Uno dei giochi che ho apprezzato di più dello scorso anno è senza ombra di dubbio alcuno Returnal. L’opera di Housemarque, grazie a una narrazione criptica, un’ambientazione dannatamente misteriosa e, soprattutto, un gunplay sopraffino, mi hanno infatti convinto nel profondo, rapendomi per diverse decine di ore. Un mix, insomma, di elementi decisamente riuscito, che a breve sbarcherà anche su PC grazie alla conversione attesa nel corso del prossimo anno. A provare a bissarne il successo sarà a breve Scars Above, titolo di Mad Head Games e Prime Matter che promette di immergerci in una nuova avventura ambientata nello spazio contraddistinta da un oscuro mistero. Un’opera attesa il prossimo 27 febbraio su PC, Xbox, PS4 e PS5 e che abbiamo avuto modo di provare con mano in una versione d’anteprima nel corso degli ultimi giorni.
Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Minaccia interplanetaria
Scars Above con l’ultimo lavoro di Housemarque ha decisamente più di un punto in comune sul piano di narrativa e ambientazione, anche se differisce pesantemente su quello del gameplay. Dove l’ottimo Returnal è infatti un TPS altamente frenetico e con dinamiche da bullet-hell, la prossima fatica di Mad Head Games ha un ritmo decisamente più compassato e ragionato.
Andando però con ordine, Scars Above racconta le vicende di Kate Ward, una brillante scienziata trovatisi catapultata su un misterioso e pericoloso pianeta durante un’esplorazione spaziale. Un evento che la porta a separarsi dalla propria squadra e a trovarsi completamente da sola, cercando di sopravvivere e di trovare una risposta a tutto ciò che sta succedendo intorno a lei.
Come facilmente osservabile, insomma, i punti di contatto tra Returnal e Scars Above sotto questo punto di vista sono molteplici, anche se il mistero che attanaglia il pianeta palcoscenico dell’opera di Mad Head Games pare nascondere un qualcosa di molto più concreto e meno psicologico rispetto a quanto visto nell’esclusiva PlayStation. Dalle prime ore di prova, che mi hanno concesso di completare i primi tre atti di gioco, il tutto funziona narrativamente bene, con la coltre di mistero che ben avvolge il giocatore, non risultando né troppo criptica né banale. Ovviamente il tutto è da valutare sul lungo termine, ma da quanto ho visto le premesse per avere una buona sinossi, accattivante il giusto, ci sono tutte. La speranza è appunto quella che il lumicino duri fino ai titoli di coda e non venga troppo tirato per le lunghe nel frattempo.
Pericoli e armi elementali
Spostandosi ora sul gameplay vero e proprio, questo primo approccio con Scars Above mi ha restituito un’esperienza differente rispetto a quella che mi sarei aspettato dalla trama alla base del titolo e dai trailer, ma comunque convincente. Scars Above è infatti sì dotato di quelle fasi più investigative o piccoli puzzle ambientali, ma esse altro non sono che piccoli frangenti di uno scenario più grande e maggiormente incentrato sull’esplorazione e sui combattimenti. Il misterioso pianeta alla base del tutto è infatti un luogo tanto misterioso quanto ostile, con la fauna che lo abita che non aspetta altro che farci a brandelli.
Proprio i combattimenti, che si svolgono seguendo i classici stilemi da TPS, mi hanno convinto e, sotto certi versi, stupito. Nonostante la natura non certo da tripla A e il fatto che mancano ancora più di due mesi al lancio ufficiale del titolo, la situazione è infatti già da ora maggiormente solida di produzioni che hanno approcciato il mercato da tempo. Mad Head Games, oltre a imbastire una situazione pulita, sembra poi aver trovato il giusto equilibrio, proponendo degli scontri sia ragionati che dotati del giusto dinamismo. Grazie a classici escamotage già visti altrove, come armi elementali e zone nei nemici deboli solo ad alcuni di essi, infatti, i vari scontri di Scar Above girano nel modo giusto, incentivando anche ad usare i gadget che ci mette a disposizione il gioco, come granate gravitazionali e altro ancora. Una chiave di gioco convincente sul piano ludico e tutto sommato anche coerente con quello che vuole raccontare Scars Above.
Meno riuscite, invece, le fasi di ricerca, che di investigativo hanno gran poco, e quelle che ci mettono di fronte dei semplici puzzle ambientali. Nulla di cui lamentarsi eccessivamente, ma, come accennato anche poco fa, sembrano più che altro dei semplici riempitivi tra combattimenti e fasi narrative. Completano il tutto dei pilastri che ricoprono il classico ruolo di falò, un immancabile albero delle abilità e tutti quegli elementi che ci si aspetterebbe di trovare in un action-TPS di qesti anni. Alla fine dei conti quello di Scars Above è quindi un impianto ludico convincente, per quanto tutto sommato derivativo e lineare.
Non male manco l’aspetto tecnico, che seppur tradisca in qualche piccolo frangente la natura da AA della produzione, tiene degnamente botta, regalando anche qualche scenario e passaggio niente male a livello grafico. Riuscite pure le animazioni, al netto di qualche tuning ancora mancante per esempio nelle fasi di discesa da qualche punto rialzato.
Scars Above: in conclusione
Scars Above, insomma, mi ha regalato in questo primo approccio delle buone impressioni, trascinandomi in un pianeta misterioso colmo di atmosfera. L’opera di Mad Head Games pare quindi essere un titolo onestissimo, capace di fare bene quello che promette, seppur forse un po’ troppo derivativo nelle sue dinamiche. In ogni caso ha saputo ben intrattenermi in queste ore e, alla fine dei conti, è questo quello che importa veramente.