I compagni: matrimoni e unioni di fatto

Recensione di Fallout 4, il gioco di ruolo di Bethesda che vi trascina in una nuova avventura ambientata nella Zona Contaminata.

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a cura di Roberto Buonanno

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I compagni: matrimoni e unioni di fatto

I compagni erano un elemento chiave degli ultimi Fallout e tornano alla grande anche in questo ultimo episodio. I primissimi che troviamo sono il nostro maggiordomo elettronico Codsworth e il fedele cane Dogmeat. Il secondo ha il vantaggio che non parla. Nel corso dell'avventura troveremo una dozzina di compagni, ciascuno con un carattere peculiare e con una ricca storia.

Ognuno è specializzato in qualcosa. C'è il supermutante che è un grande combattente in mischia, l'agente segreto che opera furtivamente, la ladra scassinatrice, il detective sintetico esperto di hacking, il paladino della Confraternita con devastanti armi laser e altri ancora.

I compagni sono croce e delizia di ogni Fallout e rimangono tali. L'intelligenza artificiale di tutti i personaggi non giocanti, alleati e nemici, è molto migliorata. I nemici sono più furbi e così anche gli alleati. Nonostante tutto troveremo spesso i nostri amici in mezzo ai piedi a ostruire porte e passaggi. Soprattutto, saranno sempre pronti a lanciarsi all'assalto frontale mentre noi cerchiamo a tutti i costi di agire furtivamente.

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Si può giocare benissimo da soli, anzi, c'è anche un Talento di Carisma da sviluppare che dà bonus quando si è in solitaria. Così però si perde una parte molto importante del gioco, che è quella di sviluppare le relazioni con questi personaggi speciali. Ciascuno di loro ha una morale e delle regole.

C'è chi disprezza furti e scassinamenti, chi li adora, a chi piace che siamo sarcastici e chi preferisce la serietà. Chi apprezza le scelte più etiche e chi invece preferisce che siamo meschini e cinici. Quando il rapporto migliora, si aprono nuove conversazioni che portano ad affrontare una quest unica, che fa luce sul passato dell'amico o dell'amica. Risolta la missione, è poi possibile anche iniziare una storia d'amore.

Ancora una volta, i compagni, le loro missioni e la relazione con essi non sono elementi fondamentali: si può finire il gioco ignorandoli completamente o, semplicemente, sfruttandoli e trascurando le loro richieste e reazioni.

Si perderà però tanto divertimento e tanta narrazione. Nota, ora tutti i compagni sono immortali: quando subiscono troppe ferite si accasciano, ma alla fine del combattimento risorgono miracolosamente. Ennesima semplificazione, che però nulla toglie alla bellezza del gioco. Del resto tutti avremmo ricaricato la situazione salvata in precedenza alla morte di un compagno, vero?

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