Alla (ri)scoperta di… Tell Me Why!

Tell Me Why è uno dei videogiochi più significativi degli ultimi anni, che affronta nel modo migliore temi davvero delicati. Lo ricordate?

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a cura di Michele Pintaudi

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Ci sono videogiochi che, per un motivo o per l’altro, non riescono purtroppo a raggiungere tutto il successo che molto probabilmente meriterebbero. Questo succede per vari motivi: a volte per qualche imprecisione di troppo in fase di sviluppo, a volte per una campagna marketing non azzeccata ma anche, perché no, per una pura e semplice questione di sfortuna.

Se ci seguite da un po’ conoscerete già questa rubrica dove, a cadenza periodica, noi di GameDivision ci dilettiamo a raccontarvi le storie dietro a questi titoli che meritano assolutamente di essere (ri)scoperti. Dopo avervi parlato nei mesi scorsi di giochi come Psychonauts e Bully oggi cambiamo completamente genere, spostandoci su un’avventura grafica abbastanza recente: Tell Me Why, vera e propria perla firmata Dontnod uscita nell’estate 2020. Un titolo sul quale vale assolutamente la pena spendere qualche parola e oggi lo faremo, come sempre, cominciando da un piccolo salto indietro di qualche anno…

Tell Me Why: un successo a metà?

È il 2015 quando il mondo accoglie Life is Strange, una sorprendente avventura grafica a episodi con cui Dontnod riesce a dar vita a un’opera ancora oggi indimenticabile. Life is Strange racconta infatti una storia toccante e intensa che, nella sua semplicità, si rivela in grado di lasciare un segno davvero indelebile nel cuore dei videogiocatori di tutto il mondo. Due sequel e uno spinoff non faranno altro che alimentare la fama del brand all’interno del mondo dei videogiochi, consolidando lo studio come una delle migliori realtà in assoluto in tema di storytelling videoludico. Di fatto si è andata a creare una struttura, un impianto ben preciso e delineato divenuto un vero modello per i successivi lavori della software house francese.

Forti di uno standard ormai così affermato, i creatori di Life is Strange decidono allora di puntare ancora più in alto: nel novembre 2019, durante un evento Microsoft in quel di Londra, ecco arrivare l’annuncio di un nuovo ambizioso progetto intitolato Tell Me Why. Dopo uno sviluppo senza intoppi il gioco vedrà la luce tra agosto e settembre 2020, con una pubblicazione segmentata in tre episodi pubblicati nell’arco di tre settimane.

L’avventura ci mette nei panni dei gemelli Ronan, Tyler e Alyson, raccontando il loro incontro dopo una separazione durata molti anni. Un incontro non casuale, con i due che si ritrovano per vendere l’ormai disabitata casa materna nella piccola cittadina di Delos Crossing. Un luogo denso di nostalgia e di ricordi non sempre piacevoli: quando i due gemelli erano appena dei bambini la madre tentò infatti di uccidere Alyson, in un trauma i cui segni sono e saranno sempre visibili sugli ultimi due superstiti della famiglia Ronan.

Tornando tra le mura domestiche, Tyler e Alyson verranno però assaliti dai dubbi: i due non saranno più così sicuri di come sono andate realmente le cose, e una particolare successione di eventi darà vita a un mistero che i gemelli cercheranno di risolvere. Come nei precedenti titoli targati Dontnod, anche in Tell Me Why le scelte ricopriranno un ruolo fondamentale: dialoghi, decisioni e come andremo a interagire con i personaggi saranno tutti elementi che, passo dopo passo, scriveranno quella che sarà la nostra storia.

Non mancheranno momenti estremamente emozionanti e la possibilità, sempre in base a che strada decideremo di prendere, di assistere a finali diversi per la nostra avventura: il destino dei nostri protagonisti, insomma, è totalmente nelle nostre mani. A fare da contorno troviamo il particolare potere che unisce Alyson e Tyler: i due potranno infatti comunicare telepaticamente, riuscendo così a collaborare nel prendere insieme decisioni fondamentali per il proseguo della storia.

Una trama davvero interessante, caratterizzata da tanti personaggi ognuno con una sua storia da raccontare e da un comparto artistico davvero apprezzabile. Una doverosa menzione d’onore va fatta alla colonna sonora: un delizioso accompagnamento a tinte indie folk perfetto, come accadeva in Life is Strange, per costruire un’atmosfera in grado di evocare emozioni ben precise nota dopo nota. Tell Me Why era quindi un prodotto con tutte le carte in regola per restare nella memoria di tutti ma… Perché non è andata proprio così?

Tell Me Why e i videogiochi LGBTQ+

Prima di rispondere alla domanda con cui abbiamo chiuso l’ultimo paragrafo, è bene spiegare perché Tell Me Why è un’opera così importante all’interno dell’industria del videogioco. Indipendentemente da quanto possa piacere o meno come prodotto videoludico o di intrattenimento.

Tell Me Why è il primo videogioco AAA della storia a presentare un protagonista transgender: Tyler è infatti un ragazzo FtM, ovvero che ha completato o sta compiendo la transizione dal genere femminile a quello maschile. Il grandissimo merito di Dontnod è assolutamente quello di aver trattato la tematica, così delicata e troppo spesso affrontata in maniera grossolana, in modo attento e curato nei minimi dettagli. Un processo per cui lo studio ha voluto collaborare con un’organizzazione come GLAAD (Gay & Lesbian Alliance Against Defamation) per accertarsi di realizzare un’esperienza autentica e rispettosa sotto ogni punto di vista.

Parlando di videogiochi LGBTQ+, Tell Me Why è dunque un titolo assolutamente pionieristico che testimonia quanto effettivamente si possa lavorare molto in questa direzione. Anche e soprattutto per sensibilizzare su un argomento che è da sempre parte integrante della società. Nel gioco viene inoltre posta molta enfasi anche su altri temi fondamentali, da quello della salute mentale a una forte critica all’utilizzo delle armi negli Stati Uniti: in Tell Me Why, insomma, non manca un sottotesto anche politico-sociale che i giocatori più attenti non mancheranno di apprezzare.

Perché non ha lasciato quel segno che meritava così tanto allora? La “colpa”, principalmente, è di una promozione non adatta al tipo di prodotto che Tell Me Why è a tutti gli effetti: sin dall’annuncio è stato infatti trattato come un titolo di importanza secondaria, senza contare sulla risonanza di prodotti come il già citato Life is Strange con cui condivide moltissimi caratteri.

A questo possiamo probabilmente unire un altro fattore, anche se qui si tratta perlopiù di azzardi e non di certezze assolute. Tell Me Why non è, per le tematiche che tratta, un videogioco alla portata di tutti: una parte del pubblico potrebbe infatti non comprendere, sottovalutare o addirittura svalutare l’importanza degli argomenti trattati. La prova di quanto detto sta nel responso generale ottenuto dal gioco: amato e celebrato quasi all’unanimità dalla critica, apprezzato ma senza vendite eccezionali per quanto riguarda il pubblico.

Quel che resta è dunque la sensazione che sì, Tell Me Why avrebbe meritato decisamente un’attenzione maggiore: il gioco racconta infatti una storia capace di sensibilizzare sotto molti punti di vista, e lo fa con una correttezza e una naturalezza tale da emozionare con forza e senza cadere nel banale. Si tratta perciò di un’opera che vi invitiamo a recuperare il prima possibile non solo in quanto prodotto videoludico, ma per il grande impatto (anche culturale) che una storia del genere può davvero lasciare in ognuno di noi.

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