Brutto colpo per gli utenti PlayStation. A sei anni dalla sua introduzione nel servizio cloud di Sony (ora raggruppato all'interno del PS Plus), il primo Red Dead Redemption è sparito dal catalogo. Nessun errore, nessun bug: semplicemente Rockstar Games ha deciso di rimuovere il gioco, come avviene praticamente sempre con i suoi giochi, che entrano ed escono dai vari cataloghi di servizi simili.
La notizia è ovviamente negativa per tutti i giocatori PlayStation. Su Xbox, per esempio, il problema non si pone: Red Dead Redemption è infatti giocabile su Xbox 360, Xbox One e anche sulle console di nuova generazione, complice ovviamente la retrocompatibilità. Su console Sony questo non accade: l'unico modo per poter giocare il titolo a questo punto è recuperare una console originale (ovvero PS3) e una copia fisica del titolo, disponibile comunque con regolarità praticamente ovunque, ma solamente di seconda mano.
Sia chiaro: Rockstar Games può e deve fare quello che vuole con le sue IP. In questo caso, probabilmente, la colpa è come sempre dei produttori. Non riuscire a integrare una vera e propria retrocompatibilità può portare a problemi di questo tipo. Il cloud funziona decisamente bene ed è un'ottima alternativa, ma ovviamente a patto che il gioco resti per sempre all'interno di un determinato servizio. E se Sony può garantire ciò per tutti i suoi titoli, impossibile che una garanzia del genere sia presente anche per i titoli di terze parti.
Red Dead Redemption (1) is no longer available to stream on PS Plus/PS Now after 6 years of its debut on the service in 2016.
— Ben (@videotechuk_) October 17, 2022
The only current modern way to play Red Dead Redemption is now officially on Xbox Series and Xbox One consoles and third-party emulators for PC. pic.twitter.com/AYgofRVzPV
Red Dead Redemption ha debuttato nel 2010, due anni dopo l'incredibile GTA 4. Del gioco si è discusso a lungo e secondo alcuni rumor Rockstar Games stava lavorando a una versione rimasterizzata da destinare a PS5 e Xbox Series S|X. Al momento è impossibile verificare la veridicità di queste informazioni e non sappiamo se il progetto sia stato effettivamente fermato oppure (più semplicemente) che i lavori non siano mai realmente partiti.