SIFU, il videogioco che vi farà rompere un po' di pad | Recensione
Sifu, la seconda produzione di Sloclap, è finalmente arrivato, sorprendendoci per la sua capacità di celebrare con riverenza le arti marziali.
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a cura di Andrea Maiellano
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Le prime ore spese assieme a Sifu ci hanno restituito le stesse sensazioni di quando, lo scorso aprile, ci trovammo di fronte a quel Returnal tanto divisivo, quanto coraggioso. La nuova produzione targata Sloclap, la seconda dal loro esordio nel mercato videoludico, ha moltissime analogie, in termini puramente concettuali, con l’ultima esclusiva PlayStation 5 realizzata dai ragazzi di Housemarque.
Entrambi sono produzioni per certi versi coraggiose, che volutamente accantonano i cliché tanto cari al pubblico odierno, per proporre dei concept meno “piacioni” e più votati a quella concezione di “videogioco che vuole sperimentare” che oramai sembra di uso esclusivo del panorama indie. Sifu, difatti, è un prodotto molto complesso da spiegare a parole e che può disorientare con i suoi trailer fumosi e poco esplicativi. È un beat ‘em up? È un action game? La storia ha uno spazio importante nell’esperienza? È un rogue-lite? Le risposte a tutti questi quesiti è molto semplice: Sifu è tutto questo e molto di più.
Sifu è una celebrazione del cinema di arti marziali, divenuto celebre nell’ultimo trentennio del 1900, realizzata attraverso un videogioco che per certi versi si può comparare alla visione di un artista che, carpendo e facendo propri gli elementi che più lo aggradano di diversi generi e tipologie di media, dona un identità personale alla propria opera. Sifu è proprio questo: una produzione coraggiosa, visionaria e per certi versi unica… oltre che un videogioco per gli amanti dei combattimenti ricchi di meccaniche solide, stratificate e dal livello di sfida impegnativo ma mai scorretto.
Una celebrazione dei "film di botte"
Le prime battute di Sifu sono dannatamente ispirate da un punto di vista squisitamente registico. Una telecamera posta dietro la spalla di quello che, apparentemente, è il protagonista della nostra avventura si pone l’obbiettivo di spaesare chi ha mangiato fino a ieri pane e “giochi di botte”; la posizione non è quella tipica di questa tipologia di produzioni ma bastano i primi istanti spesi a menare le mani per capire subito che Sifu non vuole essere il classico beat ‘em up.
La struttura del prologo potrebbe ingannare facilmente il giocatore: ci si sposta di stanza in stanza in una scuola di arti marziali, si lotta senza esclusione di colpi con gli avversari che popolano le varie aree e si giunge allo scontro con quello che sembra essere, a tutti gli effetti, il boss del livello iniziale dell’avventura.
Bastano pochi istanti a Sifu per cambiare le carte in tavola e farci comprendere che, in quella manciata di minuti, avevamo solo scalfito la superficie di un’esperienza ben più profonda. Il primo plot twist arriva esattamente alla fine del prologo e riesce a dare il via, attraverso un incipit poco originale ma perfettamente in linea con il genere di pellicole che vuole celebrare, a una storia che si regge brillantemente non per la semplicità dei temi trattati ma per l’ottimo comparto artistico che l’adorna, il sapiente taglio registico che la mette in scena e lo stile con cui viene narrata.
Senza anticiparvi troppo, Sifu pone le fondamenta della sua narrazione sulla più basilare delle storie di vendetta ma la narra al giocatore in maniera peculiare, alternando i fatti che vengono sciorinati attraverso i cinque livelli che la compongono, alle indagini che il protagonista porta avanti attraverso oggetti, ritagli di giornale e tutte quelle prove atte a racontare a lui, e di riflesso al giocatore, il contorno narrativo che, strato dopo strato, inspessisce la trama del titolo.
L'età... non conta?!
Per riuscire a mettere in scena questa narrazione su più binari, Sifu sfrutta una struttura dei livelli che abbraccia due generi: quello action, orientato all’esplorazione, e quel beat ‘em up tanto in voga negli anni 80 e 90. Ogni livello sarà un alternarsi di zone aperte, dove gironzolare cercando prove e indizi, porte chiuse, le cui chiavi potranno essere rinvenute in diversi momenti della storia e arene in cui scontrarsi con nutriti gruppi di nemici.
Se vi state chiedendo come sia possibile che in un’avventura, apparentemente, lineare come Sifu esista una qualsiasi forma di backtracking, la risposta arriva dalle dinamiche velate di rogue-lite che permeano l’intera esperienza di gioco. Ogni qualvolta che il protagonista morirà, difatti, verrà agiunta un’unità al contatore delle morti e la sua età avanzerà del totale raggiunto fino a quel momento dal counter. Se il nostro eroe aveva 20 anni al momento del decesso, e il contatore delle morti aveva raggiunto precedentemente quota 10, il protagonista tornerà in vita invecchiato di dieci anni.
Se tutto questo vi sta confondendo, non preoccupatevi, è normale. Come vi accennavamo poc’anzi, Sifu è complesso da spiegare a parole ma molto immediato nella sua esperienza ludica. In sostanza il protagonista può morire, e conseguentemente rialzarsi nello stesso punto del suo decesso, fino al raggiungimento dei 70 anni di età. Ogni morte aumenta di uno il contatore delle morti, sommandone il totale all’età raggiunta dal giocatore prima della sua dipartita, mentre eliminare dei nemici d’elite permetterà al protagonista di abbassare di uno il contatore delle morti.
Ogni qualvolta si supererà un decennio, per esempio passando dai 20 ai 30 anni di età, il protagonista perderà una porzione della sua barra della vita in favore di una maturata esperienza combattiva che gli farà infliggere più danni agli avversari. Il risultato è che all’età di 70, e più, anni, il protagonista sarà un vero e proprio “glass cannon”, tanto fragile quanto letale.
Come tutto questa meccanica dell’età vada a creare delle dinamiche rogue-lite all’interno di Sifu è presto spiegato. Poniamo il caso che il primo livello venga ultimato con un protagonista giunto oramai all’età di 45 anni e un contatore morti che si aggira attorno alla decina di decessi, al giocatore resteranno ben poche possibilità di terminare l’avventura senza incappare in un gameover e quindi si vedrà costretto a migliorare i suoi risultati nel livello precedente per poter avere più chance di portare a termine la storia di Sifu.
Questo “soft-reset” del salvataggio, mai del tutto permanente, permetterà, però, di portare con se tutti gli oggetti ottenuti fino a quel momento, offrendo la possibilità di aprire porte, e relative scorciatoie, all’interno dei livelli precedentemente affrontati, andando quindi a rendere l’esperienza meno punitiva e offrendo al giocatore la possibilità di far invecchiare il protagonista più lentamente.
Metti la cera... togli la cera...
Sifu, e ci teniamo a dirlo, non fa sconti. Se giocherete bene, apprenderete le combo, imparerete a leggere i pattern nemici e vi dedicherete a padroneggiare lo stratificato combat system, vi premierà adeguatamente per i vostri sforzi, garantendovi un’esperienza via via meno punitiva. Se, invece, deciderete di approcciarvi semplicemente pestando sui tasti di attacco senza criterio alcuno, vi prenderà a calci e a bottigliate sulle gengive esattamente come i nemici che accerchieranno costantemente il povero protagonista.
Questa costante volontà di spronare il giocatore a migliorarsi, viene accompagnata da un sistema di crescita del personaggio che, nuovamente, abbraccia più generi diversi, prendendo il meglio da ognuno di essi. Eliminare nemici, difatti, garantisce sempre l’acquisizione di punti esperienza, così come il recupero di una piccola porzione di energia vitale, questi punti potranno essere spesi per far apprendere al protagonista, in seguito a una dipartita o al termine di un livello, nuove tecniche combattive e migliorare le sue abilità passive.
Alla stessa maniera, all’intenro dei livelli, sarà possibile reperire delle statue di giada in grado di fornire dei bonus temporanei ottenibili rispettando determinati parametri, come ad esempio l’età massima raggiunta dal protagonista in quel determinato momento.
Dove, però, Sifu brilla realmente, è attraverso il suo combat system, che si rivela un perfetto mix fra un beat ‘em up e un picchiaduro tradizionale. La base si fonda sull’utilizzo di attacchi medi e pesanti, che si possono infliggere rispettivamente attraverso la pressione di quadrato e triangolo, e le cui combo si rivelano molto facili da assimilare nelle fasi preliminari del gioco.
Si può parare, o deviare con il giusto tempismo, attraverso la pressione di L1 così come è possibile schivare le offensive avversarie premendo R2. Fin qui nulla di particolarmente complesso ma appena la tridimensionalità offerta dai combattimenti di Sifu prende la meglio, il giocatore si troverà letteralmente soverchiato dalle numerose mosse a disposizione del protagonista.
Proprio questa mole di opportunità ci ha messo di fronte a qualche sbavatura tecnica che, seppur di poco conto nel complesso dell’opera, poteva essere gestita con maggior accuratezza da parte degli sviluppatori. Molte delle deviazioni, o dei colpi più complessi, richiedono di premere un tasto e, simultaneamente, inclinare con precisione la levetta analogica in una determinata direzione.
Una meccanica intelligente e ben congegnata, in grado di offrire la giusta tridimensionalità ai combattimenti ma allo stesso tempo si trova a stridere, in alcune situazioni concitate, con l’eccessiva precisione che richiede per essere messa in atto.
Al netto di questo dettaglio, il combat system di Sifu è puro godimento per gli amanti del genere: combo complesse, nemici aggressivi, possibilità di interagire con l’ambiente circostante, e di sfruttare gli oggetti come armi, la possibilità di sfruttare una barra della concentrazione per sferrare attacchi potenti e imparabili e quella perenne atmosfera elegante e caotica in egual misura, tipica delle produzioni cinematografiche del genere.
Un combat system che, unito alla sapiente esplorazione offerta dai livelli, alle meccaniche rogue-lite e a una curva della difficoltà che per ammorbidirsi impone al giocatore di migliorarsi, rendono l’ultima produzione di Sloclap il cosiddetto ago in un pagliaio di produzioni tutte simili e votate al compiacimento generale del pubblico. Sifu non è per tutti, non vuole esserlo ma indubbiamente sa premiare chiunque lo approcci con la consapevolezza di trovarsi di fronte a un’esperienza peculiare.
Sifu e la next gen
Andando ad analizzare il comparto tecnico, troviamo alcune sbavature figlie del budget, probabilmente, ridotto con cui è stato realizzato Sifu. Laddove il gameplay è un perfetto meccanismo svizzero in cui tutti i componenti si muovono con precisione certosina, sul versante della realizzazione tecnica si possono notare alcune sbavature decisamente marcate.
Alcuni nemici si palesano con pattern d’attacco confusi, casuali e poco chiari; le compenetrazioni con gli elementi statici sono notevoli e mostrano una quasi assente interazione con gli scenari che rischia di incrinare l’immersione del giocatore in determinati frangenti dell’avventura e in alcuni momenti la fisica di Sifu parte per la tangente con animazioni che perdono la bussola generando situazioni ilari ma mai così gravi da obbligare il giocatore a ricaricare il checkpoint precedente.
Artisticamente parlando, Sifu è un concentrato di stile. Laddove le animazioni, precise e armoniose, e il comparto grafico, realizzato con cura e ricco di dettagli, non riescono a nascondere la natura da “produzione a budget contenuto”, subentra la direzione artistica di Sifu che, fra una regia impeccabile, e che non si contiene nel citare costantemente i capisaldi del genere, e una palette cromatica in grado di amalgamarsi sempre in maniera impeccabile alle situazioni offerte dal gioco, restituisce al giocatore una visione d’insieme sempre maestosa, ispirata e ricca di respiro.
Se proprio dovessimo trovare un difetto, appunteremmo la gestione della telecamera che, in alcune situazioni, non è riuscita a seguire l’azione in maniera ordinata, facendoci perdere la percezione di cosa stesse succedendo durante i combattimenti.
La versione per Playstation 5 di Sifu, infine, ha mostrato performance indubbiamente solide. Una risoluzione di 4k dinamici, affiancata da un framerate stabile a 60 fps, ci hanno offerto un’esperienza decisamente soddisfacente e l’utilizzo dello speaker posto all’interno del Dualsense, per riprodurre l’effettistica ambientale presente nelle varie aree di gioco, ha indubbiamente favorito l’immersione generale.
Il doppiaggio in inglese si è rivelato sempre gradevole, così come la localizzazione dei testi in Italiano sempre accurata, al netto di un paio di righe di debug, dimenticate dagli sviluppatori in fase di polishing.
Voto Recensione di Sifu - PlayStation 5
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Combat System immediato ma molto complesso da padroneggiare.
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- Appagante come pochi altri titoli del genere.
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- Artisticamente molto ispirato e con una colonna sonora che celebra il cinema d'arti marziali.
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- Se si viene catturati dalle sue dinamiche... Sifu genera dipendenza.
Contro
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- Sparute imprecisioni negli input durante le combo più complesse.
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- Alcune sbavature tecniche qua e la.
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- La telecamera, in alcune occasioni, non aiuta ad avere sotto controllo il combattimento.
Commento
Sifu è una perla rara che merita di essere scoperta, provata e valutata soggettivamente, dal più grande bacino di utenza possibile. Esattamente come la nostra esperienza con Returnal, ci troviamo di fronte a un prodotto che, oltre a segnare la maturità del suo team di sviluppo, si discosta da tutti quei cliché indispensabili per accalappiare il maggior numero di utenti e si erge solo sulla sua originalità e sulla bravura dei suoi creatori nel confezionare un titolo che non fa sconti e non scende a compromessi. Sifu è un insieme di generi che collimano in un gioco appagante, per certi versi punitivo ma mai scorretto. Una celebrazione dei beat em up, e del cinema di arti marziali, adornata da un comparto artistico peculiare e ispirato che sprigiona stile da ogni suo pixel. Siamo sicuri che non piacerà a tutti quelli che lo proveranno ma è anche giustissimo che sia così, proprio in virtù dell'evitare un appiattimento generale di quell'esperienza che titoli come Sifu vogliono mantenere varia e, soprattutto, originale. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di premiare Sifu con il nostro Award.