La concorrenza si chiama Macintosh

Milioni di poligoni al secondo, videogiochi che sfiorano la realtà, effetti speciali inimmaginabili sono il pane dei giorni moderni. Ma come è iniziato il tutto? Rivisitiamo gli albori dell'era della VGA.

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a cura di Tom's Hardware

La concorrenza si chiama Macintosh

La cara vecchia Apple, naturalmente, non stava a guardare. Nello stesso anno di lancio della VGA, Steve Jobs e soci immettevano sul mercato il Macintosh II e il Macintosh SE. Il primo, che vediamo in foto, è sicuramente più interessante per le sue doti grafiche. L'altro modello era infatti un supercompatto con schermo monocromatico e risoluzione 512x342.

La peculiarità del Macintosh II era la possibilità di installare diverse schede grafiche capaci, nelle versioni più potenti e costose, di raggiungere i 16 milioni di colori! Le schede in questione andavano installate sul bus proprietario Apple definito NuBUS, una soluzione sviluppata in origine al MIT e che aveva la pregevole caratteristica di essere già a 32 bit e plug&play. Vorrei sottolineare che la "possibilità" di installare tali schede grafiche miracolose, raramente si traduceva - almeno nel 1987 - in realtà. La scelta per l'utente comune andava tra schede di base monocromatiche e schede abbastanza avanzate in grado di gestire un output 640x480 a 256 colori. Il Macintosh II inoltre era una macchina MOLTO costosa e la produzione di videogame, dedicati ad un target decisamente differente, fu sempre povera. Mi risulta che, per esempio, Monkey Island fosse disponibile anche per Mac, ma sembra impossibile trovare degli screenshot.

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