Rise of the Tomb Raider ci permette di proseguire le avventure della nuova Lara Croft. Seguendo le orme del padre ormai scomparso, la giovane si mette alla ricerca di un antico Profeta, spostandosi dalla Siria alla Siberia in un viaggio denso di sparatorie, stealth ed esplorazione. Potremo cacciare animali e raccogliere risorse per potenziare il nostro equipaggiamento, ottenere nuove abilità salendo di livello e utilizzare vari capi di abbigliamento per ottenere bonus unici. Come sempre, il nostro obbiettivo non è però analizzare la componente ludica dell’opera, ma capire come si comporta a livello di prestazioni la versione Google Stadia.
Connessione e hardware utilizzati
Come già avvenuto con i precedenti articoli, per eccesso di zelo vi ricordiamo che attualmente Google Stadia può essere giocato in tre diverse modalità: TV (tramite Chromecast Ultra e Stadia Controller), web (mouse e tastiera, Stadia Controller o qualsiasi controller compatibile) e mobile (per ora solo tablet con ChromeOS e smartphone Pixel 2, 3, 4). I nostri test, esattamente come nel caso di Assassin’s Creed Odyssey, sono stati svolti perlopiù con la modalità televisiva poiché Rise of the Tomb Raider include varie opzioni grafiche dedicate alla qualità massima. Al tempo stesso, non abbiamo dimenticato di testare il gioco in formato web. In tutti i casi, abbiamo utilizzato lo Stadia Controller incluso all’interno della nostra Founder’s Edition.
Ecco, inoltre, le specifiche del computer utilizzato per i test:
- CPU: AMD A 10-9620P Radeon 5 10 Compute Cores 4C+6G
- RAM: 7 GB
- GPU: AMD Radeon R6 M435DX
- OS: Windows 10 64-bit
- Connessione: Ethernet
Questi sono invece i requisiti consigliati per il gioco in formato PC:
- CPU: Intel Core i7-3770K
- RAM: 8 GB di RAM
- GPU: NVIDIA GTX 980Ti 2560x1440 o NVIDIA GTX 970 1920x1080
Come sempre, il nostro portatile non ha modo di eseguire Rise of the Tomb Raider “da solo”. I nostri test in formato web, inoltre, sono stati eseguiti ancora un volta tramite Google Chrome e Edge (Chromium) e non abbiamo riscontrato differenze prestazionali.
La connessione utilizzata è cambiata rispetto alle precedenti prove, ma velocità di upload e download sono rimaste perlopiù invariate. L’unica differenza è stata una abbassamento del ping che dai precedenti 25-30 ms è calato a 10-15 ms.
Risultati dei test
Nel caso di Rise of the Tomb Rider, giocando con l’impostazione “La migliore qualità visiva” di Stadia – selezionabile tramite l’app mobile ufficiale -, è possibile scegliere tra due modalità grafiche: una che dà priorità al frame rate e una che dà priorità alla qualità visiva. Abbiamo quindi testato entrambe le modalità e le abbiamo confrontate con la resa del gioco in versione Xbox One X, che attualmente è la console più potente sul mercato. Vediamo come si sono comportate e qual è la migliore quando si gioca tramite Google Stadia.
Modalità Qualità visiva
Iniziamo parlando della modalità che permette di raggiungere la migliore qualità visiva tramite Google Stadia. Il gioco punterà a tenere un 4K nativo a 30 fps. Un risultato che non tutti i giochi per ora raggiungono (un esempio è Darksiders Genesis). In confronto diretto con Xbox One X, diciamo subito che la versione streaming di Rise of the Tomb Raider esce parzialmente sconfitta. Vediamo però nel dettaglio cosa abbiamo notato.
Per iniziare, è possibile notare che la draw distance di certi elementi è inferiore rispetto alla versione Microsoft. Parliamo specificatamente di elementi molto distanti e spesso ai margini dell’immagine: è qualcosa che è facile notare durante alcuni filmati che si concentrano su panorami molto elaborati. Si tratta di una tecnica standard con i videogame: gli sviluppatori limitano la qualità di ciò che si trova ai margini dell’immagine e sfruttano la potenza della macchina da gioco per ottimizzare ciò che si trova realmente sotto gli occhi del giocatore. In questo caso, però, la draw distance su Xbox One X è superiore, quindi non si tratta di un limite tecnico ma di una mancanza di ottimizzazione: gli sviluppatori, probabilmente, hanno preferito fare un passo indietro su alcuni elementi marginali per essere certi di mantenere il 4K con più facilità. Si tratta però del dettaglio meno impattate sull’esperienza di gioco tra quelli che stiamo per analizzare.
A perdere punti, in modalità Qualità Visiva, è anche il rendering dei capelli dei personaggi secondari (non Lara, quindi). È molto facile notare infatti che nel caso di Xbox One X il gioco renderizzi in modo realistico (con movimento e ombre dedicate) i capelli, mentre su Stadia gli sviluppatori hanno optato per una resa di qualità sensibilmente inferiore. Certo, dobbiamo ammettere che si nota solo nei filmati e solo nel caso nel quale il personaggio abbia capelli lunghi, ma si tratta di un elemento in primo piano e quindi a nostro parere più rilevante nel giudizio complessivo.
Il dispiacere più grande, però, è legato alla qualità del comparto illuminazione. Per iniziare, sono presenti alcuni riflessi in meno rispetto alla versione Xbox One X di Rise of the Tomb Raider. Si tratta di un dettaglio che si nota in particolar modo durante i filmati realizzati con il motore di gioco, ad esempio quando zoomano sul ghiaccio. In versione Stadia, il riflesso di Lara non è presente: ancora una volta, di certo non è per mancanza di potenza del servizio stesso. Dovendo fare un’ipotesi, crediamo che si sia trattata di una scelta degli sviluppatori: come ogni servizio in streaming, Stadia deve comprimere i dati per ottimizzare la sessione di gioco ed è possibile che la compressione creasse troppi artefatti e si sia preferito eliminare i riflessi. Si tratta di una supposizione, badate bene. A tutto questo, si aggiunge anche la perdita dell’ambient occlusion, presente su Xbox One X.
L’unico vero elemento che cambia la qualità del gioco, però, è la mancanza della luce volumetrica. Un riflesso o la perdita di qualche dettaglio in sezioni specifiche può facilmente sfuggire, ma in varie situazioni la luce volumetrica aiuta a creare la giusta atmosfera. Dispiace quindi constatare che non si stata implementata.
Modalità Frame Rate
Passiamo però alla modalità che ottimizza il frame rate di Rise of the Tomb Raider. In questo caso, e con discreta sorpresa, Stadia riesce a prendersi una piccola rivincita.
Partiamo affermando che l’obbiettivo di Stadia in modalità Frame Rate è una risoluzione di 1080p e una frequenza di aggiornamento di 60 fps. Specifichiamo che sul numero di pixel abbiamo in verità un minimo dubbio: con un confronto diretto con Xbox One X, in alcune situazioni sembra vi sia un piccola perdita di dettagli. Di nuovo, potrebbe essere un po’ di compressione o un effettivo calo nel numero di pixel. Nel complesso, però, l’opera mantiene i 1080p con discreto successo.
In cosa è quindi migliore la versione Stadia? Nell’applicazione dell’antialiasing. I bordi dei poligoni sono molto più regolari rispetto alla versione console e in movimento questo permette di avere un’immagine più definita e godibile. Inoltre, gli elementi più distanti al centro della scena sembrano guadagnare in dettagli: nel caso di Xbox One X, alcuni alberi perdevano parte del fogliame, mentre su Stadia erano più folti. Al tempo stesso, abbiamo notato che zone ricche di poligoni di piccole dimensioni (ancora una volta, un albero sulla distanza ma anche un mucchio di paglia a pochi passi da Lara) producono un effetto di “tremolio” che non è presente su console. Di nuovo, la nostra ipotesi è che la compressione dei dati crei confusione e mescoli i pixel: da fermo non crea problemi, ma in movimento ci sono micro-modifiche che danno questo effetto di “tremolio”. Quanto si nota? In realtà non spesso perché diventa visibile in ambienti molto luminosi con colori chiari e brillanti: Rise of the Tomb Raider ci farà muovere perlopiù in situazioni buie, quindi non è qualcosa che avrà impatto sulla sessione di gioco, sopratutto sugli schermi più piccoli (laptop e mobile).
La compressione, secondo la nostra ipotesi, crea quindi qualche problema ma si tratta di un malus sulla carta che si applica poco in pratica, rendendo la modalità “Frame rate” di Rise of the Tomb Raider un’esperienza ottima, sopratutto considerando la stabilità dimostrata e un input lag validissimo che è indistinguibile dall’esperienza console (pur essendo, probabilmente, di poche decine di millisecondi superiore a Xbox One X).
Conclusione
Rise of the Tomb Raider è un ottimo gioco ed è sicuramente uno dei primi che molti fan vorranno giocare grazie a Stadia. In modalità Qualità visiva perde qualche punto rispetto alla console più potente sul mercato, sopratutto in termini di effetti di luce, ma se volete godervi un 4K nativo è un’ottima scelta. A nostro parere, però, appena inizierete a giocare dovreste optare per la modalità che dà priorità al frame rate. Si tratta inoltre di un titolo che si avvantaggia veramente dell’impostazione “La migliore qualità visiva” e che di conseguenza dà un senso all’abbonamento Stadia Pro (che tutti abbiamo, visto che è incluso in tutti i bundle di Stadia). In poche parole, Rise of the Tomb Raider è un gioco di qualità ed è un valido porting in formato streaming. La possibilità di giocare su ogni schermo è sempre un valore aggiunto da non dimenticare.
Se ancora non possedete Stadia, potete giocare a Rise of the Tomb Raider in altre versioni: le trovate su Amazon.