Illusion: A Tale of Mind
I canadesi di Frima Studio decidono di portarci in un non-luogo, con un viaggio ricco di misteri, enigmi per raccontarci una storia surreale, ma con lo sfondo della Prima Guerra Mondiale. Cos'è dunque Illusion: A Tale of Mind? Un viaggio nella mente.
Ma saper raccontare una storia è una virtù e un privilegio riservato a pochi artisti padroni delle sette arti. Il videogioco, sin dalla sua nascita, non è solo divertimento o un passatempo, bensì vettore di storie incredibili che non hanno nulla da invidiare alle controparti presenti nei romanzi di successo o nelle pellicole cinematografiche.
Nossignore. Perché se è vero che il videogioco è la cosiddetta "ottava arte" (come vorrebbero alcuni studiosi oppure un recente servizio televisivo del TG5 n.d.r.), grazie a capolavori come Policenauts e Metal Gear Solid del Maestro Hideo Kojima, o guardando ad altri titoli meno "giocosi" come To the Moon e il recente Last Day of June (dove trovate qui la nostra recensione), possiamo assistere a delle vere opere d'arte che riescono a raccontare di mondi e vicende indimenticabili, qualche volta prescindendo dalla componente del gameplay. Illusion: A Tale of Mind è un videogioco che ha la consapevolezza di voler rientrare in questa onorevole categoria.
Viaggio in una mente contorta
Ogni gioco che ha una storia degna di chiamarsi tale, è in realtà un viaggio progressivo. Ma nel caso di Illusion, vestiremo i panni di una ragazzina di nome Emma che dovrà compiere un viaggio trovandosi letteralmente dentro la mente di un uomo, un circense, che cela amore, tormento e depressione, il tutto avente come sfondo la Parigi dei primi del 1900 con il vivo teatro della Prima Guerra Mondiale. In questo curioso viaggio, ci farà compagnia Topsy, un coniglio di pezza che riveste il ruolo dello "spirito guida" all'interno della mente dell'uomo, un individuo che impareremo a conoscere nel profondo nel corso dell'avventura.
Vi annunciamo sin da subito che la componente narrativa di Illusion è il pezzo forte del lavoro del team canadese, con un'enfasi crescente che si spende molto nelle emozioni offerte nella storia narrata. Quindi non ci dilungheremo più di tanto a raccontarvi il seguito di quanto fin adesso anticipato.
In termini videoludici, Illusion è una sorta di platform con delle meccaniche molto semplici e lineari, caratterizzato dalla presenza costante di rompicapo che richiederanno una risoluzione per poter avanzare con la storia. I comandi sono molto semplici, ma a tratti imprecisi: non vi capiterà di rado di sbagliare senza volerlo e di dover ripetere alcuni passaggi a causa di queste imprecisioni. Per inciso, nel gioco non si muore, ma quando farete un passo falso in un punto critico o proibito, dovrete ripetere il passaggio precedente. Oltre a dover fare i conti con un'esplorazione a volte poco precisa nei controlli di Emma, l'unica altra vera sfida è rappresentata dagli enigmi.
Questi sono tutti di tipo ambientale e figurativo, sono dei puzzle che hanno la funzione di essere degli espedienti per raccontare un dettaglio della storia che man mano viene dipanata. Nulla di particolarmente impegnativo, che pur giocando in tanti modi in termini di visioni e prospettiva, scadono nella ripetitività. Solamente nella parte finale del gioco, sembra voler fissare un cambiamento di rotta, ma a tal punto potrebbe sorprendere per certi versi o addirittura infastidire.
La vie est belle
Dobbiamo ammettere di aver subito il fascino della Parigi dei primi del '900, con i suoi cafè, i suoi cabaret le sue vie inconfondibili e il suo stile bohémien. Tutto viene rappresentato con un indubbio ed evocativo senso artistico, con una realizzazione tecnica davvero eccellente per il contesto quasi favolistico, pur trattandosi di una produzione indie.
I colori dipingono un quadro deprimente e azzeccato, con tocchi sfavillanti che caratterizzano alcuni enigmi. Il disegno dei personaggi rende pienamente con i tratti narrati, e perfino le musiche sembrano accompagnare a dovere le cronache amorose di Euclide, narrate anche in italiano.
In definitiva, dobbiamo porci un quesito che nasce proprio nell'introduzione di questa recensione: un videogioco che racconta una bella storia, può essere un buon prodotto a prescindere dal gameplay? La riposta è Nì.
Altri giochi simili hanno un livello di sfida veramente basso e come Illusion vorrebbero soltanto raccontare la loro storia. Ma quando anche quel minimo di componente gameplay rovina l'intera esperienza ludica, allora siamo davanti a un vero disastro. In Illusion sembra che il level designer e il main editor si siano scambiati quattro chiacchere di fretta e furia per far combaciare - in malo modo - i loro lavori.
Nella durata complessiva di circa 5 ore di gioco, non ci aspettavamo un grande trascinamento in termini di gameplay, a fronte di un interesse più marcato verso la vicenda narrata che - lo evidenziamo - è molto coinvolgente e toccante, ma nemmeno che questa componente rovinasse tutto l'insieme. Davvero un'occasione mancata.
Illusion: A Tale of MindPS4
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