Review Bombing: analisi di un fenomeno in crescita

Quando la community sale al potere: breve analisi di un popolare e controverso fenomeno conosciuto con il nome di Review Bombing.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Con il passare del tempo e con il susseguirsi delle varie trovate tecnologiche i videogiocatori sono riusciti a ritagliarsi un ruolo sempre più importante all’interno dello scacchiere del settore videoludico. Da spettatrice quasi inerme, capace di far sentire il proprio volere solo tramite i dati di vendita, la community ha infatti assunto un ruolo sempre più preponderante, diventando la vera e propria forza motrice di diverse produzioni e rendendosi partecipe di varie iniziative come, appunto, del cosiddetto Review Bombing. Basti solo pensare a cosa è successo appena una settimana fa con il film di Sonic, con il design del celebre porcospino che verrà cambiato radicalmente in quanto indigesto a buona parte dai fan. Uno scenario impensabile fino a pochi anni fa.

Questo inedito ruolo di primo piano ricoperto da tutti noi ha sicuramente una lunga serie di risvolti positivi, con in primis il poter far sentire ai developer le nostre opinioni riguardo alcune politiche. Le varie software house hanno infatti capito l’andazzo e più di una volta hanno dimostrato di saper e voler ascoltare le proposte ricevute. Vari developer, se non le case di sviluppo stesse, interagiscono ad esempio con i fan sui vari forum, rispondendo a domande e raccogliendo consigli. Probabilmente a qualcuno tutto questo sembrerà un enorme specchio per le allodole, una sorta di complotto. Magari in qualche caso lo è davvero ma è comunque innegabile come mai prima d’ora la community sia un punto di riferimento. Siamo però sicuri che tutta questa sacrosanta libertà di parola ed opinione abbia solamente riscontri positivi? Che sia davvero tutto oro quel che luccica?

Azione e reazione

Come probabilmente saprete, se seguite attivamente le vicende del mondo videoludico, vi è infatti un particolare fenomeno che ultimamente sta spopolando come mezzo per far sentire la propria opinione. Questa pratica è salita talmente tanto agli onori delle cronache da meritarsi un nome vero e proprio. Stiamo infatti parlando della tanto controversa meccanica precedentemente accennata conosciuta come “Review Bombing”. A prendere un nome così altisonante è quel fenomeno in cui un gran numero di videogiocatori si mette d’accordo per, appunto, bombardare di recensioni un dato titolo. Il tutto come risposta a qualche politica delle varie software house.

A onor di cronaca le varie piattaforme come Steam hanno già preso provvedimenti riguardo al Review Bombing, introducendo sistemi in grado di mitigarne gli effetti. Il meccanismo escogitato da Valve in particolare è composto da due fasi distinte, con una prima parte automatica coadiuvata da una seconda in cui è invece necessario un intervento umano. Dapprima un algoritmo cerca infatti anomali flussi di recensioni, segnalando i sospetti fenomeni ad un team di esperti che si occupa invece del controllo vero e proprio. In questo modo Steam e Valve sono quindi riusciti a mettere una pezza, seppur in modo parziale, alla pratica del Review Bombing. Rocket League, ad esempio, nonostante sia stato bersagliato in quanto acquistato da Epic Games, ha visto la propria media salvarsi grazie proprio a tale strumento. Il fatto che vi sia spesso qualcosa a difendere i vari titoli da tale fenomeno non deve sviare però l’attenzione dall'importanza dello stesso.

Come facilmente intuibile questo stuolo di pareri ha spesso come comune denominatore un’accezione profondamente negativa. Non mancano comunque i casi in cui il bombardamento è invece positivo, come ad esempio successo qualche settimana fa ad Ubisoft con Assassin’s Creed Unity. Casi che, ovviamente, si contano però sulle dita di una mano. Sia che questa meccanica sia a favore o contro un determinato titolo è però innegabile come essa certe volte sia usata a sproposito. Sono inoltre alla luce del sole le carenze di fondo della pratica. Una cosa che purtroppo non è chiara a tutti.

Pericolo di confusione

Andare a deviare fortemente la media di un titolo, riempendolo di opinioni poco coerenti con la qualità dello stesso, porta infatti molteplici conseguenze. La prima di esse, e anche la più lampante, è quella di distorcere le possibili future vendite di un gioco. Un videogame con una valutazione media più bassa del dovuto ovviamente verrà acquistato molte meno volte del previsto; viceversa qualcosa di baciato invece da tale pratica riscuoterà probabilmente un successo immeritato. Ottimo quindi, tutto è bene quel che finisce bene: il malvagio sviluppatore è stato punito e la community ha trionfato ancora. Quello di cui forse non ci si rende conto è però come il Review Bombing sia un’arma a doppio taglio, altamente affilata su entrambi i lati.

Un titolo dalla media fortemente viziata, infatti, rischia anche di far cadere in inganno i vari consumatori, che vedrebbero il proprio processo decisionale deviato dai corretti binari. Un futuro acquirente ignaro dell’applicazione di tale meccanica ben potrebbe infatti evitare di provare un buon titolo a causa delle valutazioni o, viceversa, imbarcarsi in incauti acquisti di discutibili giochi dalla stratosferica media. Il Review Bombing si rivela quindi un boomerang che, scagliato per sostenere la community, finisce spesso e volentieri per tornare indietro, colpendo il lanciatore.

Il viziare artificiosamente i comportamenti degli acquirenti è inoltre qualcosa di fortemente sbagliato e condannato addirittura dal codice del consumatore. L’articolo 20, in particolare, ritiene una pratica scorretta se essa è “idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che esso raggiunge”. Certo, tale articolo riguarda manovre scorrette da parte di un professionista verso i consumatori e non è quindi sicuramente applicabile al fenomeno del Review Bombing, dove sono invece direttamente i consumatori stessi ad agire. Quello che è però interessante estrarre da tale articolo è la volontà di condannare qualsivoglia meccanica volta a condizionare artificiosamente il processo decisionale dell’utente.

Libertè

Certo, molti potrebbero sostenere che non esiste metodo più efficace di questo per far conoscere direttamente la propria opinione sulle politiche di una software house. Probabilmente hanno anche ragione ad affermarlo: del resto dove meglio colpire un’impresa se non sulle previsioni di vendita della stessa? Il passaggio logico mancante a molti è però proprio quello di cui abbiamo discusso finora, ossia quello di poter deviare l’opinione di molti utenti ignari di quel che sta succedendo. Il metodo migliore per esternare il proprio consenso/dissenso sarebbe infatti quello di comprare o meno il titolo oggetto di tale fenomeno. Per molti ciò non è però sufficiente per placare lo sdegno: ben venga quindi una recensione dai toni forti su qualche piattaforma, ma che sia motivata; che siano quindi ben spiegate le motivazioni dietro tale presa di posizione.

Non si vuole infatti vietare a nessuno la possibilità di esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia. Il poter prendere una posizione nella libertà più assoluta è infatti un concetto sacrosanto, frutto di anni e anni di battaglie. Quello che si chiede alla community è invece di fare un passo ulteriore, di non gettare il sasso e poi sottrarre la mano. Non costa veramente nulla aggiungere a quel 10 o a quel 3 un paio di frasi, la propria personalissima motivazione. Un gesto semplice ma fondamentale, che permette di evitare il senso di confusione dei futuri consumatori. Viva quindi la giustissima libertà di parola, ma che le dichiarazioni siano giustificate.

E voi, che ne pensate invece di questo tanto discusso Review Bombing?

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