Da Saints Row 4 sono passati ben 8 anni e un'intera generazione di console, eppure eccoci qua: Saints Row, il reboot inaspettato che non vuole dimenticarsi delle sue origini e della san fanbase, ponendosi però come un nuovo inizio... almeno sulla carta.
Per l'occasione dell'annuncio abbiamo assistito a una presentazione a porte chiuse del titolo sviluppato da Volition, rimanendo soddisfatti della sua varietà e sregolatezza ma anche non propriamente convinti dalla sua struttura ancorata al passato, lasciandoci dubbi soprattutto su una componente tecnica vetusta e dinamiche di gameplay già viste e poco innovative. Al netto di questo, però, Saints Row è destinato a far breccia nei cuori di chi ha amato gli altri capitoli, risultando un probabile must have per chi ha sete di esplosioni e divertimento, anche in compagnai dei propri amici.
Benvenuti a Santo Ileso
Saints Row è un reboot e ciò significa che tutti i personaggi e le storie raccontate nei precedenti capitoli della serie sono stati praticamente cancellati dalla "lore" di gioco. In questo nuovo capitolo viviamo i panni del "Boss", che insieme ad altri tre amici fonda una nuova gang denominata "Saints", chiamata a conquistare i quartieri di Santo Ileso, la nuova città immaginaria ispirata alle cittadine del sud-ovest americano: vasti deserti e canyon, vicoli poco ospitali, ricchezza e povertà. Santo Ileso si allontana dalle popolari metropoli degli ex Saints Row, ma si fonda su una varietà di ambienti decisamente più vasta rispetto al passato.
Per farvi un esempio, nel gioco sono presenti una serie di distretti, come El Dorado, una via illuminata e piena di insegne al neon; il quartiere finanziario con diversi palazzi che favoriscono la verticalità; e una zona desertica ricca di strade in cui sfrecciare e tanto altro. Da questo punto di vista, Volition ha lavorato molto bene nel saper ricreare una location dal sapore tutto nuovo e dalle diverse sfaccettature.
Se vi aspettate una storia che possa ricalcare in qualche modo le atmosfere più serie e contenute del secondo capitolo della serie vi diamo una brutta notizia: non è così. Quello che ci è stato mostrato del gioco da tutta l'idea di essere un chiaro riferimento a Saints Row 3, sia nella dinamiche che nell'irriverenza dei personaggi. Proprio a proposito di questi ultimi, ci troviamo a combattere a fianco di tre amici: Eli, il pianificatore e la mente della banda; Neenah, l'autista e Kevin, il DJ. Questi tre personaggi hanno tutti una loro backstory e vengono ben introdotti all'interno della storia, storia che è incentrata, come dapprima specificato, nel conquistare Santo Ileso e far divenire i "Saints" la gang sovrana della città.
L'ascesa dei Saints può iniziare solo spazzando via le tre fazioni nemiche che controllano la città (unico vero riferimento a Saints Row 2). Queste si differenziano per stile, come i Los Panteros, che basano il loro potere sulla prestanza fisica e la forza dei pugni e del combattimento ravvicinato o gli Idols, conosciuti per fama e notorietà, oltre all'essere una fazione tipicamente anarchica. Non manca una fazione prettamente militare chiamata Marshall Defense Industries composta perlopiù da soldati ben armati e con equipaggiamento all'avanguardia. Inutile specificare che ogni fazione controlla una parte della mappa, di conseguenza la conquista delle attività commerciali è fondamentale per riuscire a spazzare via le gang.
Il buon caro vecchio Saints Row
Saints Row non cambia la sua formula incentrata su distruzione e varietà. Da questo punto di vista il team si è voluto ispirare al capitolo più amato del franchise, Saints Row 3, riproponendo l'acquisto delle attività commerciali (con relative missioni stravaganti per la loro crescita) e una serie di minigiochi (come il ritorno della "Frode assicurativa") e momenti piuttosto esilaranti che mischiano ironia ed esplosioni in un connubio tutt'altro che rivoluzionario, ma sempre divertente e appagante. A differenza dal passato, queste attività devono essere costruite da zero dopo l'acquisti dei relativi terreni. Il reboot non si discosta, quindi, dai precedenti capitoli, rimanendo fedele alla libertà d'azione che da sempre ha contraddistinto la serie, cooperativa tra amici compresa. Non mancano, dunque, tutta una serie di possibilità cosmetiche legate al nostro personaggio e alla nostra base centrale, come in passato, tutta la componente legata alla personalizzazione è più vasta e completa che mai: vestiti, aspetto fisico, auto, qualunque cosa è completamente modificabile come ai vecchi tempi.
Al di là di questo, in questo nuovo capitolo della serie sembra aver fatto un deciso passo in avanti il sistema di shooting, difficile da valutare in un video hands-off, ma l'impressione ci è parsa quantomeno positiva in termini di fluidità degli scontri, anche se la varietà di animazioni e mosse sembrerebbe pressoché identica al passato, con sole piccole novità che non cambiano o evolvono più di tanto l'esperienza. Anche l'impatto visivo ci è sembrato tutt'altro che sbalorditivo, confermando una natura cross-gen piuttosto marcata e al di sotto di esperienze free roaming e open world più recenti. Un vero peccato, perché come esposto poco prima, il team ha svolto un buon lavoro sotto il profilo della diversificazione degli ambienti.
Tirando le somme
Saints Row è ancora Saints Row e ciò non importa se si tratta o meno di un reboot. Il gioco è rimasto ancorato a una struttura di gioco poco moderna, ma ancora tremendamente funzionale e divertente. Dal punto di vista puramente ludico, questo reboot promette di regalare decine di ore di divertimento, al netto di un'esperienza poco differente e innovativa dalle precedenti. Per chi ha amato i precedenti episodi, insomma, avrà pane per i suoi denti, mentre per chi non ha mai avuto modo di amare la serie distribuita da Deep Silver difficilmente riuscirà ad apprezzare questo reboot. Mancano però ancora diversi mesi al a febbraio 2022 e non sia mai che nuovi gameplay e trailer possano far cambiare idea anche ai più diffidenti, magari mostrando un'opera che abbia ancora delle frecce occulte nella propria faretra.