Benvenuti a Koreatown

Homefront: The Revolution è il seguito del primo capitolo pubblicato ben cinque anni fa. Nonostante uno sviluppo lungo e travagliato quest'ultima iterazione è giunta al pubblico con una formula di gioco totalmente rinnovata.

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a cura di Matteo Lusso

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Homefront: The Revolution manca di originalità e il gameplay è un miscuglio di elementi presi da altri videogiochi, come Far Cry o Shadow of Mordor, però il sistema funziona ed è anche divertente.

Il mondo di gioco è diviso in più settori, gialli e rossi, che a propria volta presentano più aree, ognuna con una speciale attività da completare per conquistarla e aumentare la presenza della resistenza.

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Le zone gialle sono quelle abitate da civili americani sotto stretta sorveglianza da parte dei soldati. Ci si può muovere disarmati in modo da non attirare subito l'attenzione, ma a causa del mandato di cattura sulla testa del protagonista, se restiamo nel campo visivo di un norc o di uno scanner per troppo tempo scatta l'allarme. In quel caso l'unica cosa da fare è trovare un nascondiglio, perché i nemici compaiono all'infinito.

Lo scopo da raggiungere in queste aree è quello di incitare la rivolta manomettendo l'equipaggiamento nord coreano e aiutando i civili. Peccato che la varietà sia minima; si passa gran parte del tempo a correre avanti e indietro fra le stesse situazioni e a volte, anche se si è appena salvato un civile da un aguzzino, basta spostarsi di qualche metro per rivedere la stessa scena con tanto di cadavere del soldato precedente.

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Celle senza soffitto, il massimo della sicurezza!

Le zone rosse sono quelle interdette ai civili, dove i norc sparano a vista, e sono anche le più vaste. Purtroppo stiamo parlando di appena qualche chilometro quadrato e i settori in totale sono appena sette. La mappa nel complesso è veramente piccola e nemmeno tutta unita, ma almeno le attività non mancano.

Peccato che per aumentare il controllo della resistenza in un distretto basti semplicemente uccidere qualche soldato o raggiungere una posizione leggermente ostica e girare una valvola, attivare interrutture o violare un dispositivo. Anche le meccaniche legate all'hacking sono penose: un solo e semplice minigioco ci accompagna per tutta l'avventura senza subire nessuna modifica alla formula o aumento di difficoltà.

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Nei distretti rossi si possono anche utilizzare le moto che permettono di muoversi praticamente ovunque. Si può passare attraverso i palazzi diroccati, tunnel e zig-zagare fra i nemici grazie ad un sistema di guida molto comodo anche se si usa la tastiera.

Se invece preferite muovervi a piedi potete "reclutare" fino a quattro membri della resistenza affinché vi seguano. In questi frangenti l'intelligenza artificiale si è dimostrata in grado di seguirci senza difficoltà e ci aiuta quando i nemici sono troppi. Purtroppo i norc non sono altrettanto furbi ed è facile sia ucciderli che seminarli.

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