Sand Land | Abbiamo provato il gioco basato sull'opera di Toriyama

Abbiamo provato in anteprima Sand Land, il videogioco basato sull'opera di Toriyama in uscita il prossimo 26 aprile su PC e console

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a cura di Giacomo Todeschini

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Scrivere di Sand Land in questi giorni è estremamente complesso. Il suo creatore, il geniale Akira Toriyama a cui dobbiamo soprattutto Dragon Ball, Dr. Slump e, restando in ambito videoludico, il character design di mostri sacri come Chrono Trigger, Dragon Quest e Blue Dragon, ci ha infatti lasciato all’inizio del mese. Un fulmine a ciel sereno che ha sconvolto ben più di un appassionato e che ha ovviamente fatto assumere al nostro provato tutto un altro sapore. Sapere di essere di fronte a quello che è probabilmente uno degli ultimi videogiochi basati sulle opere di Toriyama su cui il mangaka ha potuto buttare un occhio è stata infatti un’esperienza quantomeno toccante.

Tolto l’infelice momento, sono sicuramente molti, però, i motivi per i quali val ben la pena tenere alta l’attenzione su Sand Land. L’opera di Toriyama, che sta spopolando in queste settimane su Disney+ in formato anime con anche un filone narrativo completamente nuovo, è infatti dotata di un’ambientazione particolarmente accattivante, che ricorda da molto vicino Mad Max. Il poter impersonare nientepopodimeno che il principe dei demoni e un forte focus sui veicoli sono poi altri due punti di forza del gioco, che hanno creato grande interesse fin dal primo annuncio di Bandai Namco. Insomma, ci siamo avvicinati a questo hands-on a circa un mese dal lancio, previsto il prossimo 26 aprile su PC, PS4, PS5 e Xbox Series X|S, particolarmente curiosi e siamo rimasti tutto sommato soddisfatti da quanto abbiamo potuto vedere.

Vecchi amici e nuove conoscenze

Il nostro provato di Sand Land si è composto di quattro differenti sezioni, poste rispettivamente in punti sempre più avanzati del titolo in modo tale da farci tastare nel modo più ampio possibile le potenzialità dell’opera di Bandai Namco. Nel primo slot abbiamo rivissuto una scena già vista nel manga originale, ossia l’assalto da parte di alcuni briganti alla vettura di Rao, Thief e Belzebubù e il successivo furto di risorse in un villaggio vicino da parte dello stesso Thief.

Tale primo assaggio di gioco ci ha concesso di far la conoscenza del sistema di combattimento a piedi e delle sezioni stealth. Il primo si sviluppa in un modo tutto sommato classico con colpi leggeri, pesanti, attacchi speciali e tutta una serie di abilità da sbloccare attraverso l’immancabile skill tree di Belzebubù. Basilare ma riuscita, invece, la parte stealth, in cui abbiamo dovuto nei panni di Thief addentrarci in un villaggio senza venire scoperti per rubare viveri vari. Non aspettatevi chissà che meccaniche o finezze, ma una componente stealth lineare in grado potenzialmente di spezzare di tanto in tanto il ritmo di gioco.

Questa prima sezione, oltre appunto a permetterci di comprendere più nel dettaglio alcuni dei capisaldi su cui si baserà Sand Land, ci ha mostrato pure come nel gioco verranno raccontati e mostrati dei momenti non presenti nell’opera originale, anche nella fase dedicata al filone narrativo trattato nel manga pubblicato nel 2000. La scorribanda di Thief nel villaggio, ad esempio, era solo accennata su Weekly Shōnen Jump, la rivista su cui è stata pubblicata all’epoca l’opera di Toriyama, mentre qua può essere vissuta completamente. Il tutto, inoltre, è stato fatto non solo per mettere più carne al fuoco, ma anche per anticipare dinamiche e personaggi inediti, come ad esempio la prodigiosa meccanica Ann.

Un parco veicoli importante

Nei due slot di salvataggio seguenti siamo invece stati catapultati decisamente più avanti nel gioco e abbiamo avuto l’occasione di vedere alcune meccaniche e location più avanzate. Impossibile non partire da Forest Land, la seconda e nuovissima zona di gioco che rappresenta probabilmente il fulcro del filone narrativo inedito. Come fa presagire il nome stesso, si tratta di un ambiente drasticamente diverso da Sand Land dove lussureggianti pianure e fitte foreste prendono il posto delle aride lande a cui l’opera ci aveva abituato in precedenza.

Un cambiamento che serve a rendere il tutto più vario e in grado di offrire anche qualche scorcio niente male. Nella manciata di ore passate a Forest Land abbiamo infatti notato più di qualche luogo paradisiaco, che sarà un piacere esplorare nella versione completa del titolo di Bandai Namco. Oltre che farci conoscere questa ambientazione inedita, tali sezioni ci hanno però soprattutto permesso di comprendere meglio le potenzialità dei veicoli di Sand Land e le loro possibilità di personalizzazione.

Veicoli che non si fermano al classico carrarmato che tutti conosciamo, ma vanno anche molto oltre. Nel corso della nostra prova abbiamo ad esempio avuto modo di testare una sorta di moto, veloce ma dotata di un potere offensivo limitato, un abnorme robot in grado di prendere a pugni gli avversari, un hovercraft particolarmente utile per le sezioni in acqua e una sorta di camminatore con cui calpestare letteralmente i nemici. Tutti mezzi di trasporto tra di loro decisamente diversi, per quanto ugualmente riuscitissimi a livello di design, e in grado di adattarsi al meglio alle più disparate situazioni. Insomma, in quanto a varietà di veicoli Sand Land ci ha soddisfatto, anche considerando come vi sono anche altri mezzi che non abbiamo potuto provare.

Impossibile non citare poi le possibilità di personalizzazione, coi vari veicoli che possono essere modificati sia dal punto di vista estetico, cambiando livrea e applicando decalcomanie, che da quello prestazionale. Tra armi, corazze e quant’altro è infatti un attimo trovarsi a perdere decine e decine di minuti nei garage del gioco.

Peculiare, invece, la scelta di far guidare i veicoli tramite i due analogici, con quello destro demandato all’accelerazione e decelerazione proprio come succede coi Warthog di Halo. Un qualcosa che ha un po’ complicato la vita nelle battaglie più impegnative, ma che siamo sicuri diventerà sempre meno impegnativo da padroneggiare ora dopo ora.

Un open world con tutti i crismi del caso

Nel quarto e ultimo slot di salvataggio ci siamo invece cimentati in alcune di tutte quelle attività accessorie alla campagna principale che ci si aspetterebbe di trovare in un qualsivoglia open world che si rispetti. Oltre alle classiche e immancabili missioni secondarie, ci siamo gettati ad esempio in qualche adrenalinica corsa in sella ai vari veicoli e, soprattutto, abbiamo dato la caccia a pericolosi criminali su cui era stata emessa una taglia.

Nulla di eccezionale o particolarmente innovativo, ma è innegabile come ci siamo divertiti a scorrazzare tra le dune del deserto facendo esplodere gli avversari e a consegnare alla giustizia qualche pericoloso fuorilegge. Il giusto completamento, insomma, all’esperienza core del titolo.

Aspetto tecnico

Tutto perfetto in Sand Land quindi? Non proprio, dato che durante il nostro provato ci siamo imbattuti in qualche problemino tecnico. I cali di framerate si sono ad esempio presentati in diverse occasioni, mentre l’intelligenza artificiale nemica ha lasciato ben più di un fianco scoperto a critiche di sorta. Graficamente, infine, non stiamo certamente parlando di un’opera incredibile e difficilmente rimarrete a bocca aperta a riguardo. Lodevole e assolutamente riconoscibile, invece, il design di personaggi e veicoli.

Sand Land: in conclusione

Sand Land, insomma, è un titolo onestissimo che pare avere tutte le carte in regola per rivelarsi in grado di soddisfare gli amanti dell’opera di Akira Toriyama. Tra veicoli di ogni sorta e due grosse zone da esplorare ci sarà quindi probabilmente molto con cui divertirsi il prossimo 26 aprile, nella speranza che nel frattempo vengano sanate le magagne tecniche riscontrate nel nostro provato.

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