L'era della VGA, l'analogico migliore del digitale
Correva l'anno 1987. In quell'anno uscivano ?Spaceballs? (Balle Spaziali) e ?Bad? di Michael Jackson, Mathias Rust, partito con il suo Cessna dalla Germania Ovest atterrava sulla Piazza Rossa di Mosca in pieno periodo di guerra fredda. Alla Casa Bianca c'è Reagan e la Fiat Ferroviaria consegnava i primi ?Pendolini?. È anche il periodo di UnaBomber (12 Feb, Salt Lake City, Utah), della nascita del Prozac e dell'introduzione sul mercato del Macintosh II e del Macintosh SE da parte di Apple e dell'Amiga 500 da parte di Commodore, oltre ad essere l'anno della prima ?intifada?. In questo panorama IBM lancia il PS/2 con scheda grafica VGA. (attenzione a non confondersi con la PS2).
Chi tra i veterani non ha speso ore e ore su questo bellissimo gioco - almeno per l'epoca.
Si tratta di una piccola rivoluzione, almeno per il mondo PC. Le precedenti soluzioni, quindi fino alla EGA, erano limitate nel numero di colori (16 da una palette di 64) dalla tecnologia di collegamento scheda-monitor, che essendo digitale non permetteva, allora, una maggiore profondità di colore. Sebbene normalmente si associno alla parola ?Analogico? i termini ?vecchio? ed ?inefficiente? in determinati casi il digitale paga pegno e deve ammettere le sue limitazioni. Per quanto concerne il colore il digitale aveva la grave mancanza (almeno per gli standard di allora, nello specifico il TTL) di non poter assegnare un grande numero di intensità di colore. Le poche che poteva gestire, inoltre, dovevano essere precedentemente codificate in modo univoco nella scheda e nel monitor. In precedenza, addirittura, il limite era di 4 colori visualizzabili dalle storiche schede CGA (Color Graphics Adapter) ed esistevano soluzioni unicamente monocromatiche ideate per raggiungere risoluzioni più elevate. La Hercules, ad esempio mise sul mercato una scheda che porta il nome dell'azienda stessa in grado di raggiungere la risoluzione di 720x348 punti in monocromatico ed in seguito la ?Hercules In Color Card? (HICC) in grado di visualizzare 16 colori dal una palette di 64 alla risoluzione suddetta?. Comunque pochi. Ecco un esempio di screenshot da un vecchio gioco che forse qualcuno ricorda? ?Alley Cat?. In versione CGA, naturalmente.
Sostanzialmente con le tecnologie presenti al tempo sembrava impossibile migliorare la qualità grafica senza modifiche sostanziali al sistema di trasmissione del segnale. Nacquero quindi la VGA (Video Graphics Array) e la trasmissione analogica. Tale soluzione permise di assegnare numerose differenti intensità per ogniuno dei colori primari (RGB) e di eliminare la limitazione del numero di colori almeno dal ?lato monitor?. Questo poteva così gestire un numero virtualmente illimitato di tonalità.
Una periferica analogica infatti accetta un segnale di intensità variabile senza dover analizzare e codificare i singoli stati momentanei, ma inviandolo direttamente al tubo catodico - nel caso dei monitor - e gestendo, tramite altre informazioni, il ?posizionamento del pixel?.
Per semplificare si prese come standard una variabilità massima per ogni colore limitata a 256 posizioni, infatti 256x256x256 = 16.777.216 colori, una cifra che più o meno tutti conosciamo e comunque corrispondente allo standard definito ?Truecolour? meglio noto come ?profondità di colore a 24bit?. Ovviamente questo era un limite massimo teorico e la buona vecchia VGA non aveva certo queste capacità. Poteva però visualizzare 256 colori alla risoluzione di 320*200 punti e 16 alla risoluzione di 640*480 punti, il tutto da una palette di ben 262.144.