Sony perde la causa contro Action Replay: lunga vita ai cheat

Corte dell'Unione Europea favorevole a Datel. Respinta causa contro Sony per il software che modificò i giochi per PlayStation Portable.

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a cura di Andrea Maiellano

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La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza favorevole all'azienda britannica Datel nella causa intentata da Sony riguardo il software di cheating Action Replay per PlayStation Portable. La decisione stabilisce che modificare temporaneamente i dati nella RAM di una console non viola la direttiva UE sulla protezione del software.

Nonostante la sentenza favorevole a Datel, gli esperti legali sottolineano che questo non rappresenta necessariamente una vittoria significativa per i fornitori di software di cheating. Secondo Andreas Lober di ADVANT Beiten, "i publisher di giochi multiplayer oggi si basano tipicamente su altri strumenti legali non influenzati da questa decisione, come la violazione degli EULA e la concorrenza sleale" per contrastare i cheat.

Il software di terze parti usato per cheating e modding rimarrà illegale in molti casi.

Kostyantyn Lobov di Harbottle & Lewis precisa che la sentenza riguarda un punto molto specifico, ovvero se sia possibile applicare il copyright alle variabili temporaneamente memorizzate nella RAM di un dispositivo. "Lo sviluppo, la distribuzione e l'uso di software di terze parti che interagisce con il codice di un gioco spesso comporta altre violazioni del copyright e dei Termini d'Uso", aggiunge Lobov.

La causa risale addirittura al 2012, quando Sony citò in giudizio Datel nei tribunali tedeschi per via dell'Action Replay, un prodotto che forniva la possibilità di installare cheat per alcuni giochi PSP. Sony sosteneva che Action Replay violasse i suoi diritti, non richiedendo l'autorizzazione per apportare modifiche ai loro software. Come esempio utilizzarono Motorstorm: Arctic Edge (che sorprendentemente è ancora disponibile su Amazon).

Il panorama dei software di cheating si è notevolmente evoluto dai tempi di Action Replay. Recentemente, Bungie ha vinto una causa da 4,3 milioni di dollari contro il fornitore di cheat AimJunkies, mentre Activision si è vista riconoscere 14,4 milioni di dollari di danni nella sua battaglia legale contro EngineOwning.

Questi casi dimostrano come le aziende di videogiochi continuino ad avere a disposizione diversi strumenti legali per contrastare i fornitori di software di cheating, nonostante la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea. La decisione, sebbene favorevole a Datel in questo specifico caso, non preclude altre vie legali per proteggere la proprietà intellettuale e l'esperienza di gioco.

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