Sniper Elite: Resistance cambia il protagonista ma non la formula | Provato

Rebellion ci ha permesso di provare per un'oretta e mezza, in remoto, Sniper Elite: Resistance, il nuovo capitolo della celebre saga stealth.

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a cura di Andrea Maiellano

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Rebellion ci ha permesso di provare per un'oretta e mezza, in remoto, Sniper Elite: Resistance, il nuovo capitolo della celebre saga stealth ambientata nella Seconda Guerra Mondiale. Questa volta, il protagonista non è il veterano Karl Fairburne, che ha già combattuto in ogni contesto possibile del triste quanto celebre conflitto, ma Harry Hawker, agente dello Special Operations Executive, inviato nel cuore della Francia occupata per fermare lo sviluppo della sempiterna, quanto temibile, arma nazista di nuova concezione.

Con una trama che combina intrighi, sabotaggi, situazioni adrenaliniche e tante esplosioni in puro stile USA, il titolo offre un’esperienza molto familiare per i fan, forse fin troppo visto che fatica davvero tanto a distinguersi dai suoi predecessori, anche in quei difetti che da sempre affliggono questa longeva serie.

Un gameplay fin troppo familiare  

La missione proposta nella demo che abbiamo avuto modo di provare, ci ha portato in una Lione notturna, con l’obiettivo di attraversare le linee nemiche per raggiungere un hotel e recuperare dei documenti di trasporto altamente confidenziali. Come nei capitoli precedenti, l’approccio alla lunga missione ha richiesto tanta pazienza e un pizzico di strategia: movimenti furtivi, uso oculato del binocolo e pianificazione di ogni spostamento si sono rivelati fondamentali per riuscire a raggiungere l'albergo in questione.

Le uccisioni stealth, con coltello o con la pistola silenziata, si sono rivelate efficaci come da tradizione per la serie, ma ogni singolo errore compiuto durante la nostra prova (volontario o di distrazione) a messo a serio rischio l’intera operazione.

La demo che abbiamo potuto testare era ancora acerba per quanto concerne la gestione di checkpoint e salvataggi automatici, motivo per il quale siamo stati costretti a cercare di portare a termine l'incarico principale senza morire, visto che l'obbligo di ripetere l’intera missione in caso di fallimento pendeva sulla nostra testa come una tronfia Spada di Damocle. Ovviamene non ci siamo riusciti subito, ma questa limitazione ci ha permesso di mettere alla prova alcuni aspetti dell'IA nemica e del bilanciamento in generale di questo nuovo capitolo, facendoci capire che siamo di fronte all'ennesimo "more of the same" tanto godibile, quanto prevedibile.

Le iconiche kill cam a raggi X sono state ovviamente migliorate, offrendo animazioni dettagliate e altamente scenografiche soprattutto durante le uccisioni con il fucile da cecchino. Tuttavia, il gameplay stealth e i tiri di precisione restano le uniche aree in cui il gioco brilla davvero, lasciando irrisolti i problemi storici della saga.

I combattimenti a fucile spianato, specialmente a media distanza e in spazi aperti, risultano ancora poco raffinati, così come l’intelligenza artificiale nemica alterna momenti di grande sfida, dove circondano sapientemente il protagonista o si lanciano a chiamare rinforzi, a comportamenti prevedibili o, addirittura privi di alcuna logica (come il meraviglioso generale nazista che ogni volta che entravamo in stato di allerta, e i nemici cominciavano a mobilitarsi per cercarci, decideva di andarsi a sedere su una panchina per riposare le gambe).

Anche in termini di difficoltà, la missione di Lione ci è sembrata leggermente sbilanciata, visto che nella stessa, identica, porzione di mappa, abbiamo sperimentato ogni tipo di approccio possibile, ritrovandoci di fronte degli avversari che, da un game over all'altro, cambiavano completamente comportamento, rivelandosi alle volte dei temibili segugi pronti a sparare da centinaia di metri con una precisione al limite dell'irrealistico, e altre volte dei manichini vestiti da nazisti pronti a farsi crivellare di colpi. 

Come da tradizione, una volta che si decide di approcciare il gioco nel modo per il quale è stato concepito, ovvero spostandosi nell'ombra alla ricerca di un appostamento dal quale iniziare a "cecchinare i vari malcapitati", il nuovo titolo di Rebellion regala il giusto mix di esaltazione e soddisfazione, ma nuovamente ci troviamo di fronte a un prodotto che, pur permettendo numerosi approcci diversi al giocatore, non riesce mai a brillare realmente al di fuori ddella sua formula consolidata di gameplay.

Poche ma significanti novità 

Tra le novità introdotte in Sniper Elite: Rsistance, spicca la modalità cooperativa per l’intera campagna, la quale permetterà ai giocatori di collaborare in ogni capitolo dell'avventura. Le missioni propaganda, sbloccabili durante il gioco, promettono invece di aggiungere profondità narrativa, andando a esplorare alcuni aspetti non solo dei vari peronsaggi ma di tutti gli eventi che gravitano attorno all'universo di gioco creato da Rebellion.

Purtroppo, essendo la nostra prova limitata a una sola lunghissima missione, non abbiamo potuto testare alcuna novità con mano, ma sembrano delle introduzioni capaci di garantire il giusto "valore aggiunto" a quello che, almeno per il momento, sembra un titolo molto conservativo

Sul fronte tecnico, invece, Sniper Elite: Resistance mostra ancora alcuni limiti evidenti. L’ambientazione, seppur ampia e dettagliata, tradisce un motore grafico oramai datato. Le animazioni dei vari personaggi sono ancorati alla generazione videoludica precedente, e gli effetti sonori, così come tutti gl ieffetti particellari e di illuminazione, pur risultando efficaci e convincenti, non rappresentano un vero salto di qualità rispetto al passato.

Prime conclusioni

Nonostante alcune perplessità, che speriamo vengano fugate una volta messe le mani sulla verisone definitiva del titolo, Sniper Elite: Resistance ha tutto il potenziale per attrarre i fan di lunga data. Il nuovo protagonista, di cui è ancora da valutare il carisma, e le piccole aggiunte al gameplay, come la cooperativa e le missioni resistenza, riescono a svecchiare l’esperienza generale.

Tuttavia, l’assenza di innovazioni significative, e le persistenti debolezze sul versante tecnico, sollevano alcuni dubbi sulla capacità del gioco di soddisfare realmente chi cerca qualcosa di nuovo, o anche solo diverso rispetto al passato, da questo nuovo capitolo della prolifica saga targata Rebellion.

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