Resident Evil si fa in quattro
Resident Evil 6 ha ben quattro campagne tutte da giocare separatamente, ciascuna con una coppia fissa di protagonisti e con una dinamica di gioco differente, ma con un unico intreccio narrativo.
Ciò vuol dire che sarà possibile conoscere buona parte della storia con una singola campagna, ma giocare tutte le altre vi permetterà di vivere gli eventi da altre prospettive, abbracciando al tempo stesso un unico grande finale.
Negli anni passati, moltissimi fan si sono lamentati dell'abbandono dei tratti distintivi dei primi capitoli della serie: telecamere fisse, fondali prerenderizzati, zombi che escono dal nulla e i tanto amati enigmi.
Ebbene nella campagna che vede protagonista la coppia Leon-Helena, non possiamo notare gli sforzi – seppur mediocri – degli sviluppatori di portare nel gameplay qualche elemento della vecchia scuola, caratterizzando in tal senso questa parte dell'avventura.
Il risultato è davvero discutibile, con una telecamera che spesso non favorisce il giocatore e alcuni Quick Time Event troppo frequenti, al punto da infastidire o peggio ancora scimmiottare i classici enigmi della serie. Ritroviamo però i toni dark del capostipite, gli zombi che appaiono dall'oscurità, qualche enigma (nulla a che vedere col passato purtroppo n.d.r.), e meccaniche di combattimento corpo a corpo che risultano piacevoli e divertenti come le scazzottate tipiche dei film americani… Con tanti saluti alla paura che uno zombi ci possa sbranare.
Con Chris Redfield e Piers Nivans cambia la coppia e cambia anche la faccia del gioco, introducendo delle meccaniche degne di uno sparatutto in terza persona, con tanta carne da macellare grazie a quintali di piombo.
Chris Redfield è il vecchio agente della S.T.A.R.S. e il protagonista del primo Resident Evil, ma nei nostri giorni è un membro della B.S.A.A. attivo durante un altro attentato bioterroristico, stavolta nella città cinese di Lanshiang.
Questa sezione di gioco è un netto miglioramento di quella vista in Resident Evil: Operation Raccoon City, spin-off votato allo sparatutto assolutamente da dimenticare sotto ogni punto di vista.
Qui i combattimenti sono piuttosto validi: Chris, spalleggiato da Piers e dal resto della sua squadra attaccano come dei veri soldati, con uccisioni a distanza o azioni combinate che portano a delle coreografie devastanti. I nemici, seppur mutanti, sono anch'essi armati di tutto punto, e in alcuni punti del gioco non vi dovrà sorprendere veder spuntare addirittura dei carri armati.
La terza campagna vede protagonisti il vecchio mercenario Jake Muller e Sherry Birkin, per i vecchi conoscenti la bionda ragazzina apparsa in Resident Evil 2 ormai diventata donna. In questa terza parte dell'avventura la fanno da padrone le meccaniche da picchiaduro introdotte anche nella campagna di Leon-Helena.
Protagonista della quarta campagna è un'altra vecchia conoscenza dei precedenti capitoli: Ada Wong.
In origine questa parte è stata distribuita come contenuto aggiuntivo scaricabile, ma in questa ultima versione "definitiva" è parte integrante del gioco. La campagna doveva essere votata all'esplorazione e ai classici enigmi, ma purtroppo si è rivelata un vero flop.
Pur di elevare il grado di difficoltà e forse allo scopo di divertire gli utenti di vecchia data, gli enigmi spesso sono privi di quella logica geniale e intuitiva del passato. Inoltre Capcom ha introdotto dinamiche stealth del tutto fuori luogo e mal gestite, che spesso rovinano l'esperienza di gioco.