Il primo capitolo di questa innovativa quanto storica serie esce nel 1996: l'anno di Crash Bandicoot, Metal Slug, Super Mario 64 e Diablo. Pubblicato inizialmente per PlayStation e in seguito per PC, Saturn e 10 anni dopo addirittura per Nintendo DS, Resident Evil si mostra subito per quello che è: un titolo capace di trasmettere al giocatore la vera sensazione del terrore, ispirandosi al già citato Alone in the Dark di Infogrames (1992). In realtà la creazione del capolavoro Capcom ha ben altre origini.
Una villa tenebrosa e temibili zombi sono gli ingredienti che devono aver fatto presa su Kiyoshi Kurosawa, il creatore di Sweet Home, un titolo pubblicato da Capcom per Nintendo Famicom nel 1989 che si ispirava al film omonimo. Sweet Home oggi è riconosciuto come uno dei migliori titoli horror di sempre, ma già nell'89 Capcom ne aveva intuito il potenziale.
Soltanto sette anni più tardi, Capcom decise di affidare un remake di Sweet Home a Shinji Mikami, che in corso d'opera cambiò il titolo del gioco in Biohazard: la villa e gli zombi permanevano, ma veniva introdotto il letale T-Virus, dando vita all'intreccio narrativo dell'azienda che lo aveva prodotto, ovvero la Umbrella Corporation.
Resident Evil, nome occidentalizzato per l'Europa e per il mercato americano, è ambientato nel 1998 e racconta della squadra S.T.A.R.S., incaricata di recuperare i membri del team Bravo scomparsi durante un'indagine su dei misteriosi omicidi. Costretti a ripiegare in una villa - che si rivelerà essere un centro di ricerca della Umbrella Corporation, industria di livello mondiale che opera nei campi più disparati - dovremmo scegliere se impersonare Chris o Jill, in quella che sarà un'investigazione nei confronti dell'Umbrella e degli esperimenti da essa condotti, che hanno portato alla creazione di un virus capace di rendere gli esseri viventi dei non-morti affamati di carne umana. Come se non bastasse i nostri protagonisti dovranno vedersela anche con Albert Wesker, membro della S.T.A.R.S. segretamente affiliato all'Umbrella.
Il titolo è caratterizzato dall'introduzione di personaggi poligonali, che si muovono in uno spazio a tre dimensioni, nonostante i fondali siano interamente disegnati. La tensione che si cela dietro il caricamento tra una zona e l'altra - abilmente mascherato dai programmatori da una scena di intermezzo che mostra l'apertura di una porta - si sposa perfettamente con l'atmosfera costantemente cupa e gli enigmi per sbloccare le stanze e carpire i segreti che avvolgono la metamorfosi degli zombi. Ecco, i non morti, come vi avevamo anticipato, sono i vostri principali nemici, sempre più ostici da abbattere, a causa di uno scarso quantitativo di armi e colpi raccolti nel corso dell'avventura. Tutto fa parte di una singolare strategia di gioco - o di intrattenimento se preferite - che è fulcro del genere "survival horror". Non si tratta di sforacchiare i mostri di turno, ma di sopravvivere all'orrore.
L'enorme successo di pubblico e critica porterà alla pubblicazione di una versione Director's Cut nel 1997 e di un remake per GameCube nel 2002. Quest'ultima versione è stata rimasterizzata nel 2015 per le console di nuova generazione.