Sonic Superstars | Recensione - Il ritorno che volevamo
Sonic Superstars è un piccolo gioiello capace di riportare ai fasti di un tempo la serie bidimensionale dedicata all’iconico porcospino blu di SEGA.
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a cura di Andrea Maiellano
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La storia di Sonic Superstars comincia nel lontano 2018, quando Sonic Team e Evening Star Studio, decidono di collaborare per realizzare un nuovo capitolo della serie, in seguito al successo ottenuto da Sonic Mania.
I punti chiave del progetto erano molto semplici: nuova veste grafica, nuove soluzioni di gameplay, nessun riutilizzo di materiale dei precedenti giochi e stessi “vibe” di Mania e dei titoli originali usciti precedentemente su Sega Mega Drive.
Il progetto prese il via ma dopo, per via di una serie di non meglio specificate divergenze creative, i due studi si separano e il progetto viene messo in temporaneo stand-by.
SEGA, però, voleva resuscitare i giochi in 2D dedicati alla loro celebre mascotte, in modo da affiancarli ai capitoli più sperimentali in tre dimensioni, per cui, dopo una casuale chiacchierata assieme a Naoto Ōshima (il co-creatore di Sonic), decise di collaborare con Arzest, lo studio di Ōshima famoso per aver realizzato degli ottimi titoli in 2D su console portatitili di Nintendo.
Il progetto riparte ma i piani per il suo lancio vengono modificati. Gli anni sono passati e Sonic Frontiers è nel pieno del suo sviluppo, motivo per il quale l’azienda decide di lanciare prima il nuovo capitolo 3D della serie, successivamente una raccolta dei titoli originali dedicati al porcospino blu e, infine, Sonic Superstars, in una sorta di grande progetto di restauro del franchise.
Cinque anni più tardi dall’inizio di questo progetto, Sonic Superstars è finalmente giunto fra noi, capace di mescolare sapientemente vecchio e nuovo in un capitolo che risulta essere persino più canonico di quel Sonic 4, leggermente claudicante sotto molti aspetti, e delle varie iterazioni in due dimensioni uscite negli scorsi decenni.
Nessun rimaneggiamento di materiale vecchio, nuove idee, level design che si rifà alle vecchie glorie a 16-bit ma viene rimaneggiato per risultare più moderno e, soprattutto, tanto cuore, sono gli ingredienti principali di quello che, a tutti gli effetti, sembra la miglior ripartenza possibile per i capitoli in due dimensioni della celebre mascotte di SEGA.
Stessa storia, nuovo giorno
Come da tradizione per la serie, il canovaccio di Sonic Superstars non si distacca molto dagli stilemi della serie, il Dottor Robotnik è di nuovo in procinto di rapire animali a destra e a manca ma questa volta farà squadra con il temibile Fang per assicurarsi che Sonic non intralci i suoi piani… e questo è tutto gente!
Al netto di una buona dose di fan-service e qualche personaggio, meno celebre, ripescato dal passato della serie, Sonic Superstars si perde poco in chiacchiere e lancia subito il giocatore nel vivo dell’azione.
Un azione che, almeno nelle prime fasi di gioco, risulta allo stesso tempo straniante e confortevole. Sonic si muove molto più lentamente rispetto alle sue ultime iterazioni in due, e tre, dimensioni e la velocità non è più il punto centrale dell’intera esperienza ma torna a ricoprire il ruolo di tratto caratteristico della serie.
Non fraintendete queste parole, in Sonic Superstars ci sono molteplici sezioni a velocità frenetica ma sono ben amalgamate in un level design che ritorna ai fasti di un tempo, seppur con qualche piccola imperfezione.
Le planimetrie dei livelli sono votate al garantire una costante, e appagante, esplorazione. Si può correre a velocità della luce verso il traguardo, evitando ostacoli e annientando i nemici, così come ci si può soffermare a esplorare, alla ricerca di segreti, anelli e Power-Up.
Ogni scenario garantisce sempre diversi approcci, in base al proprio stile di gioco, ma premia maggiormente chi si dedicherà all’esplorare appieno ogni singola zona a caccia di segreti nascosti.
Infatti, ogniqualvolta ci si imbatte in un enorme anello fluttuante, si può accedere a un breve stage extra pensato per ricompensare il giocatore con delle medaglie o con uno dei sette Smeraldi Del Caos.
Questi ultimi, però, in Sonic Superstars garantiranno l’acquisizione di nuove abilità, le quali potranno essere utilizzate per superare determinati punti all’interno dei vari livelli o sfruttati per annientare rapidamente le minacce più ostiche.
Abbiamo apprezzato particolarmente questa nuova aggiunta perché risulta tanto piacevole quanto completamente nelle mani del giocatore. Non verrà mai richiesto di avere, o di sfruttare, un’abilità per poter proseguire nella storia ma sarà indispensabile avere a disposizione quelle giuste per svelare alcuni segreti sparsi all’interno dei livelli.
Queste abilità sono fra le più varie e spaziano dal richiamare un invasione di Sonic che attraversano lo schermo da sinistra a destra, eliminando ogni nemico sul loro cammino, a trasformare il personaggio scelto in una palla di fuoco che distrugga elementi dell’ambiente circostante e gli avversari che si pareranno davanti.
Selezionare queste abilità è molto semplice, si sfrutta un menù radiale con l’analogico destro e si attiva l’abilità preferita, premendo semplicemente un tasto. Ogni abilità potrà essere usata una sola volta e il suo utilizzo potrà essere ricaricato oltrepassando un checkpoint, terminando un livello o, molto banalmente, morendo.
La progressione dell’avventura, apparentemente, rimane invariata rispetto ai classici dell’era 16-Bit. Ogni zona sarà composta da due atti, interconnessi fra loro, che culmineranno con il canonico scontro con una delle mostruosità robotiche del Dottor Robotnik.
Questi boss di fine area sono forse uno degli aspetti che meno ci hanno convinto dell’intera produzione. Alcuni di essi sono davvero ben realizzati, con pattern intelligenti e soluzioni di gameplay interessanti e non eccessivamente scontate; altri, invece, sembrano messi li giusto per fare presenza, offrendo una sfida pressoché nulla e una serie di attacchi tanto leggibili quanto inefficaci nel cercare di impensierire, anche solo un minimo, il giocatore.
Quello che, invece, abbiamo apprezzato è il fatto che la progressione risulti solo in apparenza lineare come in passato. In Sonic Superstars, infatti, sono presenti numerosi stage secondari, accessibili con un personaggio specifico o reperendo dei frutti specifici al termine di una zona. Questi livelli, non solo aumentano la longevità, e stratificano leggermente l’esperienza complessiva, ma risulteranno utili per reperire Smeraldi Del Caos, Medaglie e altri segreti che vi lasciamo scoprire.
Prima di volgere al termine di questa lunga analisi sulla modalità single-player di Sonic Superstars, vogliamo spendere due parole sui livelli che lo compongono. Laddove il level design, come vi accennavamo poc’anzi, risulta incredibilmente ispirato, lo stesso non possiamo dire per il comparto artistico e per alcune soluzioni di gameplay presenti al loro interno.
È chiaro, e siamo davvero felici di questa decisione, che SEGA volesse distaccarsi dal riciclo di ambientazioni che da sempre ha afflitto la serie ma allo stesso tempo moltissime soluzioni di gameplay sembrano delle semplici reskin di elementi già visti in passato.
Alla stessa maniera, artisticamente parlando, le nuove aree non stravolgono quell’immaginario che da sempre contraddistingue la saga, limitandosi a offrire delle varianti che, anche in questo caso, sembrano delle pallide copie prive di quel guizzo che caratterizzava così tanto le opere passate.
Insieme è meglio?
Sonic Superstars, oltre a offrire una solidissima esperienza single-player, presenta alcune modalità aggiuntive, oltre alla possibilità di giocare in co-op locale l’intera avventura con altri tre amici.
In merito a quest’ultimo aspetto, ci limiteremo a elogiare SEGA per essere riuscita a bilanciare ogni aspetto del gameplay, in maniera tale da rendere l’esperienza in co-op locale sempre bilanciata, mai eccessivamente veloce o confusionaria e molto vicina a quanto offerto dai più recenti capitoli di Super Mario, in due dimensioni.
Per quanto riguarda, invece, la modalità Battaglia, si tratta di una serie di minigiochi pensati per sfidare altri giocatori (online o in locale) o per mettersi alla prova contro la CPU.
Questi minigiochi spazieranno dalla corsa contro gli altri avversari, con lo scopo di piazzarsi primo, a una modalità sopravvivenza dove si dovrà sopravvivere il più a lungo possibile, fino a una vera e propria battaglia tutti contro tutto a suon di palle energetiche.
La varietà dei minigiochi della modalità Battaglia è altissima e la loro durata non supererà mai il minuto/minuto e mezzo, motivo per il quale, un match di Battaglia, richiederà di partecipare a una serie di minigiochi per ottenere un numero tale di punti da superare gli altri partecipanti.
Sempre all’interno della modalità Battaglia, sarà possibile spendere le medaglie guadagnate durante la storia principale di Sonic Superstars, le quali serviranno per personalizzare il robot che ci rappresenterà durante le competizioni.
Niente di trascendentale, sia chiaro, ma Battaglia risulta una modalità disimpegnata e capace di divertire per una manciata di ore, in particolar modo in locale assieme ad alcuni amici.
A chiudere l’offerta proposta da Sonic Superstars, ci pensa l’immancabile modalità Crono che non offre nulla di più che la possibilità di ottenere tempi sempre migliori all’interno dei livelli presenti nella modalità storia.
Voto Recensione di Sonic Superstars - PlayStation 5
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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La velocità torna a essere un elemento distintivo della serie
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Level Design incredibilmente curato...
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Tanti segreti da scoprire
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Estremamente bilanciato
Contro
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Boss non sempre ispirati
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... ma in alcuni frangenti mostrano elementi troppo simili al passato
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Alcune ambientazioni troppo derivative