Return to Monkey Island, perché ne avevamo bisogno

Return to Monkey Island è realtà: cosa dobbiamo aspettarci dal ritorno di Ron Gilbert, Dave Grossman e, soprattutto, Guybrush Threepwood?

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a cura di Michele Pintaudi

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Chi ci segue sa quanto, nel corso degli anni, abbiamo spesso e volentieri speso qualche parola Monkey Island e sulle fantastiche avventure targate LucasArts. Vere e proprie opere d’arte che hanno contribuito a rendere un medium, quello videoludico, uno degli strumenti di comunicazione più potenti al mondo. Ebbene sì, perché se il videogioco è arrivato a un punto così alto gran parte del merito va anche a prodotti di questo calibro e a menti geniali come quelle di Ron Gilbert, Dave Grossman, Tim Schafer e molti, moltissimi altri.

Ed è proprio Gilbert che pochi giorni fa, per l’esattezza il primo aprile, è tornato a parlare di un nuovo capitolo di Monkey Island con quello che tutti pensavamo non fosse altro che… Uno dei tanti pesci d’aprile. Quando Devolver Digital ha pubblicato un teaser trailer corredato da un po’ di informazioni utili e persino da un sito web ufficiale beh, gli appassionati di tutto il mondo hanno ricevuto la conferma tanto attesa: Monkey Island sta per tornare, e questa volta per davvero.

Un annuncio che ha emozionato i molti fan, anche in GameDivision, che da anni aspettavano una news del genere: chi vi scrive è uno di questi, e quel che vorrei fare oggi è semplicemente raccontare come e perché Return to Monkey Island è esattamente ciò di cui ogni videogiocatore ha bisogno oggi. Iniziamo con un piccolo salto nel passato, tornando indietro di poco più di un paio di decenni…

Return to Monkey Island, il vero terzo capitolo!

Siamo a metà degli anni Novanta, e l’industria dei videogiochi è nel mezzo di una crescita sia culturale che economica davvero impressionante. La tecnologia sta infatti compiendo passi da gigante, e il mondo si sta accorgendo sempre di più di quanto questo medium si stia poco alla volta trasformando in qualcosa di più importante di una “semplice” forma di intrattenimento.

In tutto ciò troviamo un genere, quello delle avventure grafiche, nel pieno del suo splendore: la prima metà del decennio aveva regalato al pubblico perle come Beneath a Steel Sky, la serie King’s Quest e i tanti classici firmati LucasArts che tutti noi conosciamo molto bene. Tra questi ultimi spiccava senza ombra di dubbio Monkey Island, che con il secondo capitolo aveva portato il genere a un livello mai visto prima di allora: LeChuck's Revenge è considerato tutt’oggi come un capolavoro immortale, con un lascito senza precedenti nell’intero modo di raccontare una storia all’interno di un videogioco. Dare vita a un terzo capitolo, alla luce dell’abbandono della serie da parte del suo creatore Ron Gilbert, era dunque un compito davvero arduo: al suo posto troviamo il duo composto da Jonathan Ackley e Larry Ahern, già al lavoro su un altro prodotto più che apprezzabile quale Full Throttle (uscito nel 1995).

L’eredità di Gilbert era davvero importante, e in questo senso sono davvero emblematiche le parole pronunciate da Tim Schafer ai due giovani autori: «Non siete chiamati a competere con i primi due capitoli. Siete chiamati a competere con il ricordo di essi.». La Maledizione di Monkey Island vedrà la luce nel 1997, e anche i fan più scettici dovettero ricredersi di fronte all’ottimo lavoro realizzato dal team. Con uno stile grafico unico, un doppiaggio irriverente e tutta una serie di piccoli accorgimenti il gioco è e resta una delle massime espressioni di quella che è stata, a conti fatti, la vera anima di uno studio come LucasArts.

Lo stesso non si potrà purtroppo dire del quarto capitolo, uscito nel 2000 e ricordato come una vera e propria macchia in una serie che meritava un trattamento di certo migliore: Fuga da Monkey Island segnerà da un certo punto di vista la fine di un’era, con il genere avventura grafica che non riusciva più a restare al passo con un’industria in costante evoluzione. Nel 2009 Telltale Games, potendo contare su uno dei creatori originali della serie come Dave Grossman, pubblicherà Tales of Monkey Island: un titolo sì in grado di rievocare i vecchi fasti delle avventure di Guybrush Threepwood ma al quale, a conti fatti, mancava qualcosa. O qualcuno.

Spesso e volentieri negli anni il pubblico ha chiesto a Ron Gilbert di rimettersi al lavoro sul franchise, e altrettanto spesso la risposta è stata un divertito: «Forse più avanti, vedremo». Con il suo Thimbleweed Park uscito nel 2017, il creatore di Monkey Island ha fatto vedere al mondo - non che ce ne fosse bisogno, assolutamente - quanto ancora ci sappia fare e quanto il genere punta e clicca abbia ancora moltissimo da raccontare. La sensazione è sempre stata però di avere a che fare con un autore che ormai aveva voltato pagina, con poca intenzione insomma di tornare al passato. Pochi giorni fa, per fortuna, le cose sono cambiate.

Ritorno a Monkey Island, e alle grandi avventure grafiche

L’annuncio di Return to Monkey Island è stato del tutto inaspettato: personalmente l’ho saputo praticamente subito grazie a un messaggio di un amico, al quale stavo per rispondere che si trattava di un pesce d’aprile. Non ci credevo, non credevo che dopo tutto questo tempo Guybrush Threepwood potesse tornare davvero.

Giusto poco tempo fa, in un articolo dedicato ai sequel videoludici che speriamo di vedere nei prossimi anni, parlavo di quanto Monkey Island sia una serie che ha ancora tanto da raccontare anche (e soprattutto) a un pubblico tutto nuovo. Una generazione che non ha vissuto in prima persona la magia delle avventure grafiche LucasArts, ma che negli ultimi anni potrebbe aver cominciato a scoprire il genere grazie ad alcune perle che sarebbe davvero un peccato sottovalutare. Titoli come Broken Age, il recentissimo Syberia: The World Before e lo stesso Thimbleweed Park, ma anche a progetti completamente nuovi come Life is Strange e addirittura a produzioni italiane quali Detective Gallo e The Wardrobe.

Toccherà al team di Terrible ToyBox, capeggiato da Gilbert e Grossman, rendere onore a un franchise che ha scritto pagine davvero importanti nella storia del videogioco. È doveroso fare un applauso e i migliori auguri a Devolver Digital: il publisher texano ha deciso di prendersi una bella responsabilità, prendendo in mano un progetto di base molto molto “pericoloso”. I fan di Monkey Island sono infatti molto, molto affezionati a ciò che la serie è stata e a ciò che rappresenta ancora oggi: il rischio di un grosso (e doloroso) buco nell’acqua è davvero dietro l’angolo? Non lo sappiamo e, francamente, al momento è insensato parlarne. Return to Monkey Island potrà contare su buona parte del team già al lavoro sugli storici primi due capitoli della saga, con l’obiettivo di creare quel “vero” terzo capitolo che gli appassionati attendono ormai da più di trent’anni.

Cosa aspettarci? Da quel poco che abbiamo potuto osservare dal teaser che vi lasciamo di seguito poche certezze ma che fanno davvero ben sperare. Oltre alla presenza dei due storici designer troviamo infatti una colonna sonora composta da Michael Land e Peter McConnell: due firme che i fan storici di LucasArts conosceranno senza ombra di dubbio, e che fa sempre piacere (ri)vedere al lavoro su nuovi progetti di questo tipo. Confermata anche la presenza del doppiatore Dominic Armato, storica voce di Guybrush, e di uno stile grafico tutto nuovo che a un primo impatto ci ha intrigato davvero, davvero tanto. E poi beh c'è Murray che ha sempre la sua da dire, anche questa volta...

Return to Monkey Island uscirà nel 2022, e noi di GameDivision non mancheremo di raccontarvi passo dopo passo tutte le novità su quello che - per noi - è diventato subito uno dei giochi più attesi di quest’anno. Aggiungere altro al momento sarebbe superfluo, non vi pare?

Sta di fatto che l’eredità di LucasArts è qualcosa di realmente tangibile nel panorama videoludico odierno, con tanti prodotti influenzati e sostanzialmente figli di opere capaci di scrivere davvero la storia di questa forma di intrattenimento così speciale per tutti noi. Return to Monkey Island non è che il coronamento di un processo che negli ultimi anni ha visto questo genere, che dall’inizio degli anni Duemila ha attraversato fin troppi alti e bassi, ritrovare quella linfa vitale che l’aveva reso tanto popolare nei decenni precedenti. E noi, da appassionati con quel pizzico di vena nostalgica che non fa mai male, non vediamo l’ora di scoprire cos’hanno combinato stavolta Ron Gilbert e Dave Grossman. La parola passa ora a voi giocatori: siete pronti a indossare ancora una volta i panni di Guybrush Threepwood?

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