Sonic X Shadow Generations è molto più di una pigra remastered | Recensione
Sonic X Shadow Generations si è rivelato un progetto intelligente sotto molteplici aspetti, capace di fondere vecchio e nuovo in maniera convincente.
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a cura di Andrea Maiellano
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Che SEGA stia battendo ogni terreno possibile per riportare in auge il più possibile Sonic, è oramai cosa nota. Così come è chiaro che per il celebre Shadow The Hedgeog, il 2024 sia un anno importantissimo per consacrarlo al grande pubblico.
Con un terzo capitolo cinematografico della saga di Sonic, in arrivo nel periodo natalizio e che lo porrà al centro dell’intera vicenda, SEGA ha voluto fare all-in e inserire un’inedita campagna dedicata all’oscuro porcospino nella remastered di Sonic Generations, uno dei titoli più celebri dedicati alla mascotte di SEGA.
Sonic Generations, uscì nel 2011 e si pose come una sorta di ripartenza per l’intero franchise. Una produzione a metà fra il remake e l’inedito, che si poneva il delicatissimo obiettivo di celebrare sia le immortali produzioni bidimensionali dedicate a Sonic, che la prima produzione tridimensionale dedicata al porcospino blu uscita sul Dreamcast e capace di ridare linfa vitale alla serie negli anni in cui tutti traslavano le proprie IP dalle due, alle tre dimensioni.
Una ripartenza perfetta... nel 2011
Sonic Generations, per chi non lo avesse mai sentito nominare, fu una produzione intelligentemente votata al fan service che sfruttava ogni aspetto positivo di entrambe le iterazioni dei giochi della serie, per dare via a un sapiente mix che permetteva ai giocatori di alternare i due Sonic (quello dell’epoca 16-bit e quello che divenne il protagonista dei capitoli in tre dimensioni) in dei livelli costruiti attorno alle peculiarità di queste due varianti del personaggio più celebre di SEGA.
Il Sonic più vecchio, si districava in livelli bidimensionali che celebravano il gameplay reso celebre dai quattro capitoli della saga su Mega-Drive, mentre la versione più recente, sfrecciava a velocità sovra-umane in scenari che alternavano tre dimensioni a brevi sezioni 2.5D e che seguivano pedissequamente quella struttura nata con l’immortale Sonic Adventures.
La scusa per unire i due Sonic fu l’introduzione di un nuovo nemico, capace di manipolare il tempo. Questa inedita minaccia si palesa durante i festeggiamenti del compleanno del Sonic più moderno, intrappolando tutti i suoi amici dentro dei varchi spazio-temporali, e cancellando tutti gli universi in cui Sonic fu protagonista nel corso degli anni, riducendo l’interno multiverso a un unico momento fisso nel tempo, dentro il quale i due porcospini prima si incontreranno e poi collaboreranno per riportare l’ordine nelle loro rispettive linee temporali.
Un canovaccio molto banale, ma allo stesso tempo perfettamente funzionale per garantire un viaggio all’interno della storia di Sonic, partendo dalla iconica Green Hill, fino a giungere alla Planet Wisp presente in Sonic Colours (di cui fra l’altro è uscita recentemente una remastered molto curata).
Un gameplay che resiste alla prova del tempo
Ogni area è suddivisa in due atti, come da tradizione per la serie bidimensionale, il primo dove si impersonerà il Sonic più vecchio per affrontare dei livelli in due dimensioni, il cui level design risulta indubbiamente encomiabile ancora oggi, e il secondo dove si utilizzerà il porcospino più moderno per lanciarsi, a velocità supersonica, in delle ambientazioni in tre dimensioni che si concentrano sulla velocità, e la precisione, dell’azione di gioco.
Proprio nei livelli in tre dimensioni risiede, purtroppo, il punto debole di questa riproposizione di Sonic Generations. Laddove nel 2011 un ritorno alle meccaniche più guidate, e votate alla velocità estrema, di Sonic Adventures fu un vero toccasana per cancellare dalla mente dei giocatori quelle produzioni sperimentali dove Sonic si mescolava al genere umano o, ancor peggio, si trasformava in un lupo mannaro, nel 2024, in seguito a quel mai troppo amato Sonic Frontiers (che potete trovare su Amazon a prezzo scontato) che fu capace di rinfrescare le produzioni in tre dimensioni dedicate al porcospino blu, queste sezioni eccessivamente lineari e guidate, sembrano un passo indietro rispetto alle più recenti produzioni.
Allo stesso tempo, il seppur ottimo level design degli scenari in due dimensioni, ha perso un po’ del suo fascino se lo si paragona agli ottimi livelli offerti da Sonic Mania e Sonic Superstars.
Al netto di questi aspetti, Sonic Generations rimane un solidissimo platform capace di celebrare gli anni d’oro della mascotte di SEGA con delle trovate molto intelligenti e, soprattutto, con un fan service sempre presente ma ben inserito nel tessuto di gioco.
Ladies and Gentlemen... Shadow
Per quanto concerne questa remastered, SEGA ha voluto lavorare di fino sia per introdurre qualche interessante novità, che per inserire una campagna inedita dedicata al suo porcospino nero: Shadow Generations.
Analogamente a quanto fatto da Nintendo Con Super Mario 3D World/Bowser’s Fury, anche in Sonic X Shadow Generations ci si troverà di fronte a un menù iniziale che chiederà al giocatore se vorrà fruire della remastered del titolo del 2011 o affrontare la nuova campagna dedicata a Shadow.
Per quanto riguarda quest’ultima, si tratta di una produzione convincente, capace di narrare a dovere la storia di Shadow (senza obbligare i giocatori a guardare la serie animata rilasciata recentemente su YouTube per capirci qualcosa) e che propone stage inediti e rivisitazioni di ambientazioni celebri presenti in Sonic Adventures 2 e Sonic Heroes.
Il canovaccio si amalgama perfettamente a quello di Generations e vede Shadow che, durante le festività per il compleanno di Sonic, si trova sulla colonia spaziale ARK, motivo per il quale quando il temibile nemico imprigiona tutti gli amici del porcospino blu e, conseguentemente, blocca il tempo, Shadow rimane in un limo temporale analogo a quello dei due Sonic, dove dovrà rivivere alcuni momenti traumatici della sua esistenza e provare a eliminare, una volta per tutte, la sua più grande nemesi.
A differenza di Sonic Generations, che presenta una world map molto lineare, l’episodio dedicato a Shadow permete di muoversi liberamente all’interno del limbo temporale, esplorando per reperire risorse, anelli e casse da aprire con delle apposite chiavi. Come ovvio che sia, ogni area si scinde in due atti che saranno fruibili con il solo Shadow e che saranno strutturati in maniera analoga a quelli dedicati al Sonic moderno.
Si tratta di livelli tridimensionali molto lineari nella struttura e che chiederanno al giocatore di agire rapidamente e di esplorare alcune deviazioni per reperire i vari segreti nascosti al loro interno. A differenza di Sonic, però, Shadow non si limiterà solamente a sfruttare il turbo per andare più veloce e a inanellare attacchi caricati in velocità per eliminare le minacce presenti sul suo cammino, ma potrà anche rallentare il tempo, scagliare dei dardi energetici per interagire con l’ambiente e sfruttare una serie di interessanti poteri che sbloccherà con il progredire dell’avventura.
Non si tratta di uno stravolgimento totale della struttura tridimensionale presente in Sonic Generations, ma le deviazioni, il focus maggiore sull’esplorazione, degli intermezzi in due dimensioni più curati e i poteri di Shadow, riescono a garantire quella varietà che permette a questo episodio inedito di risultare una godibilissima esperienza stand-alone, capace di dare il giusto lustro, e far conoscere a dovere il background, di uno dei personaggi più amati del secondo corso della storia di Sonic.
Poche novità ma per una buona ragione
Venendo alle novità introdotte nel Sonic Generations originale, troviamo innanzitutto un sistema di controllo ripensato per venire incontro a chi ha giocato Sonic Frontiers e rendere meno macchinose alcune manovre da compiere nei livelli in tre dimensioni.
Entrambi i Sonic potranno sfruttare il Drop Dash introdotto con Sonic Mania e ogni filmato è stato riscritto, e modificato, per renderlo maggiormente coerente con l’introduzione di Shadow e con l’inserimento dei Chao, i quali ora saranno presenti in ogni livello sotto forma di collezionabili capaci di sbloccare delle sorprese davvero interessanti.
Ovviamente, oltre ai Chao, sono ancora presenti le stelle rosse nascoste nei vari livelli, ma ora si potrà vedere rapidamente quante se ne sono raccolte direttamente dall’interfaccia di gioco, senza dover aspettare di tornare nella world map per consultare i propri progressi.
Come immaginabile, tutti i DLC rilasciati per il titolo originale sono presenti in Sonic X Shadow Generations, con Casino Night che viene reso disponibile nelle prime fasi di gioco, e le texture sono state aumentate di risoluzione in maniera tale da allineare il titolo alle produzioni più recenti dedicate a Sonic.
Sulla carta sembrano davvero poche novità, al netto dell’introduzione della nuova campagna dedicata a Shadow, ma la realtà è che Sonic Generations era già un’ottimo gioco nel 2011, motivo per il quale non è stato necessario fare un’enorme lavoro di restauro.
Voto Recensione di Sonic X Shadows Generations
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Ottima operazione di recupero di un classico.
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La campagna di Shadow convince.
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Le novità non sono tante ma sono ben implementate.
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Rimane tutt'oggi un ottimo platform.
Contro
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I livelli in tre dimensioni di Sonic Generations risultano un po' troppo guidati e lineari.
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Anche con la nuova campagna di Shadow la longevità non è il suo punto di forza.
Commento
Informazioni sul prodotto
Sonic X Shadow Generations