Thief of Thieves: Season One
Qualche settimana fa abbiamo provato Thief of Thieves: Season One, il videogioco stealth e visual novel tratto dall'omonimo fumetto di Robert Kirkman, noto ai più per essere il creatore di The Walking Dead. A causa di un'insolita scelta da parte degli sviluppatori, ci siamo subito buttati nel mondo dei ladri nei panni di Celia, l'apprendista del leggendario Redmond, ma abbiamo potuto terminare la nostra avventura solo dopo due importanti aggiornamenti che hanno finalmente reso giocabili i capitoli finali del gioco.
Purtroppo, l'attesa non è stata ripagata da altrettanata longevità. Eravamo dubbiosi sulla quantità di tempo che il gioco di Rival Games ci avrebbe intrattenuto e sfortunatamente siamo rimasti delusi nel constatare che sono sufficienti poco più di 5 ore per terminare il tutto. Inoltre, se rapportiamo il tempo giocato al prezzo di 22,99 euro, il risultato è un videogioco proposto a cifre esorbitanti rispetto a quanto offre. Anche la rigiocabilità è più che altro un miraggio: ricompletare gli stessi livelli con scelte differenti non porta a grossi cambiamenti nella trama, è però necessario se si vuole ottenere la gran mole di achievement.
È comunque un peccato che Thief of Thieves: Season One termini così in fretta, proprio perché propone una storia interessante e godibile. Gli sviluppatori hanno infatti cercato il più possibile di mantere l'essenza del fumetto con l'inserimento di filmati, doppiati in inglese, durante i quali compaiono una dopo l'altra le varie vignette e si sovrappongono le nuvolette con i testi sicronizzati con l'audio. Anche il tratto e lo stile dei disegni non ha nulla da invidiare a quello della versione cartacea.
Arriviamo quindi al gameplay vero e proprio dove, pad alla mano, possiamo finalmente controllare l'esperta ladra Celia. Siamo davanti a un gioco stealth in terza persona e a telecamera fissa. Sì, avete letto bene, fissa: per quanto possa sembrare strano non si può controllare liberamente la telecamera, con il risultato che le guardie e i nemici fuori dal nostro campo non sono visibili. Per ovviare al problema, ai bordi della schermata sono presenti degli indicatori che a seconda del colore ci permettono di intuirne la posizione, sapere se stanno guardando nella nostra direzione o se ci hanno scoperto. Durante la nostra prova abbiamo visitato diverse ambientazioni dove abbiamo utilizzato tutte le nostre abilità per raggiungere l'obiettivo: Celia può scassinare le porte muovendo un cursore con lo stick analogico e mantenendolo in una certa posizione, aprire casseforti roteando e facendo combaciare i pezzi della serratura, borseggiare le persone premendo la sequenza di tasti esatta e infine hackerare dispositivi elettronici premendo più volte A al momento giusto.
Durante questi minigiochi il tempo non si ferma quindi è possibile essere visti durante le nostre azioni criminose e, siccome non abbiamo alcuna possibilità di difenderci, se il nostro inseguitore ci raggiunge dobbiamo tornare indietro al checkpoint precedente. Nel complesso il gameplay si basa sull'imparare il giro di perlustrazione della vigilanza e restare nelle zone d'ombra per essere quasi totalmente invisibili, sfruttando all'occorrenza le lattine vuote per distrarre gli avversari o gli interruttori per spegnere le luci. A lungo andare questa formula diventa abbastanza ripetitiva, con situazioni sempre molto simili, e a nulla bastano gli obiettivi opzionali, leggermente più complessi da completare ma in grado di facilitare i nostri compiti nei livelli che seguono. Perlomeno l'intelligenza artificiale non si lascia facilmente trarre in inganno e a volte sono presenti dispositivi di sicurezza, come telecamere, da disattivare o evitare. Le guardie, se percepiscono la nostra presenza, controllano l'area di provenienza del rumore e a volte sono dotate di torce per illuminare le aree buie. Peccato che abbiano la memoria di un pesce rosso e dopo averci perso di vista tornano alla loro posizione originale - ma alla fine questo non è un difetto di praticamente ogni gioco stealth? Il problema principale è che comunque, oltre alla ripetitività generale, la difficoltà che si mantiene bassa. Alla fine è molto semplice completare i livelli al primo tentativo e senza nemeno saltare le richieste facoltative.
Quello che invece rimane il fiore all'occhiello di Thief of Thieves: Season One è l'aspetto grafico. Rival Games è riuscita a riprodurre lo stile del fumetto optando modelli tridimensionali dalle linee molto ordinate e pulite a cui sono applicate delle texture dai contrasti e bordi marcati per raggiungere l'effetto sperato. A ciò si aggiunge un'ottima qualità dell'illuminazione e delle conseguenti ombre che creano un chiaroscuro di tutto rispetto, inoltre, tenendo premendo LB è possibile sovrapporre degli "aiuti" che Celia nota grazie al proprio intuito. Un'ultima piccola critica va però rivolta alle animazioni dei personaggi che, a nostro parere, non risultano abbastanza fluide e un po' impacciate.
È difficile riassumere Thief of Thieves: Season One con un semplice voto numerico. La trasposizione videoludica riesce a ricopiare egregiamente la natura del fumetto di Kirkman, soprattutto a livello estetico, tuttavia, per quanto le meccaniche siano accessibili e la trama intrigante, il lato videogioco non brilla particolarmente, proponendo situazioni abbastanza facili da superare e meccaniche non particolarmente approfondite. Se quindi è più che sufficiente sotto alcuni aspetti, non lo è per altri e il nostro consiglio è di ponderare l'acquisto di una copia per PC in base a quanto vi interessa la (breve) narrazione e la grafica in un gioco.
Thief of Thieves: Season OneXbox OnePC
- Esteticamente ricalca molto bene il fumetto da cui è tratto.
- Difficoltà tarata verso il basso.
- Il gameplay vero e proprio è piuttosto povero.
- Prezzo decisamente alto.
- Solo in inglese.
Non vi piace rubare ma preferite un'apocalisse zombie? Allora volete giocare alla serie The Walking Dead, tratta da un altro famoso fumetto di Robert Kirkman.