Surrealismo spaziale

Samorost 3 è la terza installazione del gioco che ha originato Amanita Design, lo studio ceco che ci ha deliziati in passato con Machinarium e Botanicula.

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a cura di Martina Fargnoli

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Surrealismo spaziale

La cifra stilistica dello studio ceco è inconfondibile, e Samorost 3 non fa eccezione rispetto ai suoi predecessori. Le estetiche prendono a piene mani dalla natura, ma il tocco dell'artista la deforma e fonde con elementi esterni fantasiosi, o metalli, come a creare delle sculture vive. I nove pianeti esplorabili si presentano unici, rivestiti di una patina onirica e surreale come un dipinto di Max Ernst. Sono mondi ricchi e dettagliati che denotano la cura e la perizia con cui la matita ha tracciato ogni linea. Per il vostro piacere è possibile tornare in ognuno di essi a gioco completato.

Samorost 3

Le animazioni sono nuovamente realizzate in flash ma una più avanzata tecnologia permette un dettaglio superiore e una fluidità maggiore. Il protagonista si muove in scioltezza e non è raro vederlo abbandonarsi a gioiosi momenti di danza. La dinamicità degli elementi varia sia a seconda dell'oggetto sia a seconda del tipo e numero di interazioni con esso.

Toccare le antenne di una cicala le farà fremere, un tocco ulteriore le farà vibrare con più intensità mutando al tempo stesso anche le sonorità evocate. A volte può sembrare poco chiaro quanto e come dover interagire, ma è una pecca che si risolve prestando più attenzione ed entrando nei meccanismi con la pratica.

L'ottima colonna sonora fa da collante, agendo come un elemento di supporto che non distrae il giocatore dai suoi compiti e non si sovrappone ai numerosi effetti sonori presenti. Quando c'è da evidenziare un momento di pathos si fa più distinta e marca il successo di un evento importante. Il feedback sonoro, unito a quello visivo, è uno tra gli elementi chiave per la buona riuscita degli enigmi ambientali.

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