Senua's Saga Hellblade 2 | Recensione - La miglior esperienza audiovisiva degli ultimi anni
Dopo anni di attesa, siamo finalmente pronti per raccontarvi tutto quello che c'è da sapere su Senua's Saga Hellblade 2 in questa recensione.
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a cura di Andrea Riviera
Managing Editor
Sono passati ben cinque anni dall'annuncio di Senua's Saga Hellblade 2 ma, finalmente, dopo trailer poco chiari e immagini fine a se stesse, il seguito di Hellblade: Senua's Sacrifice è finalmente arrivato su Xbox Series X|S e PC.
Inutile nasconderci dietro a un dito, lo scetticismo nei confronti di questo titolo è stato notevole, un po' a causa del fatto che il primo capitolo era stato pensato per essere un'esperienza conclusiva e un po' perché Microsoft, ora proprietaria sia del team Ninja Theory che della proprietà intellettuale, non ha mai davvero spinto il gioco a livello comunicativo, quasi come se volesse nasconderlo rispetto agli altri videogiochi della lineup.
Immaginate la mia sorpresa, quindi, quando una volta concluso e appoggiato il controller sono rimasto a osservare lo schermo, immobile, per cinque minuti, incredulo per ciò che avevo appena vissuto.
Sì, perché questi ragazzi inglesi hanno realizzato un'autentica opera d'arte che per quanto mi riguarda non è solo la miglior esperienza, per ora, di questo 2024, ma si pone per essere un'opera in grado di portare il medium su un nuovo livello di autenticità ed emotività.
Trovare uno scopo
Il gioco è ambientato dopo il primo capitolo e vede Senua recarsi in Islanda. Il perché e come ci arriva preferisco non raccontarvelo e il motivo è semplice: rischierei di rovinarvi la storia.
Posso, però, esprimermi su come questa vicenda mi abbia toccato le corde dell'animo e mi abbia emotivamente travolto in un susseguirsi di situazioni scritte in maniera divina e interpretate da un cast di attori semplicemente straordinario, tra cui spicca Melina Juergens (Senua), protagonista di un'altra recitazione a livelli eccelsi.
Ed è proprio nella struttura narrativa e di come procede il racconto che si avverte già un'importante differenza rispetto al primo capitolo. In Hellblade 2 abbiamo una trama più comprensibile e meno opprimente, seppur sempre contornata da momenti onirici e introspettivi con un'atmosfera matura e oscura. In tal senso, il team ha saputo lavorare sapientemente sul donare ai giocatori una storia che potesse sorprendere, soprattutto dopo il gran finale del predecessore che impostava un nuovo modo di "osservare" ciò che ci stava attorno.
La psicosi di Senua rimane, ovviamente, una parte centrale, ancora più soffocante rispetto al passato e concentrata nell'instillare altri dubbi personali, maggiormente focalizzati su ulteriori echi del passato della sua vita che ne approfondiscono il background con un'intelligenza senza pari.
Ma non è tutto: come spiegato, non era facile prendere una strada diversa, ma la software house inglese ci è riuscita, integrando personaggi secondari e molta più varietà, sia nelle situazioni di calma che durante i brutali combattimenti che vi troverete ad affrontare.
Tra un utilizzo fantastico di termini onomatopeici e una delicatezza unica nel raccontare alcuni temi, la storia di Hellblade 2 è forse meno ricca di colpi di scena del primo capitolo, ma più impattante emotivamente e in grado di spingervi a rigiocarlo per provare alcune novità narrative che arricchiscono la storia, rendendola ancora più corposa e interessante.
Al termine delle circa otto ore necessarie per concludere l'avventura sono certo che lascerete cadere il controller, fissando lo schermo, incapaci di rendervi conto di ciò che avrete vissuto.
Un'esperienza solida e immutata
Se vi aspettate di ritrovarvi dinanzi a un gioco diverso, sappiate che non è così. Hellblade 2 non è diventato improvvisamente un action game e non ha mai voluto esserlo. Ha continuato per la sua strada, dando vita a un'altra bellissima storia, migliorandola notevolmente dove ce ne era più bisogno.
Non aspettatevi puzzle ambientali più complessi, non aspettatevi nemmeno un percorso meno lineare o un level design più stratificato. Il gioco di Ninja Theory si concentra sulla storia, rendendo combattimenti ed enigmi un mero pretesto narrativo e cinematografico. È un videogioco da vivere con tranquillità, non è una produzione pensata per farvi sfogare o sorprendervi con meccaniche particolari; il suo focus è la narrazione e come questa si aggrappa al gameplay, non viceversa.
Ci sono comunque delle migliorie, soprattutto sulla riduzione dei puzzle e sull'averli resi meno banali e più diluiti durante l'avventura. Passerete, infatti, più tempo ad ascoltare dialoghi e a far fronte a combattimenti uno contro uno rispetto a cercare dei modi per superare alcuni punti del gioco.
A tal proposito, le sfide a suon di spada sono di tutt'altra caratura rispetto al precedente episodio e questo non solo dal punto di vista del feeling o della varietà dei nemici (qui molti di più) ma anche e soprattutto della regia: gli stacchi tra combattimenti e cutscene sono praticamente inesistenti e ogni battaglia risulta brutale, sanguinolenta e immersiva. Non abbiamo combo diversificate a parte schivata e i soliti attacchi leggeri e pesanti, ma le animazioni da film, l'impatto dei colpi e la direzione artistica e la dinamicità di questi scontri, a volte con diversi personaggi a schermo, rendono ogni scontro una vera e propria goduria ludica che difficilmente scorderete.
Qualcuno potrebbe considerare dei difetti le poche novità rispetto al predecessore in termini di gioco, ma per quanto mi riguarda penso che non siano i puzzle a rendere grande Hellblade, quanto più la sua protagonista e le vicende che attraversa, soprattutto per come queste vengono vissute e affrontate. Una volta che ci si sente immersi in questo racconto, una volta che questo vi lascia qualcosa, tutte le poche essenziali mancanze di gioco vi sembreranno solo della banalità.
Un nuovo stato dell'arte
Prima ho citato la regia non a caso. Ninja Theory ha svolto un lavoro encomiabile sulla regia di Hellblade 2, dando vita a quello che è, a conti fatti, un unico piano sequenza che si spezza solo verso la fine del gioco: non si notano mai stacchi, nemmeno in momenti in cui sono presenti veri e propri salti temporali. Il modo in cui il team ha diretto la narrazione è sbalorditivo, rafforzando la scrittura dei dialoghi, facendo molta attenzione a ogni più piccolo dettaglio e gestualità dei personaggi.
Chiaro che tutto è enfatizzato dal clamoroso lavoro sulla parte tecnico-grafica. L'utilizzo dell'Unreal Engine 5.4 porta Hellblade 2 a divenire un'esperienza next-gen fotorealistica. Il team ha passato diversi giorni a fotografare ogni più piccola zona dell'Islanda e sfruttando la tecnica della fotogrammetria è riuscito a rendere l'ambientazione tra le più belle che siano mai apparse in un videogioco.
Ma non solo, gran parte della bellezza dei combattimenti e dei dialoghi derivano da un enorme lavoro sul motion capture. Ninja Theory ha, infatti, lavorato per 69 giorni per dare vita ad animazioni sul combat system che fossero il più realistiche possibili - e pensate che nel gioco precedente ce ne misero soltanto due di giorni, giusto per farvi capire l'enorme differenza produttiva -. Il tutto è chiaramente visibile: gli scontri non sono mai uguali o con gli stessi nemici.
Ogni più piccolo granello di sabbia è riprodotto in maniera da sembrare reale. Ma non solo, anche le gocce di sudore, i pori della pelle e le pupille, il vestiario dei personaggi, l'illuminazione o gli effetti climatici. Sarete dinanzi a uno showcase visivo senza precedenti e a volte non capirete se quello che state vedendo sia reale oppure no.
Sono certo che molti enfatizzeranno il fatto che questa esperienza sia una produzione lineare a 30 fps (su console), ma quello che questo team ha saputo realizzato con sole 80 persone è senza dubbio impressionante. Grazie alla photo mode, presente sin dal lancio, sono certo che vivremo alcune delle immagini più belle mai viste in un'opera di intrattenimento.
Nonostante la parte visiva sia fantastica, anche in virtù di un lavoro sul comparto artistico senza precedenti, non è la parte migliore di Hellblade 2. Ebbene sì, perché ancora una volta la componente audio si pone per essere al di sopra di qualunque titolo giocherete quest'anno. Non solo le Furie (le voci nella testa di Senua) sono ancora più insistenti, infastidendo Senua - e anche noi - per tutta la durata dell'avventura, ma ogni singolo suono presente nel gioco sfrutta l'audio binaurale tridimensionale e ciò significa che se un tuono cade sulla destra, noi lo sentiremo dall'orecchio destro.
Sembra scontato scriverlo, ma è ovvio che questo gioco va assolutamente approcciato con un paio di buone cuffie. Niente soundbar o TV, ma due bei padiglioni in grado di farvi godere di ogni singolo scrosciare dell'acqua sulle rocce, impatto di spada o voci continue.
Il lavoro sulle Furie ci fa ben capire che cosa significa essere nei panni della protagonista, convivere con le voci anche durante dialoghi con altri personaggi e sforzarsi di concentrarsi per capire ogni discorso. Le voci non smettono mai di tacere, continuano a parlarci, a volte sostenendoci, altre volte contraddicendoci. Senua, con questo lavoro sull'audio, siamo noi. Avvertiamo la sua psicosi e ne portiamo parte del fardello.
A contornare quella che è un'esperienza senza precedenti ci pensa la colonna sonora. Musiche fantastiche, in grado di lasciarvi a bocca aperta ed enfatizzare i momenti drammatici che viviamo o i sanguinolenti combattimenti a ritmo di tamburi e cori nordici dal ritmo costante. Anche qui è possibile facilmente constatare dei passi in avanti importanti, un po' dovuti al budget e un po' all'ambizione e alla volontà di creare qualcosa di unico.
Senua's Saga Hellblade 2 non è un semplice gioco, è un'opera d'arte che va vissuta.
Voto Recensione di Senua's Saga Hellblade 2
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Tecnicamente, graficamente e artisticamente irreale
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Comparto audio magistrale
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Regia da urlo
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Narrazione impeccabile
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Solido, sia su PC che su Xbox Series X
Contro
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Chi non ha apprezzato il primo, non apprezzerà nemmeno questo seguito
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Poche differenze in termini di gameplay