Saints Row è quello che i fan si aspettano | Recensione
Saints Row è finalmente arrivato, dimostrandosi una buona ripartenza ma con ancora molto lavoro da fare per convincere appieno.
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a cura di Andrea Maiellano
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Forse non tutti si ricordano che Saints Row nacque originariamente come un'alternativa a Grand Theft Auto, incentrata maggiormente sulla rivalità fra gang. Adornato da quelle atmosfere esasperatamente sfarzose, tipiche della cultura Hip Hop dei primi anni 2000, e impreziosito da alcuni elementi di gioco mai visti sino a quel momento in un sandbox, Saints Row riuscì a ottenere il favore di pubblico e critica, dando il via alla fortunata serie targata Volition che quasi tutti, erroneamente, ricordano esclusivamente come una parodistica variante di GTA.
Fu solo con il terzo capitolo, difatti, che Volition intraprese la strada della goliardia più sfrenata per definire un'identità precisa alla sua creatura e distaccarsi dai temi più maturi con i quali si fregiavano le opere di Rockstar. Una scelta che, indubbiamente, funzionò e che permise a Saints Row di ritagliarsi il suo posto in un mercato dove è presente Grand Theft Auto V, ma che allo stesso tempo impose a Volition di rallentare dopo un quarto capitolo in cui si impersona un presidente degli Stati Uniti che prende a "dildi in faccia" degli alieni.
Il rischio era esclusivamente quello di ritrovarsi senza più nulla da dire, rischiando di finire come altri franchise dalle analoghe intenzioni, che si spensero proprio per questo motivo. Volition, quindi, optò per una ritirata strategica e, mentre continuava a riproporre il quarto capitolo della serie per mantenere vivo il nome, decise di riporre i remi in barca, riorganizzare le idee, prendere gli elementi che hanno reso iconica la serie e proporre un nuovo Saints Row in grado di essere allo stesso tempo sia un reboot per le nuove generazioni di giocatori che una celebrazione degli aspetti più amati dai fan della serie.
Il ritorno dei Saints
Bisogna chiarire subito un paio di aspetti molto importanti: Saints Row non è un remake del primo capitolo della serie (quindi non aspettatevi un ritorno dei celebri 3rd Street Saints) e non è, nella maniera più assoluta, una produzione con una componente narrativa dai toni maturi o crudi.
Saints Row racconta una storia completamente inedita che vede un giovane quartetto di amici ritrovarsi, per circostanze che non vi anticipiamo, estromessi dalle tre gang rivali che controllano Santo Ileso. Senza un lavoro, e stufi di ritrovarsi a rapinare furgoni portavalori e agenzie di crediti locali, i quattro amici decidono di fondare il loro impero criminale. Unendo le loro conoscenze in differenti campi, e spinti da un'enorme voglia di rivalsa verso la società, fondano i Saints con il chiaro obiettivo di ottenere il controllo di tutta Santo Ileso.
Per quanto non ci si trovi di fronte all'incipit narrativo più originale del decennio, la trama di Saints Row convince dall'inizio alla fine grazie alla capacità di infarcire una storia, di base molto semplice, di tutte quelle microrelazioni fra i protagonisti che riescono a mantenere alta l'attenzione del giocatore fino all'arrivo dei titoli di coda. Non aspettatevi, ovviamente, colpi di scena incredibili, ma non pensate neanche di ritrovarvi di fronte a quella costante esasperazione, o ostentazione se preferite, termini, usi e costumi da millenial, visti in Watch Dogs 2.
Saints Row racconta una storia di giovani ma lo fa con criterio, presentando rapporti umani credibili che si svolgono in un contesto al limite dell'assurdo. Il merito va anche nell'ottima caratterizzazione dei quattro protagonisti: Neenah è una meccanica, amante dei motori, della velocità e dell'arte, che si è trasferita a Santo Ileso con l'obbiettivo di riuscire a smettere di lavorare per gli altri e diventare indipendente; Eli è un timido MBA (Master of Business Administration n.d.r.), incapace di sparare, o di essere un action man, che si è trasferito a Santo Ileso per far carriera e dirigere la sua azienda; Kevin è un DJ, oltre che una "bestia da social network", amante dell'esercizio fisico e un "compagnone" con contatti in tutta Santo Ileso; infine c'è la nostro alter-ego senza nome, caratterizzata dalla sorprendente abilità di essere una fra le migliori assassine di Santo Ileso, oltre che un'ottima motivatrice con una spiccata indole da leader.
Abbiamo volutamente descritto al femminile la protagonista di Saints Row poiché, al netto della possibilità di personalizzare ogni singolo aspetto, incluso il genere localizzato, molteplici situazioni proposte dalla storia, che siano semplici dialoghi o avvenimenti importanti, per quanto siano state scritte pensando a un protagonista completamente personalizzabile, risultano maggiormente credibili se si deciderà di impersonare una donna, rispetto che un uomo. Non fraintendeteci, tutto funziona bene indipendentemente dal sesso che sceglierete, ma dopo aver giocato le prime quattro ore di Saints Row sia con un avatar maschile che con uno femminile, la sensazione che abbiamo provato è stata straniante in maniera analoga a quando giocammo Assassin's Creed Odyssey nei panni di Alexios invece che in quelli di Kassandra.
Personalizzazione estrema
Saints Row, come vi illustravamo nella nostra precedente anteprima, punta tutto sulla personalizzazione di personaggi, armi e veicoli. I differenti editor dedicati offrono un quantitativo di opzioni incredibile e in grado di far spendere davvero tante ore agli "amanti del fashion". L'editor per il proprio personaggio è ricolmo di elementi che si possono modificare, permettendo di creare praticamente ogni cosa passi per la testa del giocatore. Alla stessa maniera gli editor per vestiti, armi e veicoli garantiscono la possibilità di modificare ogni singolo aspetto di praticamente ogni oggetto presente nel gioco, che siano colori, tipi di materiali, decalcomanie o tessuti. Le uniche due sbavature che abbiamo potuto constatare nell'ottimo sistema di personalizzazione presente in Saints Row sono le animazioni del modello del protagonista, che non sempre risultano convincenti, e l'impossibilità di utilizzare solo alcuni capi d'abbigliamento presenti nei completi. Al netto di queste due sbavature, abbiamo realmente apprezzato come Saints Row non offra "tutto e subito", spingendo il giocatore a spendere il proprio tempo esplorando Santo Ileso, alla ricerca di materiali, veicoli, vestiti, armi e canzoni da inserire nella propria playlist.
Quello che invece non ci ha convinto della campagna di Saints Row è il ritmo di gioco. Ogni missione, infatti, pur essendo caratterizzata da situazioni adrenaliniche e adornata da esplosioni di ogni tipo, segue sempre lo stesso pattern: cinematica che narra il nuovo avvenimento, raggiungimento del luogo sulla mappa, sparatorie a perdifiato, o inseguimento in macchina con annesse sportellate e speronamenti di ogni sorta, e cinematica di fine evento.
Non importa quale sia la circostanza: che dobbiate assaltare un treno o comprare delle ciambelle, ogni missione in Saints Row sarà strutturata nello stesso modo, rendendo meno attraente la progressione di gioco e generando, in particolar modo nelle fasi centrali dell'avventura, un leggero tedio che spinge a giocare le missioni più per sapere come prosegue la storia dei Saints che per una reale voglia di giocare. Sarebbe bastato ridurre le sparatorie in certi contesti (si, lo stiamo dicendo davvero) e introdurre qualche meccanica differente per rendere la campagna di Saints Row convincente sotto ogni aspetto.
Non fraintendeteci, non siamo di fronte a un disastro. La storia di Saints Row riesce a divertire dall'inizio alla fine, grazie anche a un combat system estremamente arcade e "caciarone" e a una longevità contenuta, ma una maggiore varietà avrebbe permesso a molteplici aspetti della storia di emergere maggiormente.
Welcome to Santo Ileso
Se vi siete preoccupati perché nel paragrafo precedente abbiamo accennato a una longevità contenuta per quanto riguarda la campagna principale di Saints Row (che è composta da poco più di una ventina di missioni), non preoccupatevi. A Santo Ileso succede sempre qualcosa di nuovo, anche a causa di alcuni bug decisamente divertenti di cui vi parleremo in seguito.
Innanzitutto la superficie di Santo Ileso è decisamente vasta e composta da numerosi biomi che richiamano quell'area geografica posta fra il Messico e gli Stati Uniti. Ognuno dei quartieri controllati dalle tre gang (Marshall, Los Panteros e Idols) rispecchia allo stesso tempo l'identità dei nemici dei Saints e uno spaccato di quell'area degli Stati Uniti. Si può passare da deserti ricolmi di cactus, a spaccati metropolitani adornati da enormi grattacieli, scorci che riportano alla mente Tijuana, fino a giungere in paesini che sembrano usciti da un Western con Clint Eastwood.
La città è abbastanza viva, anche se i passanti si limitano a scappare quando sentono uno sparo, o a interagire per qualche secondo se si usa una delle molteplici emote vicino a loro, e la densità delle vetture e dei passanti è relativa alle impostazioni grafiche che andremo a scegliere nel menu delle opzioni. Il ciclo giorno/notte è presente, anche se l'animazione del sole che tramonta è abbastanza rudimentale, così come il meteo è dinamico, con l'unica differenza, rispetto ad altri titoli del genere, che a Saint Ileso le tempeste non sono composte da acqua… ma da sabbia.
Per quanto riguarda le cose da fare, a esclusione delle missioni della storia principale di Saints Row, abbiamo apprezzato come Volition si sia premurata di far evolvere la città, e le attività disponibili al suo interno, parallelamente alla crescita dei Saints. All'inizio saranno disponibili solo i negozi, i punti di interesse nei quali scattare delle foto per sbloccare i viaggi rapidi, qualche furgone portavalori da rapinare e una manciata di "lavoretti" opzionali. Con il passare del tempo, però, la mappa inizierà a riempirsi di icone, specialmente se si deciderà di impegnarsi nell'espansione del proprio impero criminale.
In Saints Row, infatti, si potrà espandere il proprio impero criminale costruendo delle attività commerciali di facciata, le quali serviranno a mascherare le operazioni illecite più disparate. Che sia un meccanico, un fast food o una agenzia di assicurazioni, ognuna di queste attività sbloccherà, una volta realizzata, una serie di missioni secondarie che, se completate, ne faranno crescere i profitti, permettendo di aprirne di nuove fino a controllare tutta Santo Ileso.
Le missioni secondarie associate alle attività commerciali presenti in Saints Row offrono, indubbiamente, una buona varietà, e ci è dispiaciuto che alcune di queste soluzioni non siano state introdotte anche all'interno delle missioni principali della storia. Rubare veicoli specifici, inscenare incidenti nel traffico per truffare l'assicurazione, trasportare scorie radioattive, ripulire scene del crimine, partecipare ad assurde battaglie fra fazioni in un Gioco Di Ruolo che raccoglie tutti gli abitanti della città, scattare foto a monumenti e statue per realizzare sculture in 3D con le quali abbellire il proprio quartier generale… queste sono solo alcune delle attività che si sbloccheranno via via che Santo Ileso verrà controllata sempre di più dai Saints e che riescono, al netto di un problema di fondo che vi illustreremo fra poco, a offrire sempre qualcosa di diverso da fare in quel di Santo Ileso.
Insieme è meglio
Che siano missioni della storia principale, attività secondarie per espandere il proprio impero criminale o, semplicemente, una genuina voglia di fare baldoria in compagnia, in Saints Row si può sperimentare praticamente ogni attività di gioco assieme a un compagno. Entrare e uscire dalle partite di altri giocatori è facile e immediato (anche se nel nostro caso specifico, con tutte le limitazioni dovute al fatto che il titolo non è ancora uscito ufficialmente, abbiamo riscontrato un tempo di attesa particolarmente lungo), e nel momento in cui si entrerà nella Santo Ileso di un altro giocatore, ci si potrà unire a lui per ogni tipo di scorribanda, seminando il caos per le strade della città. Non si tratta di una componente in grado di rivelarsi un "game changer" ma, durante la nostra breve prova della modalità cooperativa, risulta un ottimo divertissement per quei momenti in cui si vuole fare un giro per le strade di Santo Ileso ma non si ha un'idea chiara di cosa voler fare.
Il problema principale dell'open world di Saints Row è lo stesso che affligge molteplici esponenti del genere, ovvero la volontà di offrire una moltitudine di cose da fare al giocatore, sfociando in una inevitabile ripetitività di fondo. Indubbiamente Volition si è impegnata a proporre una buona varietà di attività secondarie: basti pensare che le attività criminali garantiscono solo loro quattordici diverse tipologie di missioni opzionali, ma la quantità di queste ultime risulta eccessiva e, nella maggior parte dei casi, dopo cinque, sei volte che si trasportano scorie radioattive o si rubano i furgoncini da street food, il tedio inizia a farsi avanti e portare a termine una serie di attività per far crescere il proprio impero assume i connotati di una noiosa routine.
A questo problema si aggiunge anche una forte volontà di scriptare la quasi totalità degli eventi, impedendo di poterli approcciare in totale libertà. In moltissime occasioni ci siamo trovati a non poter scegliere quale veicolo utilizzare, impossibilitati a scegliere tragitti differenti o, semplicemente, obbligati ad annientare dei nemici che avevamo già seminato e che, magicamente, si sono materializzati dietro di noi dopo un paio di curve. Non c'è bisogno di spiegarvi quanto queste scelte di game design ammazzino l'immersione, specialmente in un contesto in cui, apparentemente, si dovrebbe essere liberi di fare quello che si vuole.
Al netto di questi difetti, che per noi sono importanti, tutte le attività proposte da Saints Row riescono nell'intento di trasporre lo spirito della serie originale, di divertire e di offrire quella varietà di situazioni che verrà sicuramente apprezzata dai giocatori maggiormente "casual", mentre risulterà di difficile digestione a chiunque sia in cerca di un open world che riesca a non risultare ridondante dopo una ventina di ore di gioco.
Boom Boom! Bang Bang!
Se vi stupisce che affidiamo a un semplice specchietto l'analisi del combat system di Saints Row, il motivo è solo perché risulta semplice e funzionale. Il gunplay è molto arcade, ispirato ai TPS e strutturato banalmente sullo sparare e rotolare per evitare i proiettili dei nemici. Una mira assistita, particolarmente invadente ma che si può disattivare dal menu delle opzioni, rende ogni sparatoria molto semplice, favorendo l'azione frenetica, e l'elevata scenografia, alle reali capacità del giocatore.
Il combattimento melee lascia il tempo che trova, con attacchi efficaci ma contornati da collisioni imprecise, mentre le esecuzioni risultano scenograficamente ben riuscite ma si limitano a essere un blando "orpello" votato più alla messa in scena che ad avere un reale impatto nel combat system. Le abilità sbloccabili salendo di livello sono pressoché inutili, divertenti da utilizzare ma lontane da essere un game changer e che sembrano introdotte più per offrire al giocatore diverse azioni offensive piuttosto che per avere un reale peso nelle strategie di combattimento. Sia chiaro, tutto funziona bene, ma Saints Row può essere affrontato tutto usando esclusivamente i due grilletti del controller per mirare e sparare, ignorando ogni altra abilità, attacco o manovra offensiva proposta dal gioco.
I motivi sono da ritrovarsi in un'estrema facilità di fondo e in un'IA nemica poco rifinita e facilmente eludibile. L'unica vera minaccia è rappresentata dal fatto che non basta un headshot per finire un avversario e che molti di essi sono delle vere e proprie "spugne per proiettili" in grado di spostare la strategia di gioco, dal trovare un modo efficace per eliminare le minacce allo "sparare fino a che non vanno giù".
Bug… bug ovunque e IA bipolari
Vi accennavamo che a Santo Ileso succede sempre qualcosa di nuovo, ma non vi avevamo ancora spiegato che questo è anche grazie alla pletora di bug, e glitch, che permea le strade della cittadina. Al netto di una serie di bug invalidanti di cui ci hanno informato prontamente gli sviluppatori, e che non saranno presenti nella versione finale del gioco, Saints Row presenta una quantità talmente frequente di sbavature tecniche da non farci capire se stavamo giocando a Goat Simulator o se gli sviluppatori li hanno lasciati di proposito.
Macchine che iniziano a scontrarsi fra loro dando vita a incidenti devastanti, idranti che esplodono senza preavviso facendo scappare i passanti, nemici che scompaiono nel nulla, polizia che si materializza alle nostre spalle grazie a qualche arte oscura a noi ignota (Cyberpunk 2077 sei tu?); ogni elemento a Santo Ileso è dotato di vita propria, è senziente e non aspetta altro che il giocatore si fermi a osservare un paesaggio per dare vita a una manciata di secondi di puro delirio digitale.
L'aspetto ironico di tutto questo, però, è che l'assurdità delle situazioni proposte da Saints Row si sposa perfettamente con i deliri generati da questi bug, contestualizzandoli perfettamente alle atmosfere del gioco e generando ilarità invece che frustrazione. Rimane indubbio che Saints Row necessiti di una doverosa operazione di polishing soprattutto in virtù di una manciata di bug invalidanti, e che non ci sono stati segnalati dagli sviluppatori, che ci hanno costretto, nella versione per Xbox Series X, a riavviare il gioco a causa di infinite schermate di caricamento, freeze improvvisi nei menu di gioco o tasti del controller che non rispondevano più agli input.
Anche per quanto riguarda l'IA non siamo di fronte a un operato encomiabile, in quanto i nemici non solo risultano particolarmente "stupidi", restando fermi a farsi sparare nella maggior parte delle occasioni, ma anche bipolari poiché ogniqualvolta si raggiunga l'obbiettivo prefissato dalla missione, non importa se ci ritrovi circondati da decine di nemici, questi gireranno i tacchi e se ne andranno come se niente fosse successo fino a quel momento.
Stesso discorso per gli alleati dotati di una barra della vita incomprensibile (a volte non vanno a terra neanche prendendo un razzo in pieno petto, mentre in altre occasioni muoiono dopo due colpi di pistola), di un'IA discutibile e con l'innata capacità di teletrasportarsi al nostro fianco in qualsiasi circostanza, non importa se siamo a bordo di un elicottero, di una moto o sulla cima di una montagna… loro saranno sempre al nostro fianco. Non esageriamo nel dirvi che abbiamo passato quindici minuti a bordo di una moto, invece di una macchina, per osservare Neenah (nostra alleata in quella missione) teletrasportarsi costantemente dietro alla nostra moto pretendendo di correre dietro di noi a 120 km/h.
Resta indubbio che Saints Row sia prima di tutto un'esperienza votata all'arcade più sfrenato, pensato per favorire la praticità alla ricercatezza del realismo nelle sue animazioni, ma al momento l'infinità di bug presenti nel gioco, per quanto risulti ilare e spinga il giocatore a vedere cosa possa succedere generando questa o quella reazione a catena, non mostra un prodotto rifinito a dovere.
Saints Row fra arte e tecnica
Venendo, infine, all'analisi dei comparto artistico, e di quello tecnico, di Saints Row non possiamo che elogiare il lavoro svolto da Volition per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e della cittadina di Santo Ileso. Ogni protagonista ha una sua identità ben precisa che viene rispecchiata dall'abbigliamento e dai tratti del suo carattere, così come ogni quartiere di Santo Ileso offre scorci di indubbia bellezza e spinge a esplorare per vederne ogni anfratto, scoprirne ogni vicolo e ogni segreto.
Quello che ci è dispiaciuto è l'aver notato una sorta di "autolimitazione" da parte degli sviluppatori nell'eccedere. Non stiamo parlando delle censure alle parti intime o dell'assenza dei sex toy come armi, quanto più a una costante sensazione di "vorrei ma non posso" durante le numerose situazioni presentate da Saints Row, quasi come a voler restare in bilico su quel labile confine posto fra il dissacrante e il politically correct. Non ce n'era bisogno, specialmente perché chiunque deciderà di dare fiducia al titolo saprà esattamente cosa starà cercando da questo tipo di esperienza.
Meno convincente, invece, il comparto tecnico che, al netto dei molteplici bug di cui vi abbiamo già parlato, mostra il fianco a una natura "cross-gen" adornata da numerose arretratezze tecniche. Le animazioni dei modelli poligonali, sia facciali che del corpo, sono goffe ed eccessivamente rigide, e passanti e nemici base risultano tutti molto simili fra loro, presentando una manciata di modelli diversi opportunamente vestiti in maniere differenti per non assomigliarsi troppo fra loro.
Santo Ileso è magnifica, ma appena si decide di giocare a un framerate elevato inizia a perdere di profondità, mostrando una penuria di passanti, meno veicoli nelle strade e una costante serie di pop-up degli elementi che riempiono il paesaggio. La telecamera risulta eccessivamente ballerina e, in sporadici contesti, si abroga del diritto di mostrare un'altra parte della mappa di gioco, impedendo al giocatore di capire cosa stia facendo in quel preciso momento. Anche il comparto dell'illuminazione, per quanto realizzato davvero bene (specialmente se si attiva il ray tracing) a volte si dimentica di funzionare, lasciando il giocatore completamente al buio nei luoghi chiusi, obbligandolo a uscire e rientrare per poter vedere qualcosa.
Per quanto riguarda le performance, infine, su console next gen la configurazione migliore per godere di Saints Row è con una risoluzione a 1440p e il frame rate ancorato a 60fps, anche se questo comporterà una discreta riduzione degli elementi presenti a schermo, ma garantirà un'azione fluida in ogni circostanza. È possibile anche affrontare il gioco a 4K con Ray Tracing attivo, a 1440p con dettagli maggiori o a 1080p con framerate fino a 120fps, ma in tutte e tre le situazioni l'esperienza di gioco si è rivelata o troppo instabile, seppur bellissima da vedere, o eccessivamente scarna in termini di dettagli per consigliarvi di optare fra una di queste opzioni.
Una piccola nota in chiusura la vogliamo fare per la localizzazione in italiano, presente solo per la totalità dei testi presenti in Saints Row. Se non siete pratici con la lingua inglese, questo aspetto potrebbe infastidirvi in quanto moltissimi dialoghi, anche importanti in termini di trama, si svolgeranno a bordo dei veicoli, durante gli spostamenti, rendendo difficile leggere i sottotitoli costantemente e rischiando di farvi perdere il filo di alcune conversazioni dei Saints.
Voto Recensione di Saints Row - Xbox Series X
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Storia ben narrata seppur molto semplice nei temi trattati.
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- Tante cose diverse da fare.
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- Personalizzazione estrema di personaggi, veicoli, armi e vestiti.
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- Comparto artistico ben confezionato e personaggi ben caratterizzati.
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- Gameplay divertente e di matrice arcade.
Contro
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- Tanti, troppi bug.
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- Per quanto le missioni siano varie la loro ridondanza rischia di annoiare.
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- Tecnicamente pieno di incertezze.
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- L’intera esperienza sembra sempre limitarsi volontariamente per non rischiare di eccedere.
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- IA poco convincente.
Commento
Se vi siete lanciati a rotta di collo fino a qui, per decidere se acquistare o meno Saints Row in base al numerino presente qui di fianco, sappiate che avete fatto un errore madornale. La nuova produzione di Volition è una buona ripartenza per la serie, sia in termini narrativi che per quanto riguarda il ripensamento delle attività di gioco. I veri difetti di Saints Row sono tutti da ritrovarsi in una serie infinita di bug dovuti a una mancata pulizia del codice finale, il non essere stato in grado di distaccarsi da quella concezione di open world pregno di cose da fare tutte uguali e l'essersi limitato nell'eccedere sotto alcuni aspetti. Resta indubbio che se la serie vi è sempre piaciuta, o se siete in astinenza di quella tipologia di open world arcade e "caciaroni", Saints Row è un prodotto valido, in grado di divertire, intrattenere e tenervi impegnati per parecchie ore.