Resident Evil 2 provato in anteprima: quattro ore in compagnia di Leon, Ada e Claire

Abbiamo provato per 4 ore una versione estesa di Resident Evil 2 Remake!

Avatar di Yuri Polverino

a cura di Yuri Polverino

Il 25 gennaio 2019 la terribile epidemia zombie partorita dalla mente geniale dei ragazzi di Capcom tornerà a terrorizzare tutto il mondo. Resident Evil 2 arriverà infatti su PlayStation 4, PC e Xbox One nel corso del primo mese del prossimo anno: si tratta del remake del celebre capolavoro datato 1998, incentrato sul racconto dell’avventura di Leon Scott Kennedy e Claire Redfield, i protagonisti della storia che tenteranno di scappare da Raccoon City, una città trasformatasi in un inferno di carne putrida e mostri famelici.

Nel corso dell’estate abbiamo già avuto occasione di provare il titolo Capcom, sia all’E3 di Los Angeles che alla Gamescom di Colonia. In ambedue i casi, però, gli hands-on erano limitati a sessioni piuttosto brevi, utili più che altro a testare in maniera superficiale l’anima di questa produzione ambiziosa ed evocativa. La scorsa settimana, però, le cose sono andate diversamente. Abbiamo infatti partecipato ad un’anteprima lunga ben quattro ore, che ci ha dato l’opportunità di acquisire qualche dettaglio in più e, soprattutto, potervi raccontare in modo sicuramente più completo quello che Resident Evil 2 ha da offrire. In buona sostanza, vogliamo anticiparvelo, il prodotto è sicuramente valido: l’atmosfera, il game design e il feeling generale strizzano l’occhio alla versione originale, senza però disdegnare un’utile e dovuto sguardo al futuro.

Ritorno a Raccon City

La principale novità di Resident Evil 2 (senza “remake”, è bene precisare che il titolo ufficiale è questo) riguarda sicuramente la telecamera di gioco. Abbandonata quella un po’ legnosa (ma funzionale) della versione del 1998, Capcom decide di adottarne invece una “over the shoulder”, che trasforma quindi il gameplay del gioco in uno sparattutto in terza persona dalle tinte piuttosto action, senza dimenticare chiaramente la pura componente survival. In questo modo, RE2 assume certamente connotati più moderni, risultando molto più fruibile anche per le nuove leve di giocatori.

Proprio questo punto è importante: l’operazione di Capcom non vuole far leva solo ed esclusivamente sulla nostalgia, piuttosto la rinnovata formula di gioco e la nuova veste grafica riescono a catapultare con grande efficacia questo capolavoro del passato nel nuovo millennio. La porzione di gioco che abbiamo giocato è quella relativa praticamente all’inizio del gioco e, come da titolo, abbiamo potuto giocare sia utilizzando Leon che Claire. Attenzione, cogliamo l’occasione per ribadire che Resident Evil 2 avrà due diverse campagne, ognuna delle quali dedicate ad uno dei protagonisti. È chiaro che le strade s’intrecceranno, ma non vogliamo rovinare la sorpresa a chi non ha mai giocato l’originale.

Facendo riferimento proprio ai capitoli precedenti, in particolare quelli iniziali, i primogeniti, Resident Evil 2 riesce a riproporre in modo efficace il dualismo fra azione e sopravvivenza. Da una parte la necessità di uccidere tutte le bestie che proveranno a interrompere il nostro cammino, dall’altra invece il bisogno di conservare e utilizzare con intelligenza munizioni, medikit e erbe che andranno poi combinate per creare metodi di guarigione particolari. Parlando delle fase di shooting, abbiamo notato che la difficoltà punta leggermente verso l’alto.

Gli zombie infatti moriranno dopo 3-5 colpi precisi in testa, e alcune volte rimarranno semplicemente storditi invece che morire. Questa dinamica crea situazioni piuttosto complicate da gestire, soprattutto quando sarete nel bel mezzo di un enigma e magari avrete anche il Tyrant intento a braccarvi. Si, proprio lui, Mister X, l’abominio gigante figlio di esperimenti indicibili torna anche in questo remake con la solita missione, starà a voi scoprire qual è. La gestione del Tyrant è stata una delle cose che abbiamo apprezzato meno: proposto come una presenza costante, comparirà con molta frequenza e tenterà sempre e comunque di uccidervi. Ad un certo punto diventa quasi schematico fuggire per poi tornare sulla strada  utile a completare la missione. Non potremo ucciderlo, e il suo look tenebroso in impermeabile e bombetta vi ricorderà che ogniqualvolta lo incontreremo, dovremo solo fuggire.

Le fasi esplorative invece hanno carattere e sono ben sviluppate. Lo scopo sarà quasi sempre quello di aprire una porta chiusa e recarsi nell’area successiva. Per aprire questa benedetta porta, però, saremo chiamati a risolvere degli enigmi ambientali, piuttosto che fasi esplorative molto impegnative per trovare pezzi o oggetti mancanti. I più curiosi avranno anche accesso a sezioni opzionali, che vi ricompenseranno con armi uniche e molto potenti. Avere sempre sott’occhio la mappa, sapersi orientare e pianificare ogni spostamento sarà fondamentale per “non perdere il filo del discorso” e proseguire nella storia senza perdersi o ricorrere a guida d’ogni sorta.

Una delle peculiarità di Resident Evil 2 è la sua anima quasi retrò; un titolo perfetto per essere giocato in compagnia di un amico, rigorosamente di notte e a luci spente, con il quale confrontarsi su quale strada prendere, cosa fare o cosa non fare per avanzare in modo efficace. Un po’ come si faceva qualche anno fa, per l’appunto. Il nuovo motore grafico contribuisce anch’esso a creare un’atmosfera giusta: i modelli sono buoni, la resa generale è più che sufficiente anche se qualche texture e shader (almeno sulla versione PS4 da noi testata) non erano ancora in perfetta forma. Ma da qui al 25 gennaio Capcom avrà tempo per perfezionare anche quest’aspetto. Infine, nel corso del nostro hands-on abbiamo scovato qualche sorpresa che siamo sicuri entusiasmerà soprattutto i giocatori di vecchia data: per questi e altri dettagli, però, dovremo aspettare la recensione completa che arriverà, con molto probabilità, nelle prime settimane di gennaio, in concomitanza (magari qualche giorno prima) con l’uscita del gioco.

Verdetto

Giocare per quattro ore a Resident Evil 2 è stato appagante: la produzione Capcom conferma il suo voler essere ambiziosa e al tempo stesso accomodante nei confronti di chi giocò la versione del ’98. Il gameplay e il motore di gioco rinnovato servono a confezionare un titolo che non rinuncia al passato, ma che al contrario ricorda con orgoglio le proprie origine e tenta di riproporle ai giocatori di nuova generazione. In queste quattro ore l’esperimento ci ha convinto, ma aspettiamo la versione finale (e quindi la recensione) per darvi un parere completo e definitivo.

Sei pronto a rivivere l'orrore? Cosa aspetti a prenotare Resident Evil 2?
Leggi altri articoli