Silent Hill f sarà vietato in Australia perché fa troppa paura

Silent Hill 2 Remake: troppi orrori psicologici per l'Australia? Gli elementi del gioco potrebbero scontrarsi con le rigide regole di classificazione.

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a cura di Giulia Serena

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La nuova uscita di Silent Hill f è stata bloccata dalle autorità australiane, gettando nell'incertezza i fan della storica serie horror in questo paese. Il Classification Board australiano ha emesso un "Refused Classification" per il titolo sviluppato da Konami, impedendone di fatto la distribuzione sul territorio nazionale. La decisione, che equivale a un divieto completo di vendita, non è stata accompagnata da motivazioni ufficiali, ma apre scenari preoccupanti per il futuro del gioco in Australia e solleva interrogativi sui limiti della censura videoludica.

Sebbene le autorità non abbiano specificato le ragioni del ban, è possibile ricostruire il quadro esaminando la descrizione dei contenuti maturi presente su Steam. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Konami, Silent Hill f contiene "rappresentazioni di discriminazione di genere, abusi su minori, bullismo, allucinazioni indotte da drvoghe, torture e violenza grafica". Due elementi in particolare potrebbero aver determinato il divieto: i riferimenti all'uso di sostanze stupefacenti e le rappresentazioni di abusi su minori.

La normativa australiana è storicamente severa su questi temi, nonostante l'introduzione nel 2013 della classificazione R18+, che ha permesso la distribuzione di contenuti più maturi. L'Australia mantiene una politica particolarmente restrittiva quando si tratta di rappresentazioni che coinvolgono minori o uso esplicito di droghe nei videogiochi, come dimostrano i precedenti casi di Blade Runner: Enhanced Edition e Omega Labyrinth Z.

Un ritorno alle atmosfere giapponesi degli anni '60

Silent Hill f rappresenta un punto di svolta per la serie, abbandonando le ambientazioni americane per trasportare i giocatori nel Giappone rurale degli anni '60. La protagonista Shimizu Hinako dovrà affrontare un viaggio nell'inquietante cittadina di Ebisugaoka, navigando tra puzzle complessi e creature mostruose per sopravvivere. Il titolo intende riflettere fedelmente i costumi e la cultura giapponese di quel periodo, creando un'esperienza horror profondamente radicata in un contesto storico e culturale specifico.

La valutazione ESRB (l'ente di classificazione americano) conferma la natura estremamente grafica del gioco, suggerendo che i contenuti controversi non siano semplici elementi marginali ma temi centrali dell'esperienza. Questo potrebbe rendere particolarmente complesso un eventuale adattamento per il mercato australiano senza compromettere significativamente la visione creativa degli sviluppatori.

La serie Silent Hill ha già affrontato problemi simili in passato. Nel 2008, Silent Hill: Homecoming venne inizialmente rifiutato dal Classification Board australiano principalmente per le scene di violenza estrema e lo smembramento dettagliato dei corpi. In quel caso, gli sviluppatori optarono per modificare il gioco, eliminando i contenuti più controversi per ottenere l'approvazione.

Non tutti gli editori scelgono però questa strada. Devolver Digital, ad esempio, si rifiutò categoricamente di modificare Hotline Miami 2 per conformarsi alle regole australiane, preferendo rinunciare a quel mercato piuttosto che compromettere la propria visione artistica. Sludge Life ha subito la stessa sorte per le sue rappresentazioni dell'uso di droghe, rimanendo ufficialmente inaccessibile agli utenti australiani su Steam.

Resta da vedere quale sarà la strategia di Konami: modificare i contenuti problematici per ottenere l'approvazione, oppure mantenere l'integrità creativa rinunciando al mercato australiano. La decisione dipenderà probabilmente dalla centralità dei temi controversi nella narrazione e nell'esperienza di gioco complessiva.

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2 Commenti

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Ok, sara vietato venderlo, ma sara' anche vietato comprarlo ?
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Ok, sara vietato venderlo, ma sara' anche vietato comprarlo ?
Non sono esperta di leggi australiane quindi non saprei dirti hahah, però credo che vietare l'acquisto di un prodotto digitale al giorno d'oggi sia quasi impossibile.
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