Remnant 2 | Recensione - Il manuale del sequel perfetto
Remnant 2 prova a portare la saga di Gunfire Games a un livello successivo: sarà riuscito nel suo intento?
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Negli ultimi anni siamo sempre più sommersi da videogiochi dalle più differenti forme e qualità. È infatti diventato estremamente più semplice pubblicare un videogioco, complici le grandi potenzialità del digital delivery e la conseguente possibilità di saltare la classica catena di distribuzione che ha da sempre contraddistinto l’industria.
Chiunque, con ovviamente un minimo di capacità tecniche, può infatti al giorno d’oggi inventarsi sviluppatore e pubblicare sulle principali piattaforme di gioco il proprio lavoro. Un qualcosa che ha aperto le porte a tantissime opere di grande qualità, che non avrebbero mai visto la luce una decina di anni fa, ma che ha ahimè anche degli aspetti negativi. La sovrabbondanza di titoli, molti dei quali completamente dimenticabili o della dubbia qualità, ha infatti finito per mettere in ombra titoli decisamente validi, che magari avrebbero meritato più attenzioni. Uno di essi è sicuramente Remnant From the Ashes: TPS dal forte impianto cooperativo sbarcato sul mercato nel 2019 di cui, a nostro modesto parere, non si è parlato abbastanza. A quattro anni di distanza Gunfire Games e Gearbox ci riprovano ora con Remnant 2, sbarcato lo scorso 25 luglio su PC, PS5 e Xbox Series.
Un appuntamento, quello con il secondo episodio di questa peculiare serie di Action TPS, a cui non ci siamo assolutamente voluti sottrarre e che ci ha regalato parecchie soddisfazioni. Andiamo però con ordine.
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Come prima, più di prima
Remnant 2, ve lo diciamo fin da subito, è un seguito con tutti i crismi del caso, che espande quanto di buono visto nel primo capitolo sotto praticamente ogni punto di vista. Dalle fasi sparacchine fino a quelle da gioco di ruolo, passando anche per ambientazione, narrativa e resa grafica: ogni singolo aspetto visto in Remnant From the Ashes fa qui il ritorno in una veste più rifinita e curata, facendo fare il cosiddetto salto di qualità alla saga. Sia chiaro, non aspettatevi un’opera perfetta o in grado di rivoluzionare gli action TPS o, più in senso lato, i giochi cooperativi, bensì un titolo che, se avete apprezzato il primo episodio, entrerà molto probabilmente nei vostri cuori e con cui passerete diverse decine di ore.
Il setting è sempre quello del primo capitolo, con il gioco che si sviluppa attraverso un particolare ibrido tra la classica narrativa post apocalittica e i viaggi multidimensionali. Da desolate lande con un retrogusto alla Returnal per arrivare a villaggi con vibes alla Resident Evil 4, passando per castelli che paiono essere presi a forza da un racconto fantasy: la varietà delle ambientazioni è sicuramente uno dei punti di forza di Remnant 2, così come pure quella che è l’atmosfera. Encomiabile è infatti il lavoro fatto da Gunfire Games a riguardo, con la tensione che si taglia spesso e volentieri con un coltello.
La deriva horror del titolo è infatti evidente e permea quasi ogni aspetto del gioco. Certo, non aspettatevi di saltare dalla sedia, ma, tra manicomi infestati, entità corrotte e misteriosi esseri le vostre avventure in Remnant 2 assumeranno spesso e volentieri connotati oscuri e poco pacifici. Anche la normale esplorazione, complice un buonissimo impianto sonoro, va in tale direzione, con l’angoscia e la paura per quello che si può trovare dietro l’angolo che si rivelano presto due leitmotiv del titolo. Insomma, lamentarsi sotto tale punto di vista è veramente difficile.
Viaggiatori di mondi
Per poter affrontare tutti gli abomini e gli obbrobri di Remnant 2, Gunfire Games ha pensato a cinque differenti classi o, come li chiama il gioco, archetipi. Il Cacciatore, ad esempio, è perfetto per i combattimenti a lunga distanza ed è in grado di marchiare i nemici, mentre lo Sfidante è il classico personaggio perfetto per chi ama i tank e i combattimenti ravvicinati. Vi sentite particolarmente altruisti? A fare al caso vostro potrebbe allora essere il Medico, il cui scopo è decisamente chiaro dal nome, o, ancora, il Domatore, che si accompagna a un cane che sa rivelarsi di grande supporto in battaglia. Completa l’attuale ventaglio di scelta il Pistolero, che fa del rateo di fuoco e della gestione delle munizioni i propri punti di forza.
Ad arricchire il tutto, e rendere possibile una configurazione ancora più profonda del proprio personaggio, è poi ovviamente l’equipaggiamento. Potremmo infatti modificare il nostro alter ego digitale da capo a piedi, partendo dai vari pezzi della corazza fino ad arrivare ad anelli e talismani, senza dimenticare quelli che sono gli oggetti di cura, che possono anch’essi essere personalizzati. Le mod delle armi, che tra le altre cose le vanno anche a cambiarle a livello estetico, rappresentano poi un ulteriore livello di personalizzazione con le loro abilità, rendendo quindi il panorama complessivo sotto tale punto di vista decisamente roseo. Da segnalare, in ogni caso, come dopo qualche ora di gioco si venga sommersi da anelli e similia, oltre che il fatto che l’intero sistema di customizzazione non è sempre semplice e intuitivo.
Oltre che tramite loot nei vari livelli, tutto questo ben di Dio può anche essere ovviamente acquistato da dei negozianti, che si trovano per la loro quasi totalità all’intero del Ward 13, ossia la location principale del titolo. Il Ward 13, oltre a fare da hub centrale all’intera esperienza di gioco, permette infatti di acquistare e potenziare nuove armi, mod, armature e così via.
L'apocalisse, ma non da soli
Una volta lasciato l’accogliente Ward 13 e scesi sui campi di battaglia, il feeling con le armi in mano si è dimostrato decisamente buono. Complice una discreta varietà di bocche da fuoco differenti, infatti, è un piacere sterminare i nemici di Remnant 2, utilizzando le varie peculiarità di mod e archetipi. Il tutto, senza comunque sconvolgere particolarmente, funziona decisamente bene ed è insomma possibile ritenersi soddisfatti dalla resa complessiva. Non aspettatevi certo un Gears of War, ma molto difficilmente troverete di cui lamentarvi nelle meccaniche TPS di Remnant 2.
In cooperativa, ossia per come è stata inteso per essere giocata, l’ultima fatica di Gunfire Games ottiene una marcia in più, grazie all’ottima amalgama che si viene a creare tra le peculiarità dei vari personaggi. La struttura dei dungeon e un’incredibile varietà di nemici, che spesso e volentieri ci assaltano in gruppo, si sposano poi estremamente bene per essere affrontati in più giocatori. Il tutto viene ulteriormente enfatizzato durante le boss battle, sempre molto varie fra di loro e contraddistinte da differenti meccaniche. Certo, non mancano i passi falsi come uno scontro poco ispirato con una bombarola o un frustrante e mal pensato incontro con dei cubi giganti all’interno di un labirinto, ma il livello in linea di massima è sotto tale aspetto parecchio alto, ancor di più in compagnia di qualche amico. Innegabile, insomma, come Remnant 2 resti godibilissimo anche in single player, ma è indubbio come dia il meglio di sé in cooperativa.
Ad aumentare esponenzialmente la longevità del gioco, oltre ai dungeon che come da tradizione della saga sono generati proceduralmente, è il fatto che anche la narrativa non è lineare. Anche le avventure all’interno del medesimo mondo differiscono sensibilmente tra una run e l’altra, aumentando sensibilmente le cose da vedere e da fare all’interno di Remnant 2. Se vi farete travolgere dal gioco, insomma, difficilmente riuscirete a staccarvene molto presto.
Remnant 2: aspetto tecnico
Una piccola chiosa finale deve necessariamente essere dedicata a quello che è l’aspetto tecnico. Come avrete avuto modo di leggere in questi giorni, infatti, soprattutto la versione PC dell’opera è stata particolarmente bersagliata dagli utenti, che l’hanno trovata eccessivamente pesante soprattutto con le configurazioni più corazzate.
Con quella presente a inizio articolo, a dettagli medio/alti in Quad HD, non abbiamo in ogni caso riscontrato grandi problematiche, se non qualche sporadico calo di framerate. Il consiglio è in ogni caso quello di attendere qualche giorno prima di immergervi in Remnant 2, in modo tale che vengano rilasciate le prime patch in grado di migliorare la situazione.
Voto Recensione di Remnant 2
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Il seguito perfetto
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Tantissimi nemici diversi e un'infinità cose da fare
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Atmosfera ricreata alla grande
Contro
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Su alcuni PC le prestazioni non sono adeguate
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In alcuni frangenti fin troppo confusionario