C’è una sensazione molto specifica che è ci è traspirata durante questi The Game Awards: nonostante la solita dose di nomination e candidature, non abbiamo potuto che notare quanto spazio sia stato dato a trailer e annunci di ogni tipo, come per Star Wars Eclipse, Alan Wake 2 o anche Sonic Frontiers. Non fraintendete, abbiamo davvero apprezzato tutti i reveal e senza dubbio non possiamo negare che lo show di Geoff Keighley sia ormai divenuto particolarmente importante nell’industria del gaming. Tuttavia, l’evento è diventato sempre più vicino a qualcosa come l’E3 di Los Angeles e si allontana progressivamente da ciò che dovrebbe essere.
I The Game Awards 2021 si sono tenuti la notte tra il 9 e il 10 dicembre, dalle 2:00 alle 5:00 del mattino. Ad averci sorpreso sono due elementi che hanno composto queste tre ore di diretta streaming: la quantità di annunci di grande spessore e il tempo rilegato all’effettiva premiazione delle diverse categorie, componenti dello show la cui importanza sembra diventare sempre più inversamente proporzionale. In precedenza, i TGA avevano già dimostrato di voler dare altrettanto spazio ai publisher per rivelare o tornare a mostrare giochi su cui stanno lavorando, ma adesso il divario con gli effettivi “Awards” è divenuto molto più accentuato.
Un chiaro esempio è la già citata mole di annunci, ma ad essere particolarmente esplicativa, a nostro avviso, è la rapidità con cui i presentatori hanno annunciato alcuni vincitori per le categorie. Alcuni venivano addirittura effettuati a “raffica”, in piccoli spezzoni della live che duravano al massimo pochi minuti ed eliminando completamente l’importanza che quelle categorie avevano di fronte a tutto il resto. Ricordate chi ha vinto il premio per Best Audio Design? Se no, è perché ve lo siete persi durante il pre-show, quando gli annunciatori hanno presentato la vittoria di Forza Horizon 5.
Di fronte a una sempre minore importanza delle premiazioni, che vengono addirittura estrapolate dalla diretta vera e propria, ci siamo posti una domanda essenziale, che riassume in poche parole non tanto ciò che i TGA stanno diventando bensì qual è la loro immagine agli occhi di noi spettatori: continueremmo a seguire i The Game Awards se non venissero fatti annunci di alcun tipo? Per rispondere, dobbiamo di fatti capire cos’è lo show di Geoff Keighley oggi in base a come è cambiato nel corso degli anni.
L’ultima edizione è stata, siamo onesti, una diretta sulla falsariga dell’E3 o della Gamescom e che nulla aveva a che fare con le premiazioni dei titoli. I The Game Awards sono diventati un mezzo perfetto per le strategie di marketing dei grandi publisher e ognuno ne vuole una fetta (escludendo Nintendo che quest’anno è stata particolarmente assente). La sempre maggiore importanza dell’evento ha aumentato tanto l’interesse dei giocatori - i consumatori - che delle grandi compagnie che non possono più negarne la rilevanza nell’industria.
Il meccanismo che si è venuto a creare è che, nel voler accontentare tutti, l’organizzazione dei TGA si è trovata inevitabilmente costretta a dover gestire meglio i tempi, togliendo spazio alle premiazioni. Già negli anni passati avevamo cominciato a notare questa tendenza, ma con l’edizione del 2021 abbiamo potuto guardare con i nostri occhi la concretizzazione del cambiamento dell’evento. Per questo motivo, riprendendo la domanda che ci siamo posti, è davvero difficile ormai immaginare i The Game Awards senza annunci di alcun tipo. Cosa resterebbe se togliessimo i trailer e teaser, le demo gratuite, i giochi in sconto, le ormai falsissime e paradossalmente ricercate World Premiere?
Ve lo diciamo noi: i TGA rimarrebbero uno show dalla durata massima di un’ora in cui gli spazi disponibili nella scaletta sarebbero rilegati alle premiazioni, interventi di esponenti di spessore dell’industria e, perché no, la meravigliosa orchestra dei Game Awards. Siamo onesti con voi quando vi diciamo che non sarebbe neanche un male, purché venga mantenuto il valore culturale del medium del gaming. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere che un evento del genere, dove i publisher non possono investire i loro fondi per spingere mediaticamente i loro giochi in sviluppo, non è affatto "vendibile".
Se da un canto i TGA devono poter esistere senza gli annunci, dall’altro è proprio la loro presenza a perseverarne l’esistenza e a garantire una sempre maggiore quantità di spettatori. Per cui no, nessuno seguirebbe i The Game Awards senza gli annunci, o almeno il pubblico diminuirebbe drasticamente riducendo di conseguenza l’importanza dell’evento nella nostra industria. Insomma, sembra abbastanza evidente che siamo arrivati a un punto morto dove la sussistenza dei trailer mina il valore della premiazione da cui lo show prende il nome, ma che allo stesso tempo è essenziale per la sua sopravvivenza nei prossimi anni.
Chiaramente, molti di voi staranno pensando che per risolvere il problema basterebbe limitare ai publisher la possibilità di condividere trailer sul palco messo su da Keighley, magari lasciando spazi soltanto alle grandi compagnie come Sony, Microsoft e Nintendo che hanno invece la possibilità di mostrare più giochi in un singolo slot. Tuttavia, anche estendere la durata dell’evento potrebbe essere una soluzione efficace, in modo tale da poter dare la stessa importanza sia alle premiazioni che alle tanto amate World Premiere.
Noi crediamo che un buon modo per gestire meglio i contenuti dei TGA è quello di scindere in due eventi differenti lo show, mantenendo i The Game Awards come una reale premiazione dei migliori giochi dell’anno e creando un format parallelo, che potrebbe andare in onda anche il giorno prima, dedicato esclusivamente agli annunci. Dopotutto, Keighley gestisce già il Summer Game Fest, che di fatti serve proprio a dare spazio ai publisher durante il periodo estivo e che anche quest’anno ha dimostrato di divenire sempre più rilevante.
Ciò che sappiamo per certo è che una soluzione esiste e va decisa. I The Game Awards vogliono essere una celebrazione dei giochi, sia per gli utenti che per gli sviluppatori di tutto il mondo, ma quest’anno sono stati la cosa più lontana da questa definizione. Ricordiamo la gloriosa edizione del 2017, apertasi con l’incredibile orchestra che suonava i brani memorabili dei titoli più importanti di quegli anni, da Persona 5 a The Last of Us, da The Witcher 3 a The Legend of Zelda. Quella era una reale celebrazione del medium, che merita di essere omaggiato, soprattutto in un anno così difficile per i lavoratori dell’industria di tutto il mondo. Staremo a vedere se Keighley capirà cosa sta andando storto, sperando che non venga abbagliato da quei numeri sempre crescenti.
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