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a cura di Michelangelo De Cesare

God of War

 

Sony e Santa Monica Studio tornano a raccontarci le avventure di Kratos nel nuovo God of War, un'esperienza intensa e arricchita da una reinterpretazione ludica del brand che permette allo storico di franchise di evolversi verso nuove direzioni.

God of War

CONTRO: La ripetitività di alcune sezioni tende a intaccare, parzialmente, il concetto della "scoperta" insita nel nuovo concept; alcuni momenti della parte iniziale dell' avventura risultano piatti e meno coinvolgenti del resto della storyline, stonando con il resto della produzione.

VERDETTO: Al netto di alcuni difetti e lacune, con God of War Sony mette sul piatto delle esclusive un altro peso massimo di grandissimo pregio, un must per i possessori dell'ammiraglia Playstation e per tutti gli amanti degli action-adventure

Presentato durante una delle conferenze più riuscite dell'E3 degli ultimi anni con una forza mediatica imponente, l'ultimo nato dei Santa Monica Studio ci ha riportato fra le mani uno dei franchise più iconici del mondo Playstation, ridisegnandone la formula di successo che lo aveva, letteralmente, portato in cima al Monte Olimpo.

Nuovo setting, nuovi personaggi, nuove meccaniche. Quasi lo stesso protagonista: Kratos è tornato, più vecchio e visibilmente provato dai trascorsi che si è lasciato alle spalle. Quello che ci presenta Cory Balrog in questa nuova avventura è un Kratos diverso, nuovamente genitore e lontanissimo dalla sua terra natia. Con passo felpato e animo straziato da un passato impossibile da dimenticare, il Fantasma di Sparta ha deciso di piantare il suo seme nella mitologia norrena, nel silenzio della vita di un comune mortale. La vicenda ci introduce subito alla più grande novità tematica di questo nuovo episodio: Kratos ha avuto un figlio in questa terra lontana, il piccolo Atreus. L'inizio dell'avventura vede padre e figlio intenti a raccogliere la legna necessaria a erigere una pira funebre, necessaria per porgere l'ultimo saluto alla compagna di Kratos e madre di Atreus, da poco deceduta.

L'ultimo desiderio della defunta è stata una promessa da parte di Kratos, quella di gettare insieme ad Atreus le sue ceneri dalla cima del picco più alto dei Nove Regni. Un viaggio quindi, per avvicinare un padre al proprio figlio e per dare modo a un ragazzo di diventare uomo.

Il termine del rito funebre dà il la a una prima sezione di gioco che riveste la funzione di tutorial per le nuove meccaniche, con Kratos intento a mettere alla prova il giovane Atreus in vista dell'imminente viaggio. Dopo questa fase iniziale, i due protagonisti vengono visitati da un misterioso e aggressivo sconosciuto, sulle tracce di un Dio proveniente da una terra lontana. Lo scontro furioso con quest'individuo porta Kratos a decidere di anticipare il viaggio e a lasciare quella casa nel bosco che aveva protetto la sua identità fino ad allora, nonostante l'evidente impreparazione del giovane Atreus.

Da qui prende le mosse un'avventura disseminata di sfide e difficoltà di ogni genere, ricamata sul filo del rapporto fra Kratos e suo figlio in quello che è un percorso di maturazione che vede coinvolti entrambi i personaggi. Nelle trame dell'arazzo che racconta questa storia sono diversi i comprimari che affiancano i due protagonisti, ognuno con una propria rilevanza e un proprio modo per rendere il giocatore partecipe di quella che è la mitologia nordica, il telaio su cui l'intreccio prende man mano vita e si articola, introducendo creature e luoghi della tradizione Norrena. Questi, proprio come le loro controparti greche nella trilogia originale, ben si amalgamano all'intreccio di questa esclusiva Ps4, tratteggiando un mondo che si racconta esplorandolo, fra violenti scontri con nemici di ogni genere e taglia e paesaggi sconfinati, degni di una natura fantastica propria dei miti da cui sono ispirati.

Un'avventura disseminata di sfide e difficoltà di ogni genere, ricamata sul filo del rapporto fra Kratos e suo figlio in quello che è un percorso di maturazione che vede coinvolti entrambi i personaggi

È una storia che inizia forte, con un incipit emotivo intenso e che nonostante alcune fasi di piattezza riesce in alcuni momenti a rapire con prepotenza l'attenzione del giocatore, in particolare con alcuni passaggi della seconda parte ricchi di pathos e potenza narrativa che convogliano in un finale di cui evitiamo volutamente di parlarvi in modo approfondito.

Questa è la mia Ascia

Ognuno degli aspetti che abbiamo visto fin ora, tuttavia, non gioca solo a favore di una storyline riuscita. I singoli elementi narrativi che intrecciano il tessuto del titolo sono riflessi e declinati in un gameplay diverso da quello a cui la serie Sony ci aveva abituato in passato, volutamente sbilanciato verso una moltitudine di combattimenti adrenalinici e una progressione fortemente guidata. La rivisitazione dell'impianto di gioco parte dall'implementazione della telecamera fissa dietro le spalle del protagonista e da un combat system più ragionato, con l'assenza del salto a rendere gli scontri più tattici e meno confusionari.

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Anche il nuovo equipaggiamento dello Spartano contribuisce a questo approccio: la combinazione Ascia e scudo permette di affrontare in modo differente i nemici, in combattimenti ravvicinati concettualmente simili a quelli di un Souls-Like, studiando i pattern offensivi avversari per valutare di procedere con combo di attacchi leggeri o pesanti; la differenza rispetto ai titoli From Software, e ai loro derivati, sta nella maggiore dinamicità e scioltezza con cui si realizzano combo di attacco e difesa: l'ascia del Leviatano può essere lanciata verso nemici distanti, con la possibilità di congelarne temporaneamente alcuni e di essere richiamata con la pressione di un pulsante. L'utilizzo di pugni e scudo è invece indispensabile contro alcune varietà di avversari, insensibili alla nostra Ascia, e in generale consente di causare maggiori danni da stordimento, utili a portare i nostri oppositori in uno stato confusionale in cui è possibile colpirli con delle melees contestuali brutalmente letali, come da tradizione. Inanellare uccisioni carica anche la barra della Ira di Kratos, che una volta riempita permette di sbloccare per una manciata di secondi la Furia dello Spartano, uno stato di Rage Power in cui Kratos sferra devastanti colpi corpo a corpo e si muove con maggiore velocità.

Atreus, invece, gioca più un ruolo di supporto durante gli scontri: armato di arco con frecce di diversa natura e di un pugnale, il ragazzo tende ad attaccare in autonomia i nemici; dopo le prime fasi può essere sfruttato strategicamente per sferrare attacchi elementali di diversa natura e per distrarre l'attenzione dei nemici. Discreta la qualità e la varietà di questi ultimi, presenti in buon numero a schermo durante i combattimenti più accesi, dove ogni tipologia di oppositore tende ad attaccarci con uno stile differente e a soffrire maggiormente determinate varianti dei nostri attacchi. Peccato per le poche Boss fight "di peso" presenti, spettacolari e gustose da affrontare ma ridotte a un numero troppo esiguo per gli standard del franchise.

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Il vero valore aggiunto del sistema di combattimento proposto da questo God Of War risiede però nello sviluppo delle abilità connesse all'equipaggiamento di Kratos e di suo figlio e nel crafting delle loro corazze: ogni arma può essere migliorata in differenti step di potenza attraverso particolari oggetti e l'utilizzo delle officine dei fabbri. Ciascuno dei power-up sblocca la possibilità di poter acquisire tramite i punti esperienza ottenuti durante il gioco nuove tecniche e abilità per l'arma interessata, ampliando il ventaglio di opzioni durante il combattimento con nuove combo da infilare in successione. Le parti della corazza possono invece essere fabbricate presso i fabbri se siamo in possesso dei giusti materiali o raccolte durante le fasi di esplorazione e dai drop dei nemici; stesso discorso per le rune, utilizzabili per assegnare determinate caratteristiche ad armi e armature.

Ogni arma può essere migliorata in differenti step di potenza attraverso particolari oggetti e l'utilizzo delle officine dei fabbri

Dai punteggi e dalla qualità raggiunta con l'equipaggiamento determiniamo infine le statistiche di Kratos, potendole orientare verso stilo di combattimento che più ci aggrada. Inoltre, per Atreus la progressione di abilità e statistiche viaggia in parallelo con lo sviluppo del suo personaggio nella narrazione, vedendolo concretamente più utile e partecipe durante le battaglie. Da questi spunti nasce un gameplay divertente, diverso dai canoni della serie perché calato in una veste più fresca e contemporanea, che meglio calza lo stile di gioco di ogni player; ottimo il bilanciamento della difficoltà, scalato a dovere fra le diverse opzioni a disposizione.

Nella terra degli Dei

L'altra grande novità di questa ultima iterazione del franchise è il nuovo focus sull'esplorazione: Il viaggio che muove Kratos e Atreus è disegnato in molteplici aree di gioco ampie, particolareggiate, ricolme di attività secondarie da completare e di segreti da scoprire. È una rotta definita, costruita in una serie di tappe che si susseguono in modo lineare, che dà grande peso a una componente esplorativa piacevole e ben integrata con il level design delle ambientazioni. Alcune zone della mappa incentivano proprio questo approccio per la raccolta di risorse utili al crafting, di collezionabili e per il completamento di alcuni "Favori" e side-quest collaterali alla storia principale che permettono a Kratos di interagire a un livello più profondo con il mondo di gioco, portandolo a svolgere compiti legati ad alcuni dei personaggi incontrati o relativi alla raccolta di particolari oggetti e al raggiungimento di alcune aree opzionali. In queste sezioni di "scoperta" del mondo di gioco trovano spazio piccoli enigmi e puzzle ambientali con cui interagire, che necessitano l'utilizzo delle peculiarità del Leviatano o l'aiuto del piccolo Atreus per poter progredire.

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Questa nuova struttura dà al titolo una longevità importante, garantita da una storia lunga e corposa e da tutte le attività secondarie disponibili in giro per gli scenari, affrontabili anche dopo aver terminato la missione principale grazie al mantenimento dell'accesso a tutte le aree di gioco sbloccate e ai potenziamenti ottenuti. A valorizzare la scelta degli sviluppatori di proporre maggiore attenzione verso la cornice dell'avventura troviamo un impianto tecnico eccelso, visivamente splendido nell'immagine e nelle animazioni, guidato da una direzione artistica profonda e ispirata: su Ps4 Pro God Of War mostra i muscoli, offrendo una qualità dell'immagine al top in due alternative grafiche, dedicate rispettivamente a un miglioramento della risoluzione e della fluidità.

Un impianto tecnico eccelso, visivamente splendido nell'immagine e nelle animazioni, guidato da una direzione artistica profonda e ispirata

La prima offre una visualizzazione in 4K tramite checkerboard rendering a 2160p, con alcuni effetti grafici aggiuntivi per un colpo d'occhio notevole ma in leggera sofferenza dal punto di vista della stabilità nei momenti più concitati la seconda propone una risoluzione a 1080p con framerate migliorato, per una fluidità di gioco solida e maggiore. In entrambi i casi abbiamo una resa visiva ottima, con un dettaglio delle texture di alto profilo e un buon utilizzo del HDR, acceso da una palette cromatica che gioca sul contrasto di colori caldi e freddi in modo sapiente.

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Verdetto

award gamedivisionGià dopo pochi minuti dall'inizio del gioco veniamo colpiti dall'importanza data alla narrativa, dalla grande attenzione riversata nella psicologia e nella (nuova) caratterizzazione dei personaggi principali e dal fascino portato dal cambiamento di ambientazione. Un gameplay divertente e bilanciato e una consistente cura dell'esplorazione intesa come ricerca, scoperta della mappa e del mondo di gioco, si fondono in un'esperienza confezionata ad arte dal team statunitense.

Al netto di alcuni difetti e lacune, i cinque anni di sviluppo e la volontà di rinnovare il brand di God Of War ci hanno portato un'esperienza a tratti straordinaria, che fonda la sua ricchezza su un solido equilibrio fra una narrazione emotivamente intensa e un gameplay fresco, piacevole e ben strutturato, riversato in una longevità importante nonostante la ripetitività di alcune sezioni.

Con God of War Sony mette sul piatto delle esclusive un altro peso massimo di grandissimo pregio, un must per i possessori dell'ammiraglia Playstation e per tutti gli amanti degli action-adventure; se il trend delle prossime esclusive sarà questo, ne vedremo delle belle.

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