Riot Games: 4,5 milioni di firme chiedono le dimissioni del CEO Dylan Jadeja, ecco perché

La rimozione di ricompense gratuite in-game scatena l'ira dei giocatori, che lanciano una petizione record contro il CEO dell'azienda.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

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L'atmosfera in casa Riot Games, l'azienda produttrice di League of Legends, Valorant e altri titoli di successo, è tutt'altro che serena. Una tempesta di proporzioni abnormi si è abbattuta sull'azienda e, in particolare, sul suo CEO, Dylan Jadeja. Una petizione online lanciata su Change.org, che chiede le immediate dimissioni di Jadeja, ha superato i 4,5 milioni di firme, stabilendo un record assoluto nel mondo dei videogiochi. Mai, prima d'ora, una petizione legata al gaming aveva raggiunto una tale portata.

Il motivo di questa ondata di protesta è da ricercarsi nelle recenti decisioni di Riot Games riguardo alle ricompense gratuite offerte ai giocatori. In particolare, la rimozione o la drastica riduzione di "chest" (forzieri) e altre ricompense ha scatenato l'ira della community. Questi forzieri, ottenibili semplicemente giocando e completando missioni, rappresentavano un modo per i giocatori di acquisire skin, campioni e altri contenuti estetici senza dover ricorrere alle microtransazioni, ovvero senza dover spendere denaro reale.

La decisione di Riot Games è stata percepita da molti come un tradimento della filosofia "free-to-play" che, almeno in parte, aveva caratterizzato i suoi titoli. Sebbene i giochi di Riot siano gratuiti da scaricare e giocare, l'azienda guadagna principalmente attraverso la vendita di contenuti estetici opzionali. La possibilità di ottenere alcuni di questi contenuti gratuitamente, tramite le chest e altre ricompense, era vista come un incentivo a giocare e un modo per premiare la fedeltà dei giocatori.

Inevitabilmente, quindi, la rimozione di queste ricompense ha generato un forte malcontento, con molti giocatori che accusano Riot Games di avidità e di voler spremere il più possibile la propria utenza. La petizione su Change.org è diventata il catalizzatore di questa frustrazione, raccogliendo un numero impressionante di firme in breve tempo. I commenti lasciati dai firmatari esprimono delusione, rabbia e, in alcuni casi, la sensazione di essere stati traditi da un'azienda che un tempo sembrava mettere i giocatori al primo posto.

La vicenda di Riot Games e della petizione contro il CEO Dylan Jadeja solleva importanti questioni sul rapporto tra aziende videoludiche e giocatori. Il modello "free-to-play" si basa su un delicato equilibrio: i giocatori devono sentirsi incentivati a giocare e a investire tempo nel gioco, senza però sentirsi costretti a spendere denaro per progredire o per ottenere contenuti desiderabili.

La decisione di Riot Games di rimuovere le ricompense gratuite ha rotto questo equilibrio, scatenando una reazione negativa di proporzioni enormi e per quanto ci riguarda, decisamente ben giustificate.

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3 Commenti

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Sono d'accordo con la protesta ma dove sono le 4,5milioni di firme, se clicco su link attualmente sono: 8919 firme...
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Un applauso all'incompetente Andrea Riviera che scrive articoli senza:
1) verificare quello che dice sulla petizione stessa
2) leggere le community note sul post di X che linka, che gli avrebbero risparmiato una figura meschina
3) leggere i commenti dell'autore dell'articolo da cui ha copiato, dove dice lui stesso che era un clickbait per fare votare più gente

Ora facciamo una petizione per licenziare Andrea Riviera
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Sempre altissima la qualità degli articoli.
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livello giornalismo italiano top
ora dovresti scrivere un articolo di scuse
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