelle retrovie da back-up, così come è possibile splittarli tra i due punti da difendere/attaccare in modo da avere un controllo più ampio della mappa di gioco.

Spectre Divide offre però il meglio quando, dopo qualche partita di ambientamento, il giocatore impara come utilizzare al meglio tale meccanica e si porta con sé entrambi i corpi, rendendo la vita nemica un vero inferno tra fuoco incrociato, affiancamenti e altro ancora. Attenzione però: il personaggio non utilizzato rimarrà visibile sulla mappa e sarà pertanto possibile per gli avversari eliminarlo se scovato senza trovare nessuna resistenza. Presente in ogni caso un allarme che indica quando vi è qualche avversario nelle prossimità del nostro soldato non utilizzato, ma non è sempre semplice cambiare corpo e sfuggire alla minaccia in tempo.

Nel corso della nostra manciata di partite con Spectre Divide abbiamo solo potuto scalfire la superficie delle implicazioni tattiche di questa meccanica, ma ci è parso fin da subito evidente quanto sia dirompente e in grado di riscrivere le regole del genere. Appena i giocatori più esperti la faranno propria siamo infatti sicuri che verrà sfruttata in modi impensabili, creando tattiche spettacolari e partite memorabili.

Uno shooter solido

Al netto di questa promettentissima meccanica, Spectre Divide offre anche qualche altra idea niente male. All’inizio di ogni partita è ad esempio necessario selezionare uno sponsor tra gli otto disponibili, ognuno dei quali consente l’accesso a tre differenti gadget. Granate a frammentazione, flashbang, scansioni, sciami d’api e molto altro ancora, che rendono il gameplay ancor più vario e si combinano alla grande con le tattiche rese possibile dal doppio corpo in dotazione al giocatore.

In ogni round, inoltre, è necessario equipaggiarsi comprando armi, armature e i sopracitati gadget da un negozio ed entra quindi in gioco anche qualche scelta in chiave economica. Risparmiare per i turni successivi o dare il tutto per tutto ora per vincere quello in corso? Nulla di nuovo, certo, ma un’altra chiave che aumenta la vena strategica del titolo e rende più interessanti anche le fasi antecedenti agli scontri a fuoco.

Impossibile non citare poi l’adozione dell’ADS o Aim-down-sight, che permette di avere una mira stabile anche in movimento e incentivare ancor di più azioni veloci e combattimenti dinamici. Per quanto riguarda il gameplay, insomma, Spectre Divide ci ha decisamente convinto, anche se sarà poi da valutare con calma il pacchetto completo, che consta 20 armi e 4 mappe differenti.

Un tuffo nel passato

Sul piano stilistico Mountaintop Studios ha invece optato, come potete vedere anche nelle immagini a corredo di questa anteprima, per uno stile in cel shading fortemente ispirato agli anime degli anni ’90. Uno stile piacevole anche in gioco e che rende particolarmente bene in un titolo del genere, dove la leggibilità di quanto succede a schermo è una priorità assoluta.

Assolutamente pregevole poi la volontà di non inserire loot boxes, con le varie skin e modifiche a livello estetico che potranno essere acquistate comodamente nel negozio di gioco. Qualcosa di totalmente opzionale e che, almeno sulla carta, non porterà mai Spectre Divide sulla deriva pay to win.

Spectre Divide: in conclusione

In conclusione, Spectre Divide ci ha decisamente convinto, ammaliandoci con una ventata di freschezza sul piano del gameplay. L’idea alla base dei due corpi è infatti stata pensata alla grande e apre la scena a una grandissima quantità di variabili tattiche. Sul mercato la concorrenza è fitta ed è pertanto difficile decretare fin da ora il successo del titolo, ma l’opera di Mountaintop Studios sembra avere tutte le carte in regola per scontrarsi ad armi pari anche coi mostri sacri del genere. E scusate se è poco.

Leggi altri articoli