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Pro
- Un capitolo solido
- Ottimo design delle mappe
- Il gameplay è sempre riuscito
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Contro
- Pochissime novità
- Lato tecnico gli anni cominciano a farsi sentire
Il verdetto di Tom's Hardware
Quella di Sniper Elite è una saga che ci accompagna, senza particolari picchi ma neanche evidenti bassi, da oramai vent’anni, con tanto di una fortunata serie parallela spin-off a tema zombie. Risultati sicuramente impressionanti, con Rebellion che ha trovato nei titoli dedicati all’arte del cecchino la propria gallina dalle uova d’oro.
Ad arricchire il tutto è, in questo inizio 2025, Sniper Elite Resistance, nuovo capitolo della saga che porta novità soprattutto sul piano narrativo. Un appuntamento, tra le altre cose disponibile fin dal day one all’interno del sempre ottimo Game Pass, che ci ha tutto sommato soddisfatto, anche se è forse oramai arrivata l'ora di stravolgere la formula alla base del tutto. Andiamo però con ordine.
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Nuovo protagonista, vecchio mestiere
Come vi dicevamo poco fa, il punto di distacco più grande con i precedenti capitoli della saga è soprattutto sull’aspetto narrativo. L’oramai leggendario Karl Fairburne, che ci accompagnava fin dal capostipite della serie, lascia infatti qui il passo a Harry Hawker, cecchino altrettanto abile che avevamo finora imparato a conoscere nei comparti multiplayer dei precedenti capitoli. Una scelta praticamente dovuta, dato che Sniper Elite Resistance è ambientato parallelamente al quinto episodio e Fairburne, per quanto dotato di capacità fenomenali, non possiede di certo l’ubiquità.
Le vicende di Harry si svolgono sul territorio francese, dove la macchina da guerra nazista è particolarmente presente e potente. L’obiettivo delle scorribande del prode cecchino è quello di scoprire qualcosa di più su una fantomatica arma segreta dell’esercito tedesco, capace di stravolgere le carte in tavola e arrivare addirittura a rendere inutile il D-Day. Una missione, insomma, tanto pericolosa quanto cruciale, nella quale muoversi nell’ombra è assolutamente fondamentale.
Non aspettatevi in ogni caso un racconto fenomenale, fatto di personaggi oltremodo carismatici, intrighi in grado di lasciare con il fiato sospeso o chissà che altro, ma una storia comunque piacevole da seguire e che fa il suo. Senza stravolgere, appunto, ma risultando assolutamente funzionale nella messa in scena delle vicende di Harry Hawker.
L'importanza del palcoscenico
Grandi protagonisti della piacevole modalità campagna sono, più che il nostro nuovo cecchino preferito, i nove livelli che la compongono, con Rebellion che ha fatto come quasi sempre un ottimo lavoro da tale punto di vista. Le ambientazioni che ci troveremo a visitare nel corso del gioco sono infatti di ottima qualità e tra di loro varie, riuscendo a rivelarsi degli ottimi campi giochi nel quale muoversi silenziosi e darsi al tiro al nazista.
Tra stanze segrete, corridoi sotterranei, torrette e quant’altro è infatti un vero e proprio piacere nascondersi e trovare il modo migliore per procedere, sia nel caso si scelga un approccio totalmente stealth, sia che si decida di imbracciare il fucile in modo molto più attivo. La verticalità delle mappe è infatti stata realizzata con grande cura e permette al giocatore di approcciarle nel modo a lui preferito.
Anche le varie missioni secondarie, che spaziano solitamente tra il recuperare documenti o eliminare dei bersagli, sono poi disposte in modo tale da incentivare l’esplorazione senza renderla lineare, dato che è possibile decidere in modo assolutamente indipendente in che ordine e se affrontarle.
Impossibile non citare poi anche la bellezza delle varie location e la loro diversità. Solo le prime due missioni, per intenderci, ci mettono di fronte una possente diga e un castello da esplorare liberamente, con anche quelle successive che non sono da meno e riescono a mettere sul piatto ambientazioni davvero belle da esplorare, al netto del riuso talvolta eccessivo di alcuni asset. Pregi e difetti che, se avete già giocato ai capitoli precedenti di Sniper Elite, già conoscete.
Sentirsi a casa
Harry Hawker svolge un lavoro davvero certosino nel sostituirsi a Karl Fairburne, nel senso che controllare il nuovo protagonista restituisce le medesime sensazioni del precedente. Modalità di approccio, possibilità di mantenere il fiato, armi e oggetti vari: quasi tutto vi sarà familiare fin da subito, permettendovi una transizione oltremodo rapida ma anche priva di grosse novità.
Come in precedenza sta quindi a voi decidere come avanzare, se accucciati con la pistola silenziata in mano o crivellando di colpi chiunque vi capiti a tiro. Il vostro passaggio sarà come quello di un fantasma o lascerete dietro di voi mine e corpi dilaniati? Userete il fucile da cecchino solo per qualche colpo mirato, magari coperto da rumori di fondo, o vi apposterete in qualche altura per fare piazza pulita dei dintorni? Quesiti che abbiamo già affrontato negli scorsi capitoli e che si ripresentano pari pari anche in Sniper Elite Resistance. Non che sia un male, dato che il gameplay alla base del tutto è più che rodato e funziona alla grande, ma forse qualche passetto in avanti sarebbe stato lecito aspettarselo.
Innegabile in ogni caso come le kill-cam a raggi X, vero e proprio marchio di fabbrica della saga, siano ora come sempre un vero e proprio spettacolo, capace di ammaliare tanto adesso quanto anni fa. Trovare il punto giusto dove appostarsi, aspettare che il bersaglio si posizioni nel modo corretto, prendere la mira, trattenere il fiato e premere il grilletto, vendendo premiati da una cruenta cinematic, è un qualcosa di altamente assuefacente, che vale decisamente il prezzo del biglietto.
PvP, co-op e molto altro ancora
Come in passato, Sniper Elite Resistance è un ottimo titolo anche per chi è alla ricerca di un’esperienza a più giocatori e non solo per chi vuole viversi la campagna in solitaria. La modalità principe del gioco, ad esempio, è affrontabile anche in cooperativa e si può pure venire invasi da un altro giocatore nel caso in cui si attivi la rispettiva opzione nel menu. Veder apparire la notifica che un altro utente si è intrufolato nella nostra istanza è un vero proprio tuffo al cuore, una scossa di adrenalina dovuta all’insorgere di una nuova, temibilissima minaccia.
Non mancano poi sfide secondarie, le immancabili opzioni PvP competitive e una modalità sopravvivenza, che propone esattamente quello che ci si aspetterebbe da essa, ossia il resistere a ondate sempre più numerose di nemici. Nulla di sensazionale o che non si sia mai visto in passato nella saga insomma, ma un piatto in ogni caso parecchio ricco, nel quale è un piacere tuffarsi e in cui si trova tutto quello che ci si sarebbe potuto aspettare.
Chiudiamo il nostro viaggio con l’ultima fatica di Rebellion raccontandovi dell’aspetto tecnico che, come potrete immaginare, non offre decisi passi in avanti rispetto all’episodio precedente. Certo, l’impatto non è male ed è comunque piacevole girare per le mappe e osservare i vari ambienti, ma la natura cross gen dell’opera è evidente sia nei modelli che nelle animazioni dei personaggi. Lato ottimizzazione il lavoro è in ogni caso buono, dato che non abbiamo avuto nessun problema con la configurazione presente a inizio articolo in Quad HD con dettagli alti.