Wolfenstein 2: The New Colossus
L'amore che Bethesda prova nei confronti di Nintendo Switch è oramai un fatto noto a tutti e le precedenti conversioni di titoli del calibro di Skyrim e Doom, per l'ammiraglia del colosso di Kyoto, ne sono state un'importante dimostrazione. Le precedenti riedizioni di due dei titoli più celebri rilasciati da Bethesda, infatti, hanno mostrato come sia possibile, per gli studi di terze parti, supportare Nintendo Switch appianando uno dei divari maggiori che la Casa di Kyoto accusò nella precedente generazione rispetto alle console concorrenti: la diffusione dei titoli multipiattaforma.
A sette mesi di distanza dall'approdo dell'iconico Space Marine sul piccolo schermo di Swtich, i ragazzi di Panic Button si ripresentano con Wolfenstein 2: The New Colossus, una conversione apparentemente più ambiziosa ma che si è rivelata, al netto di qualche compromesso, davvero convincente.
Ucronia, Nazisti e Sangue!
Seppur per il momento Adam Creighton, boss di Panic Button, abbia dichiarato che non ci siano progetti nell'immediato futuro per trasporre i capitoli precedenti della nuova trilogia dedicata a William "B.J." Blazkowicz, l'ottimo riassunto offerto dal titolo permette a chiunque di comprendere appieno gli antefatti trattati nel titolo precedente. La possibilità di effettuare, nuovamente, una scelta importante presente in Wolfenstein: The New Order, inoltre, garantirà una continuità narrativa a tutta quell'utenza che potrebbe ritrovarsi ad affrontare questo secondo capitolo delle vicende del temibile Terror-Billy dopo un cambio di piattaforma di gioco.
Wolfenstein 2: The New Colossus, infatti, comincia esattamente dove il capitolo precedente terminava, con un Blazkowicz che si risveglia da un coma durato cinque mesi all'interno del "Martello di Eva", il sottomarino nazista rubato dal Circolo di Kreisau in The New Order. Paralizzato dalla vita in giù, a causa delle ferite riscontrate durante l'assedio alla roccaforte di Deathshead, e con un sottomarino preso d'attacco dalle truppe Naziste di Frau Engel, Blazkowicz monta su una sedia a rotelle e, incurante delle ferite subite, si lancia in difesa dell'ultimo baluardo della resistenza dando il via a un arco narrativo che spinge maggiormente l'acceleratore sulle esagerazioni viste nel capitolo precedente confezionando una trama credibile, coerente e in grado di sprigionare Ucronia e Splatter da ogni pixel.
Alta Tecnologia Nazista
Analizzare nuovamente la moltitudine di elementi che resero Wolfenstein 2: The New Colossus un ottimo sparattutto, seppur dalla narrativa meno ispirata rispetto al capostipite, sarebbe inutilmente ripetitivo considerando la nostra precedente recensione atta a illustrare le novità introdotte nelle meccaniche di gioco e le migliorie implementate nel già ottimo gunplay. Il fulcro di questa analisi, infatti, sarà totalmente incentrato sulla conversione eseguita dai ragazzi di Panic Button per comprendere se i compromessi tecnici messi in atto restituiscono un'opera di effettivo valore o solo un esercizio di stile dal bellissimo aspetto visivo.
Come appurato con la precedente conversione di Doom il motore grafico id Tech 6 garantisce una scalabilità eccellente che riesce a mantenere un'appagante resa visiva anche a risoluzioni minori. Difatti Wolfenstein 2: The New Colossus per Nintendo Switch, allo scopo di mantenere un frame rate stabile, e un esperienza di gioco perfettamente fruibile, mantiene una risoluzione di 720p sia in modalità Docked (con la console collegata a un monitor esterno), sia utilizzando la Switch in mobilità.
Se in termini di risoluzione siamo ben lontani dalla definizione 4K, reali o tramide checkerboard, delle versioni per Xbox One X e PlayStation 4 PRO, l'utilizzo sapiente del motion-blur riesce a restituire un'immagine convincente seppur notevolmente più sporca rispetto alle altre versioni. Su uno schermo casalingo le imperfezioni grafiche saranno maggiormente percettibili, specialmente se si tratta di pannelli con risoluzioni superiori al Full HD, mentre sul piccolo display di Nintendo Switch la resa visiva risulta molto più convincente offrendo un dettaglio grafico soddisfacente e che riporta alla mente la natura cross-gen del precedente Wolfenstein: The New Order. Sicuramente ci troviamo di fronte a un compromesso necessario per mantenere una giocabilità ottimale a questo sparatutto decisamente frenetico ma che riesce a mostrare non solo l'ottima adattabilità del motore grafico ma anche una sapiente opera di ottimizzazione da parte del team di Panic Button.
Un discorso analogo a quello inerente alla risoluzione va fatto per il delicatissimo argomento dei frame per secondo. Wolfenstein 2: The New Colossus per Nintendo Switch mantiene stabilmente i 30fps, seppur con qualche lieve incertezza, sia in modalità Docked che in mobilità. Se su uno schermo casalingo il framerate del gioco risulta stabile e un intelligente uso del motion-blur, da parte dei ragazzi di Panic Button, riesce nell'intento di restituire un immagine sempre fluida e in linea con la frenetica azione di gioco, in modalità Handheld abbiamo percepito qualche lievissima incertezza seppur in maniera nettamente minore rispetto alla precedente conversione di Doom. Nelle fasi in cui il numero di elementi in movimento sullo schermo aumenta, infatti, possiamo imbatterci in qualche rallentamento infinitesimale, così come in seguito ad alcuni scontri a fuoco movimentati abbiamo percepito dei brevissimi scatti che ci hanno restituito una sensazione simile alla mancanza di un fotogramma.
Se nel primo caso, in seguito al caricamento del checkpoint precedente, i rallentamenti sono spariti definitivamente lasciandoci il dubbio di trovarci di fronte a un apparente caricamento dell'ambiente di gioco troppo frettoloso atto a non rallentare l'azione di gioco, il fenomeno dei micro-scatti è risultato una costante durante tutta la nostra prova. Stiamo parlando di fattori difficilmente percepibili durante la caoticità offerta da Wolfenstein 2: The New Colossus che si presenta, indubbiamente, molto più stabile e fluido del precedente Doom.
Caricare, Puntare, Fuoco!
Il dubbio più grosso che avevamo in merito alla conversione di Wolfenstein 2: The New Colossus per Nintendo Switch risiedeva nel come si sarebbero dimostrati efficienti ed ergonomici i piccoli Joy-Con rispetto alla frenesia del titolo e alla sua natura da "sparatutto vecchia scuola". Fermo restando che l'utilizzo di un Controller Pro rimanga la scelta migliore in termini di ergonomicità e di precisione, pur non rivelandosi l'opzione più ottimale quando ci si trova in mobilità, un percepibile incremento dell'auto-aim (funzione che permette di far agganciare automaticamente al mirino i bersagli nelle vicinanze n.d.r.) è stato inserito per soccorrere i giocatori che fruiranno maggiormente del titolo attraverso i due Joy-Con di Nintendo Switch.
Il piccolo artificio adoperato dai ragazzi di Panic Button non è da vedersi, però, come una dichiarazione di intenti contro le periferiche di Nintendo. In altri titoli dalle dinamiche FPS i Joy-Con di Nintendo si erano rivelati delle periferiche in grado di svolgere tranquillamente il compito preposto ma sicuramente le dimensioni ridotte degli analogici, la loro minore escursione e l'assenza di grilletti posteriori (sostituiti da semplici bumper a pressione) avrebbero potuto rivelarsi poco adatti al dinamismo e precisione richiesta negli scontri a fuoco di Wolfenstein 2: The New Colossus, specialmente alle difficoltà più elevate. Seppur non removibile attraverso il menù delle opzioni di gioco, l'auto-aim integrato si rivela, comunque, non eccisavamente invadente e limitato all'aggancio al corpo degli avversari che si pareranno verso il vostro cammino non generando mai un sensazione di eccessiva semplicità durante i numerosi scontri a fuoco disseminati nel titolo.
Terror-Billy e il Fattore Switch
Previo considerando che le motivazioni che vi spingeranno all'acquisto di Wolfenstein 2: The New Colossus, su Nintendo Switch, siano principalmente la possibilità di fruire in mobilità di uno dei migliori sparatutto del 2017 o il voler affrontare per la prima volta il secondo capitolo di questa nuova trilogia dedicata a William "B.J." Blazcowicz, vi sono una serie di fattori addizionali che dovrete tenere in considerazione. Innanzitutto le dimensioni totali del titolo si attestano sui 23 gigabyte , uno spazio considerevole se raffrontato con i soli 32 GB disponibili all'interno di una Nintendo Switch. Se la versione digitale del titolo potrebbe spaventarvi per le sue grosse dimensioni sappiate però che, come già successo per altre conversioni di titoli corposi, anche per la versione su cartuccia di Wolfenstein 2: The New Colossus è richiesto un download aggiuntivo di dati. Non siamo, fortunatamente, in una situazione analoga alle conversioni di L.A. Noire o NBA 2K18, che richiedevano una scheda SD addizionale per poter essere utilizzati, ma vi consigliamo di tenere in considerazione la necessità di avere 7 gigabyte di spazio disponibile sulla vostra console per poter debellare la minaccia Nazista su Nintendo Switch.
Per quanto riguarda i consumi, invece, il lavoro di ottimizzazione svolto dai ragazzi di Panic Button si è rivelato ottimo in quanto il consumo di batteria in modalità portatile è allineato agli altri titoli tripla-a presenti nel catalogo di Switch, garantendovi 4 ore di gioco continuative prima di consumare totalmente un ciclo di carica della console. Sempre in ambito di portabilità, vi consigliamo di tenere a mente quanto analizzato in merito al sistema di controllo, ricordandovi inoltre che l'ergonomia della console con i Joy-Con agganciati, pur restando un fattore molto soggettivo, potrebbe rivelarsi scomodo per fruire appieno di un First Person Shooter dai ritmi serrati quali Wolfenstein 2: The New Colossus.
Se non possedete una Nintendo Switch vi ricordiamo che Wolfenstein 2: The New Colossus è disponibile anche per Xbox One e PlayStation 4.