Secondo punto: sopravvivere ancora!

Un'attesa di cinque anni ci ha finalmente portato S.T.A.L.K.E.R., un FPS innovativo, dall'ambientazione contemporanea e dalla longevità record. In poche parole, uno dei giochi più belli del momento.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Secondo punto: sopravvivere ancora!

Passato il filmato introduttivo potrete iniziare a passeggiare per la landa desolata del disastro nucleare. Se vi piace esplorare la zona, e volete fare tutte le sotto-missioni presenti, il gioco vi porterà via una cinquantina d’ore. Certamente questa longevità è già un record per un FPS, considerando che la durata media per uno sparatutto si aggira attorno le dieci ore.

Torniamo però all’inizio. Come dicevamo, dopo l’introduzione vi troverete con una piccola e ridicola pistola, qualche munizione, una lampada torcia e le prime missioni da compiere. C’è subito da dire che con una attrezzatura del genere non andrete molto lontano, specialmente con le poche munizioni che avrete, una piaga di questo gioco - non bastano mai!

Infatti il problema principale non è trovare le armi, ma trovare le munizioni compatibili. L’impressione che avevamo all’epoca della preview è quindi confermata; spesso dovrete chiedervi se il potenziale nemico che vi troverete davanti vale il costo di qualche cartuccia, o se è meglio conservarle per i tempi duri. Certo, potrete sempre attaccare il nemico con il coltello, ma questo atteggiamento psicopatico è alquanto rischioso.

Saranno quindi necessarie un paio d’ore per attrezzarsi a dovere, anche perché più ci si avvicina alla centrale di Chernobyl, più i nemici diventano pericolosi.

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