Una gran pessima idea. O il contrario?

La recensione di Mario+Rabbids: Kingdom Battle, il crossover che in pochi si aspettavano e che nessuno voleva. Sorpresa: è un gran bel gioco.

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a cura di Jacopo Retrosi

Proseguendo nell'avventura si arrivano a reclutare un massimo di 8 personaggi, tra i beniamini del Regno dei Funghi e le loro caricature con le orecchie da coniglio, ma solo 3 per volta possono prendere parte agli scontri - Mario è il leader, quindi dovrà sempre essere schierato. 

Durante il proprio turno le unità hanno totale libertà di azione all'interno dell'area di movimento. Oltre a posizionarsi e a sparare è inoltre possibile attaccare in scivolata i nemici a tiro per infliggere danni aggiuntivi e usare gli alleati come trampolini per raggiungere distanze ancora maggiori - o saltare in testa ai malcapitati nelle vicinanze. Il level design è molto versatile e si sviluppa anche in verticale, consentendo di adottare un nutrito ventaglio di strategie, valorizzando le caratteristiche uniche di ogni membro del party.

M+R9

Dopo il primo capitolo assieme alle preziose monete si acquisiranno anche Punti Potere, utilizzati per sbloccare e potenziare le abilità della squadra. Fuoco di copertura, scudi, campi curativi, granatre (no, non è un errore di battitura), droni esplosivi, bonus offensivi e difensivi, ce n'è per tutti i gusti. I singoli rami tuttavia non vanno poi tanto in profondità, costringendo a seguire un percorso di crescita alquanto lineare. Manca inoltre un sistema di armature e/o accessori per dare un ulteriore tocco di personalità al team; di armi ce ne sono a bizzeffe, ma avremmo gradito maggiore varietà in altri campi.

Il comparto tecnico è affidato allo Snowdrop Engine di Ubisoft. Lo ricordavamo "leggermente" diverso in The Division, ma sembra cavarsela egregiamente alle prese con lo stile bucolico e coloratissimo tipico delle produzioni Nintendo. Il titolo viaggia a 900p in modalità fissa e 720p in quella portatile, in entrambi i casi a 30 fotogrammi al secondo. 

M+R10

Numeri poco eclatanti, ma questo non impedisce a Mario+Rabbids di sfoggiare un impatto visivo degno di nota, con fondali minuziosamente dettagliati ed effetti di luce niente male; buoni anche i modelli, esaltati dalle ottime animazioni. I menù e l'interfaccia in-game poi sono chiari e intuitivi - basta uno sguardo distratto per avere tutto sotto controllo - e pure assai stilosi. Ci riteniamo dunque soddisfatti.

Eccellente la colonna sonora di Grant Kirkhope - qualcuno ha detto Rare? - che unisce remix di temi classici a brani originali. Un sacco di tracce, tutte orecchiabile e perfettamente in linea con l'atmosfera scanzonata del titolo. 

m+R2

L'unica "nota dolente" di Mario+Rabbids probabilmente è la longevità: completare i 4 mondi della campagna non porterà via moltissimo tempo - circa 15 ore - e gli stimoli a rigiocarla non sono tantissimi, se non ottenere valutazioni migliori. Si tratta in ogni caso di tempo ben speso, in cui difficilmente ci si annoia. Nonostante le - poche - limitazioni, è sempre un piacere passare ore ad arrovellarsi su come investire i sudati Punti Potere o sulla prossima manovra da eseguire per sfondare la formazione nemica senza subire perdite, e la demenza del cast riesce sempre a strappare una risata.

I contenuti finiscono qui? Al contrario: all'appello figurano decine di sfide aggiuntive, ideali per mettere a dura prova le proprie abilità tattiche, e la co-op locale per due giocatori. Vale inoltre la pena esplorare una seconda volta le location per mettere le mani sulla caterva di collezionabili - bozzetti, miniature e brani della colonna sonora - sparsi ai quattro venti. Ubisoft non si è certo risparmiata. Ottimo lavoro!

M+R8

Mario, i Rabbids e XCOM, il connubio che nessuno si aspettava, e che invece funziona alla grande. Mario+Rabbids: Kingdom Battle è una rivelazione, un titolo che consigliamo caldamente sia a chi non mastica i giochi di ruolo tattici che ai veterani del genere, merito del suo carisma e della fantastica direzione, a tratti geniale. 

Non perfetto, alcuni particolari del combat system potevano essere approfonditi maggiormente e non ci sarebbe dispiaciuto qualche livello in più, ma sono dettagli tutto sommato trascurabili innanzi a una delle collaborazioni più riuscite degli ultimi anni. Se siete ancora alla ricerca di un buon pretesto per acquistare Switch, eccovene un altro. E no, usare la comicità chiassosa dei Rabbids non vale come scusa: qui si sono comportati fin troppo bene per i loro standard.


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