Survival horror, action adventure, stealth, tps… Chi più ne ha più ne metta

Recensione di The Last of Us, l'avventura post apocalittica di Naughty Dog disponibile in esclusiva su PS3.

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a cura di Tom's Hardware

Survival horror, action adventure, stealth, tps… Chi più ne ha più ne metta

Anche per quanto riguarda il gameplay, The Last of Us è un gioco unico. Gli sviluppatori hanno pescato a piene mani da numerosi generi, prendendo alcuni elementi dai classici action adventure, alcune fasi tipiche dei giochi stealth, le sparatorie dei TPS e la pericolosità dei nemici unita alla scarsità di risorse dei survival horror.

Scordatevi  il classico supereroe indistruttibile, come ci aveva abituato in questi anni il buon Nathan Drake di Uncharted. Joel non è un intrepido avventuriero, non è in grado di arrampicarsi con l'agilità di uno stambecco e negli scontri a fuoco non sarà in grado di lanciarsi nella mischia sorprendendo i nemici con "super poteri" e sparatorie al rallentatore.

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La chiave di The Last of Us è infatti la capacità di analizzare con lucidità ogni situazione, cercando sempre il modo migliore di superarla, sprecando meno risorse possibili e cercando di non attirare l'attenzione dei nemici. Per sopravvivere alle battaglie bisognerà comportarsi con intelligenza, cercando di distrarre i nemici e di coglierli di sorpresa, ma anche in questo caso le cose non saranno molto semplici.

L'intelligenza artificiale è infatti molto curata e quando si affronteranno avversari umani, sopravvissuti all'infezione, sarà difficile non accorgersi della loro astuzia. Quasi sempre gli ambienti in cui si svolgono gli scontri presentano diversi percorsi per raggiungere il vostro obbiettivo, ma questo è un vantaggio che anche i nemici potranno sfruttare per aggirarvi e colpirvi quando meno ve l'aspettate, magari mentre siete impegnati a proteggervi dal fuoco di copertura.

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Perfino distrarre una coppia di nemici lanciando un mattone richiederà l'uso di un po' di materia grigia, visto che uno dei due si dirigerà sicuramente verso la zona colpita, mentre l'altro terrà d'occhio la situazione.

Per questo motivo un'analisi accurata del campo di battaglia è fondamentale, insieme a un approccio stealth per non farsi individuare. Tuttavia, come abbiamo specificato qualche paragrafo fa, Joel non è un super soldato e anche strangolare un nemico richiederà più di qualche secondo. Un lasso di tempo che potrebbe essere sufficiente per essere individuati dai rinforzi.

Perfino la gestione dell'inventario richiede di pianificare in anticipo le proprie mosse, visto che la creazione di oggetti e l'uso di medikit, per esempio, richiede di aprire lo zaino e d'interrompere la battaglia, lasciando il campo spianato agli attacchi dei nemici. Fortunatamente i giocatori impareranno in fretta (e sulla propria pelle virtuale) a cercare luoghi sicuri in cui riprendere fiato e pensare alla strategia più corretta per affrontare un determinato passaggio.

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Sotto questo aspetto l'unico aiuto concesso dagli sviluppatori è la modalità ascolto, che permette di sfruttare l'abile udito di Joel per captare gli spostamenti dei nemici anche attraverso i muri grazie al suono dei loro passi. Un'opzione che tuttavia si può disattivare dal menù delle impostazioni, per chi è in cerca di un'avventura ancora più complicata.

La varietà dei modi in cui si possono affrontare le sezioni della campagna single player sembra quasi strizzare l'occhio alle dinamiche tipiche dei giochi sandbox, senza tuttavia offrire la stessa vastità degli ambienti di quest'ultimi. Il risultato è senz'altro convincente.

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