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a cura di Andrea Maiellano

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Le origini della serie Mega Man Zero risalgono al lontano 1992 quando Keiji infaune iniziò a lavorare alle prime idee per il nuovo Mega Man X. Oltre a una rivisitazione del personaggio principale, sia nell'aspetto che nell'armamentario, Infaune aveva in mente di modificare le fondamenta della serie eliminando la, oramai canonica, suddivisione in otto livelli creando una mappa unica che si potesse esplorare progressivamente attraverso l'utilizzo dei Power-Up raccolti dai boss di fine livello. L'ispirazione principale per questo concept gli venne data dalla celebre serie di Metroid, che fu anche il motivo principale per cui Keiji non portò avanti il progetto. Le similitudini fra Mega Man e Samus sarebbero state troppo evidenti in quegli anni e il progetto da "potenzialmente interessante" avrebbe rischiato di finire catalogato come "flebile copia". Fu la corsa ai poligoni, un minor interesse verso il brand, il successo inaspettato del personaggio di Zero e la continua uscita di spin-off dedicati al Blue Bomber che portarono, nel 2001, Keiji Infaune a decidere di rimettere mano al progetto originale e a proporre finalmente quella versione di Mega Man X che ideò nove anni prima.

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La struttura del primo capitolo di Mega Man Zero, pur non abbracciando ancora l'idea originale di Infaune, si discostò notevolmente da quanto proposto fino a quel momento dalla serie. La suddivisione in livelli era ancora presente, seppur in maniera più vacua, ma la mappa di gioco era progettata per connetterli tutti al suo interno offrendo una soluzione similare a quella adottata dal genere dei "Metroidvania". Le abilità di Zero, inoltre, permetterono la progettazione di un level design più complesso e la creazione di nemici maggiormente differenziati rispetto al passato, grazie alla differenziazione di tipologie di attacco del protagonista. Anche il classico "assorbimento" dei poteri dei nemici non fu più una costante e mutò in un sistema che permetteva a Zero di ottenere delle abilità supplementari, da aggiungere a quelle già in suo possesso, solo dopo alcuni scontri o certi avvenimenti specifici all'interno dell'arco narrativo. La scelta, infine, di sviluppare la saga dedicata a Zero su una console portatile, in modo tale da non dover competere con giochi tecnologicamente più avanzati, restituì all'intera opera il giusto stile retrò che permise di renderla maggiormente allineata alle produzioni precedenti, riuscendo a risultare un'evoluzione della serie credibile e ben progettata.

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La saga di Mega Man Zero si pone cronologicamente cento anni dopo la fine di Mega Man X6 e vede un gruppo di androidi ribelli, capitanati da una scienziata umana di nome Ciel, andare alla ricerca del corpo del leggendario Zero per poter avere un combattente in grado di fronteggiare una dittatura umana che, timorata di una nuova ribellione dei Reploidi, ha deciso di sterminare completamente ogni creatura artificiale. Con un'arco narrativo maggiormente "politicizzato" rispetto alle saghe precedenti, la storia di Zero si dipana attraverso quattro titoli, tutti disponibili per Game Boy Advance, che si discostano dalla formula delle precedenti iterazioni del brand. Seppur ricolmi di comparse celebri, l'assenza di un antagonista costante e l'inserimento di una continuità narrativa maggiormente presente, fra i quattro capitoli, la rendono una delle saghe di maggior spessore dell'intero brand.

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Seppur la struttura meno lineare del primo Mega Man Zero convinse la critica di settore, i tre capitoli seguenti tornarono ad abbracciare maggiormente, seppur non totalmente, la struttura originale dei titoli dedicati a Mega Man, pur con alcune modifiche sostanziali in termini di gameplay.

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L'ultima, importante, variazione alle strutture della serie di Mega Man avverrà solamente nel 2006, quando la fusione con il genere dei "Metroidvania" prenderà forma con Mega Man ZX. Ambientato, nuovamente, 100 anni dopo il termine della saga di Zero, ZX vedrà per la prima volta un personaggio umano come protagonista. Vent e Aile, difatti, sono due ragazzi orfani che, a causa di una serie di sfortunati eventi, entreranno in contatto con un materiale chiamato Biometallo che racchiude al suo interno le cellule dormienti di X. Fondendosi con il senziente metallo, i due ragazzi, si trasformeranno in Mega Man e prenderanno parte a una guerra contro una nuova forma di Maverick.

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Seppur con un arco narrativo meno ispirato rispetto al passato, i due capitoli dedicati a Mega Man ZX modificarono pesantemente la struttura di gioco a cui i fan erano abituati. innanzitutto al giocatore veniva data la possibilità di scegliere il sesso del proprio avatar attraverso l'impersonificazione di Vent o Aile. Il level design mutò, definitivamente, in quello tipico del genere "Metroidvania", offrendo una mappa esplorabile in maniera procedurale in base alle abilità che si potevano ottenere durante il progredire dell'avventura e i Biometalli, associati a determinati boss di fine livello, non donavano solo un attacco differente al protagonista ma ne incrementavano le sue abilità esplorative. Con una struttura di gioco pesantemente modificata, un arco narrativo che si discostava troppo dal passato e una minor caratterizzazione dei personaggi, Mega Man ZX, riuscì a ottenere il favore della critica per la qualità offerta ma non incontrò il favore del pubblico che lo considerò troppo differente rispetto alle precedenti iterazioni, continuando a preferire le meccaniche tradizionali a cui il brand li aveva abituati.

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Un futuro in blu

Fra spin-off poco convincenti, il tracollo della serie X dovuta a una commistione poco convincente con le tre dimensioni, la tiepida accoglienza della serie ZX e una sempre maggiore richiestà di retro game da parte del pubblico, nel 2008 uscì, a distanza di undici anni dal precedente capitolo, Mega Man 9. Decretando un ritorno alle origini da parte di Capcom, e di Keiji Infaune, il nono capitolo mostrava i suoi punti di forza su un level design dannatamente ispirato e un ritorno al game play, e alla struttura di gioco, che resero il Blue Bomber un'icona del videogioco sul finire degli anni ottanta. Reso disponibile solo attraverso gli store digitali di Wii, Playstation 3 e Xbox 360, il titolo fu un successo di critica e pubblico tale da convincere Capcom nel voler accantonare qualsivoglia variazione al tema originario e proseguire lo sviluppo della serie originale per tutti i fan di Mega Man.

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Seguendo questa rinnovata linea di pensiero, dopo trent'anni e oltre 50 giochi dedicati al blue Bomber, spetterà proprio a Mega Man 11, in uscita il prossimo ottobre, concludere le celebrazioni per il trentennale del robottino blu tanto amato dai videogiocatori. Con un comparto grafico rinnovato, alcune meccaniche di gioco prese in prestito dalla serie X e una fedeltà alla struttura di gioco tradizionale, l'undicesimo capitolo della serie si prospetta come un titolo in grado di celebrare con la giusta riverenza un icona che oramai siede al fianco di mostri sacri quali Mario, Sonic e Bomberman.

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Tom's Consiglia

Se volete scoprire le origini di Mega Man non potete farvi scappare la prima, meravigliosa, Legacy Collection.

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