Shenmue 3 | Recensione
Shenmue 3 è finalmente arrivato, pronto a farci fare un tuffo indietro nel tempo per proseguire l'odissea personale del giovane Ryo.
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
Shenmue 3 è finalmente arrivato, pronto a farci fare un tuffo indietro nel tempo per proseguire l'odissea personale del giovane Ryo.
Shenmue 3, una delle più note chimere del mondo videoludico assieme ad Half Life 3, è finalmente arrivato. Un titolo in grado di schiacciare ogni record di fondi raccolti su Kickstarter raggiungendo l’astronomica cifra di oltre sei milioni di dollari, a monte dei timidi due richiesti dal team di sviluppo, arrivando fin sul palco di SONY, durante l’E3 del 2015, grazie all’importanza che questo nome ha raggiunto all’interno dell’immaginario videoludico.
Shenmue 3, un titolo anacronistico che rimane volontariamente ancorato a un futuro passato. A un periodo in cui uno sfortunato Dreamcast regalava, ai giocatori che gli davano fiducia, esperienze inimmaginabili per l’epoca e in grado di muovere emozioni che rimangono comprensibili solo a chi le ha vissute in quel lontano 2001. Già, perché è li che va collocato Shenmue 3 per essere compreso appieno, per non storcere immediatamente il naso sulle prime inquadrature proposte dalla nuova produzione di Yu Suzuki e per potercisi immergere con una corretta forma mentis.
Shenmue 3… 18 anni dopo
Chi vi scrive non vi nega che ritrovarsi dopo 18 anni nella grotta in cui Ryo Hazuki rinvenne l’affresco raffigurante gli specchi del Drago e della Fenice, alla fine del precedente capitolo, è stato come vedere una foto della propria giovinezza. In un istante potevo percepire l’odore della mia camera nella casa dei miei genitori, ripensare ai momenti della mia vita in cui la saga di Yu Suzuki mi ha accompagnato, cullando i miei pomeriggi spesi fra gli amici, le prime sigarette e la ricerca del padre di Shenhua. Se i primi momenti di Shenmue 3 sono riuscite a smuovermi queste sensazioni, così come lo avranno fatto in migliaia di appassionati in tutto il mondo, il “me” che vi scrive, e che deve sottostare a un’onestà verso chi legge, si è reso conto che la misticità di quei momenti non attecchirà nella stessa maniera sulle nuove generazioni, quelle che hanno catalogato in fretta e furia la recente collection dei precedenti due capitoli come “materiale over-prezzato per vecchi”. Gli stessi giocatori moderni che magari si troveranno a dover scegliere fra l’avventura di Ryo o l’odissea di Cal Kestis… proprio per loro il mio consiglio è indubbiamente quello di imbracciare senza remore una spada laser perché Shenmue 3 è una produzione per pochi.
La maestosità tecnica che i precedenti capitoli sapevano regalare, cede il passo alle emozioni di poter scoprire come continua l’opera di Yu Suzuki. Una trama di cui non vi sveleremo nulla, perché tutta questa attesa non merita alcun tipo di anticipazione, quello che possiamo dirvi è che, indubbiamente, la volontà dell’autore di narrare la storia nella sua completezza non si è affievolita in tutti questi anni. Possiamo, però, rassicurarvi che se fate parte di quei giocatori che hanno spolpato i primi due capitoli, Shenmue 3 non vi deluderà nemmeno per un secondo, regalandovi gli stessi pro e contro di circa vent’anni fa. Dopo un breve prologo, difatti, ritroverete la stessa formula che rese celebre l’opera di Suzuki: passeggiare per i vicoli, cercare indizi, perdere tempo con i vari mini-giochi e spendere ore nel “farmare”. Il mondo di gioco, per quanto decisamente migliore in termini puramente grafici, rimane con le stesse limitazioni del passato, con i rigagnoli d’acqua che ancora bloccano Ryo e delle piccole pietre che si trasformeranno in ostacoli insormontabili. Permangono, inoltre, quasi tutti gli elementi che si ponevano l’obbiettivo di simulare la vita reale, seppur la scelta, poco comprensibile, di estromettere gli orari di apertura dei negozi dall’incedere del tempo nel mondo di gioco, ha reso meno immersiva l’esperienza offerta da Shenmue 3 rispetto al passato.
Rimane, però, forte la natura simulativa dell’opera che in Shenmue 3 viene ampliata focalizzando l’azione di gioco attorno alla barra della resistenza che permetta di gestire gli sforzi a cui Ryo sarà sottoposto durante le attività quotidiane e i combattimenti. In teoria l’idea poteva essere vincente, considerando la forte componente simulativa che da sempre contraddistingue la saga, ma la resa effettiva non riesce a convincere appieno e rischia di risultare ben presto frustrante. La resistenza di Ryo, difatti, viene consumata da qualsiasi azione compieremo durante il gioco, che si tratti di una semplice camminata o di un logorante combattimento, e una volta terminata il nostro eroe non potrà far altro che passeggiare in quanto privo di forze. L’unico modo per riempire questa barra della resistenza sarà mangiando ma il cibo, in Shemmue 3, non è gratuito e per comprarlo dovremmo far lavorare il povero Ryo, dando il via a una catena infinita di “farming” che verrà, inoltre, costantemente interrotta dalle dinamiche stesse del gioco e minata dalle estenuanti sessioni di allenamento, atte a migliorare la propria maestria con il Kung Fu.
L’amore di Yu Suzuki verso il Kung fu non è mai stato un segreto e in Shenmue 3 ha voluto migliorare lo storico Combat System della serie per renderlo ancor più fedele alla realtà. Gli scontri, difatti, si basano sulla pressione dei vari pulsanti in un ordine ben preciso per permettere al giovane Ryo di compiere le varie tecniche di cui è a conoscenza. Un sistema dall’elevato sapore tattico e in grado di regalare grandi soddisfazioni quando si comincia a padroneggiarne appieno le dinamiche, inanellando colpi e parate durante scontri in grado di rimembrare le atmosfere di Virtua Fighter al gameplay di un Rythm Game. Qualche pesante incertezza l’abbiamo riscontrata nel sistema di agganciamento, non sempre preciso e poco confortevole per via di un assegnamento poco comprensibile al Joystick destro del pad. E in virtù dell’aver citato il celebre fighting game di SEGA, dispiace constatare che a causa dell’ovvia mancanza di licenze, i cabinati della celebre compagnia giapponese siano assenti dal ventaglio di mini-giochi offerti da Shenmue 3, andando a confinare nei ricordi passati le iconiche ore spese assieme a Ryo in sala giochi.
Le emozioni prima di tutto
Se fate parte di quei giocatori che non hanno mai provato un capitolo della saga, speriamo che leggendo queste righe abbiate capito che tipo di esperienza riservi Shenmue 3. La dedizione richiesta dal realismo dell’opera riesce, a tratti, a far impallidire persino la cervellotica pianificazione delle consegne del povero Sam in Death Stranding. Come accennavamo in apertura, l’ultima opera di Yu Suzuki è un atto d’amore verso chi ha supportato il suo lavoro negli anni, finanziato prevalentemente dai fan e creato con il chiaro obbiettivo di ricreare “in toto” le atmosfere di un epoca videoludica oramai passata. E quest’ultimo obiettivo, Shenmue 3, lo assolve pienamente con un comparto artistico evocativo e di estasiante bellezza. Esulando per un momento dal comparto tecnico, che analizzeremo in seguito, non possiamo ignorare le emozioni che i dialoghi fra i personaggi riescano a far trasparire, così come i differenti paesaggi, che rappresentano sicuramente il punto più alto della produzione, riescano a restituire sensazioni forti e davvero difficili da descrivere con delle semplici parole. I brani della colonna sonora riescono a trascinare la mente in un posto calmo e surreale così come la narrazione, lenta e riflessiva, ammalia con il suo incedere portando il giocatore a immergersi completamente in quel “fine anni 80” in cui la storia si svolge.
Per quanto le emozioni possano far soprassedere sulle imperfezioni tecniche, bisogna ammettere che Shenmue 3 è lontano anni luce dalle innovazioni tecniche di cui i suoi antenati si potevano fregiare. Per quanto sia vero che ci troviamo di fronte a una produzione semi-indipendente, è anche vero che alcune importanti sbavature tecniche presenti nel titolo non abbiano nulla a cui spartire con un comparto grafico visibilmente arretrato. Esulando dal commentare le animazioni rigide dei modelli poligonali, e la loro scarsità nei dettagli, non si può soprassedere sul numero importante di rallentamenti che abbiamo riscontrato durante la nostra prova, così come la moltitudine di volte che dei fastidiosi “pop-up” hanno fatto apparire dal nulla qualche NPC nella città di Niawou. Il problema più grave, però, lo abbiamo riscontrato nella totale mancanza di coerenza di alcuni dialoghi che non rispettavano per nulla le scelte fatte durante la nostra avventura ma semplicemente si innescavano quando il gioco lo richiedeva, dando vita a momenti totalmente surreali e al limite del demenziale. Non si tratta, ovviamente, di momenti importanti per il prosieguo della storia ma, in una produzione incentrata sulla narrazione come Shenmue 3, resta indubbiamente un difetto importante. Meno nocivi per l’esperienza di gioco finale, anche se indubbiamente genereranno una stregua di Meme tra i fan, il taglio registico utilizzato dagli sviluppatori, rapido e nervoso come in un film di Michael Bay, e la recitazione in lingua inglese dei dialoghi che riesce a spaziare da prove d’attore convincenti a dialoghi totalmente privi di anima.
Voto Recensione di Shenmue 3 - PlayStation 4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Comparto artistico sempre di ottima fattura.
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- I fan non resteranno delusi.
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- La trama funziona e si prende i suoi tempi per narrare al meglio la storia.
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- L’essenza di Shenmue è ancora viva, senza sconti per le nuove generazioni.
Contro
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- La barra della resistenza è un'implementazione riuscita solo parzialmente.
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- Mappatura dei comandi, su console, poco confortevole.
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- Alcuni dialoghi si innescano in momenti errati.
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- Numerose sbavature tecniche che mostrano una scarsa ottimizzazione.
Commento
Avessimo spento il Dreamcast al termine della nostra prova di Shenmue 3 potevamo tranquillamente affermare di essere di fronte a un altro importante tassello della storia del videogioco ma, all’alba del 2020, l’anacronistico gameplay dell’opera di Yu Suzuki rimane attraente solamente per i fan dei due capitoli originali. Si potrebbe disquisire per ore sul fatto che saghe come Super Mario mantengano la stessa formula da oltre trent’anni ma si parla di concetti ed esperienze completamente diverse. Il voto numerico è un indicatore per tutti quei giocatori che non hanno mai avuto modo di vivere l’avventura di Ryo ed è dettato da una volontà anacronistica che non riesce a imporsi al fianco delle produzioni odierne. Per tutti quelli invece che, come chi vi scrive, hanno vissuto Shenmue a cavallo con il nuovo millennio… davvero state leggendo la recensione invece di scoprire cosa succede dopo questi lunghi 14 anni?