Sviluppato dai ragazzi di Phigames e pubblicato da Dear Villagers, Recompile immergerà tutti i videogiochi in un’ambientazione surreale e quasi del tutto inedita nel panorama videoludico, vale a dire un Mainframe. In queste ultimi giorni abbiamo avuto modo di testare questo titolo, e in questo articolo vi spieghiamo quelli che sono i suoi pregi e, naturalmente, i suoi i difetti.
Alla conquista di un supercomputer ormai distrutto…
La narrazione di Recompile racconta le gesta di un programma che ha lo scopo di entrare in un computer gestito da un’intelligenza artificiale e prenderne il controllo assoluto. Il tutto viene raccontato seguendo due particolari metodi: il primo, proseguendo nelle varie aree del mainframe; il secondo attraverso dei collezionabili sparsi per tutta la campagna. Quest’ultima escamotage si rivela come uno degli espedienti più suggestivi ed inediti dell’intera produzione perché, se da un lato abbiamo una storia piuttosto lineare, dall’altro punto di vista è necessario cercare i collezionabili per poter comprendere tutte le sfaccettatura della trama.
Sebbene possa creare qualche piccola frustrazione nel ricercare tutti quegli ologrammi all’interno del gioco, la storia si rivela affascinante e piuttosto godibile, a patto di conoscere la lingua inglese in assenza di quella italiana. Per chi se lo stesse chiedendo, una volta ottenuto un oggetto collezionabile, il videogioco mostra dei testi (in inglese ndR), che si caratterizzano da scritture di buon livello. È consigliabile chiaramente cercarli tutti, perché è doveroso conoscere tutti i vari intrecci dei personaggi, e soprattutto ciò che succede fuori dal Mainframe.
Come facilmente intuibile, ignorando i collezionabili sparsi per tutta la mappa di gioco, il giocatore si ritroverà a vagare per le varie zone della mappa, senza alcun obiettivo apparente, ad eccezione delle direttive dello stesso protagonista, che notifica alcuni degli obiettivi di breve termine. Dunque, se ignorati, la storia di Recompile potrebbe suscitare frustrazione e delusione.
Gameplay e meccaniche di gioco di Recompile
Recompile è un videogioco abbastanza particolare, perché non propone un’ambientazione colorata come sono abituati la maggior parte dei giocatori. Inizialmente bisogna superare alcune insidie del tutorial, che permette non solo di conoscere le meccaniche di base ma anche di sbloccare i primi potenziamenti dell’alter-ego, importanti soprattutto per poter superare le primissime insidie. Proseguendo con l’avventura, ci saranno sempre più power-up da sbloccare, che daranno equipaggiamenti sempre più adatti a sconfiggere tutti i nemici posti sulla mappa di gioco.
L’opera di Phigames, oltre ad essere un metroidvania con elementi platform, è anche uno sparatutto perché appunto consente di utilizzare degli armamenti, come la mitragliatrice oppure il fucile a pompa. Un sistema mal realizzato che, purtroppo, rovina parzialmente l’intera esperienza di gioco. Bisogna sottolineare la poca varietà di nemici e, al contempo, la loro abilità troppo "al di là" di quelle del personaggio principale, poiché - in alcuni casi - tendono ad essere troppo rapidi.
Nonostante queste defezioni, Recompile vanta una meccanica ben studiata che ne migliora - sotto il punto di vista ludico - il gameplay. Stiamo parlando dell’hacking, presente anche in questo videogioco, che permette a tutti i giocatori di violare i nemici, portandoli all’inevitabile distruzione oppure rendendoli dei nostri alleati. Tutto questo è stato progettato per poter donare ulteriori soluzioni ai giocatori, senza dover necessariamente ingaggiare un nemico nelle vicinanze.
Un posto angusto da esplorare…
Recompile, come abbiamo ampiamente anticipato, è in grado di catapultare i videogiocatori in un contesto non particolarmente familiare, infatti si troveranno dinanzi ad un’ambientazione poco confortevole con costruzioni di forme strane, il tutto accompagnato da un’atmosfera cupa e sgradevole. Se da un lato possiamo considerare il level-design di questo titolo non all’altezza, vista la pochezza di contenuti posti sulla mappa di gioco, da un altro punto di vista possiamo comunque premiarlo perché un’ambientazione del genere può essere apprezzata, soprattutto per tutti coloro che amano questo genere. I metroidvania, d’altronde, si caratterizzano di questa particolare formula.
Abbiamo provato questo titolo su PlayStation 5 e possiamo affermare di trovarci dinanzi ad un titolo ben sviluppato, perché non sono presenti cali di frame-rate, anche nelle zone concitate della mappa di gioco, come i combattimenti. Invece, non ci ha convinti la colonna sonora poiché tende ad essere monotona nei temi e, soprattutto, ripetitiva nel numero delle tracce incluse nel pacchetto finale di gioco, dopo un certo numero di partite.