In ogni caso, anche se i dialoghi sono il modo migliore per avanzare senza problemi, anche il combattimento riveste un ruolo importante, se si arriva a quella situazione. Nelle situazioni di pericolo si attiva la modalità Crisi. Questa è basata sui turni, ma gli sviluppatori sono riusciti a sfruttarla in modo creativo.
Prima di sferrare qualsiasi colpo è possibile utilizzare i propri punti azione (che aumentano quando si sale di livello) per parlare con gli avversari, per attivare qualche macchinario o perfino per distrarre qualcuno mentre parte del gruppo cerca di rubare un manufatto. Insomma, spesso combattere è proprio l'ultima spaggia, ma anche in quell'eventualità le meccaniche funzionano senza problemi.
Statistiche, abilità e talenti decidono chi si muove per primo. Durante il combattimento si possono eseguire due azioni: spostarsi, attaccare i nemici o utilizzare abilità attive e oggetti. Come sempre, la maggior parte di queste azioni ha una percentuale di successo che può essere aumentata spendendo parte delle proprie statistiche.
Nel caso si fosse costretti ad abbandonare un compagno e fuggire, questi ricompare appena abbandonata l'area. Il discorso è un po' più complesso se muore il protagonista. In questo caso si entra nel Labirinto, il costrutto mentale plasmato dalle nostre stesse esperienza e che si amplia con l'avanzare della trama.
Questo posto fuori dal tempo non è solo un passaggio obbligato ma si può sfruttare per completare delle missioni. Per questo motivo a volte è necessario morire - ma non solo - per entrare in quel luogo. Una volta usciti, il personaggio si risveglia con tutti i punti i vita, ma non con le statistiche ricaricate.
A volte semplicemente non succede nulla e si rimane dove siamo caduti in battaglia, altre volte qualcuno ci sposta in altri posti. In ogni caso è una soluzione intelligente che consente di continuare la partita anche in caso di fallimento. Però attenzione, il game over non è sempre evitabile e ci sono dei modi, anche molto stupidi, per morire permanentemente e dover quindi ricaricare l'ultimo salvataggio.
Il modo migliore per evitare di morire troppo spesso è quello di avere con sé sempre dei compagni. Durante i nostri pellegrinaggi se ne possono portare solo tre, quindi risulta impossibile conoscere i retroscena di tutti e sei - ed è anche facile non incontrarli tutti. Come per il protagonista possiamo gestirne la crescita e l'equipaggiamento, quindi è bene creare un gruppo con statistiche, abilità e talenti eterogenei per riuscire al meglio in tutte le situazioni offerte dal gioco.
Gli sviluppatori hanno inoltre caratterizzato molto bene ogni personaggio e ancora una volta per completare tutte le loro missioni secondarie è necessario possedere determinate caratteristiche. Quindi, ancora un volta, è impossibile completare tutto ciò che il gioco offre in una sola partita.
Le quest sia principali che secondarie riescono a mantenere vivo l'interesse del giocatore, anche se non bisogna aspettarsi nessun particolare colpo di scena. Il protagonista impara a conoscersi in maniera graduale e continua con l'avanzare della storia.
Conclusioni
Torment Tides of Numenera prende la formula dei giochi di ruolo e la rinnova, rendendola fruibile a giocatori di vecchia e nuova data. È un titolo imperdibile per gli appassionati del genere e anche per chi vuole provare qualcosa di diverso dal solito RPG con l'eroe che deve salvare il mondo. Le meccaniche sono immediate da imparare, ma allo stesso tempo mantengono una grande complessità e profondità.
Anche la trama, seppur senza particolari picchi narrativi, riesce a incuriosire il giocatore dall'inizio alla fine ed è arricchita da moltissime quest secondarie ben strutturate.
La pecca maggiore è una forzata linearità nell'esplorazione, legata all'avanzamento della trama, che, tra l'altro, si termina in una decina d'ore. Tuttavia questi difetti, sono bilanciati da una grande rigiocabilità, poichè in una sola partita è impossibile vedere ogni sfumatura del gioco.