Poca paura e un Isaac un po' spento
Isaac Clarke è senza dubbio l'ingegnere più sfigato dell'universo. Dopo una "semplice" missione di soccorso trasformata in una tragedia catastrofica e dopo aver raggiunto (e superato) l'orlo della follia rispettivamente nel primo e nel secondo capitolo della saga, lo ritroviamo ancora una volta a combattere i necromorfi in Dead Space 3.
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La differenza principale è che Isaac in quest'occasione darà battaglia alle orribili creature proprio nel pianeta d'origine del Marchio, il responsabile della creazione di questi mostri. Senza svelarvi molto altro sulla trama ci limitiamo a dire che gli sviluppatori hanno perso un'occasione per dare un po' più di sostanza al personaggio di Isaac. L'ingegnere "impaurito" del primo episodio non c'è più, così come non esiste più il folle Isaac del secondo capitolo.
In Dead Space 3 i giocatori avranno a che fare con un protagonista che sembra quasi rassegnato a partecipare agli eventi in modo abbastanza passivo. Anche le vicende "personali" non aiuteranno a chiarire l'ambiguità di questa scelta degli sviluppatori e aggiungeranno soltanto qualche nota di colore a un insieme un po' blando.
Se oltre a tutto questo si considera che siamo di fronte all'episodio che fa meno paura di tutti, potete immaginare che le premesse non sembrano proprio le migliori. Siamo convinti che la saga di Dead Space dia il meglio di sé in corridoi lugubri e claustrofobici, e che l'ambiente aperto di Tau Volantis non aiuti a generare lo stesso tipo di tensione riscontrata nei primi due capitoli della saga.
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L'idea di ambientare la maggior parte del gioco nelle sconfinate lande ghiacciate di questo pianeta introduce qualche novità a livello di gameplay, come evidenzieremo nelle prossime pagine, ma le sezioni più riuscite di Dead Space 3 sono ancora quelle ambientate in corridoi tetri, dove si avverte ancora la tipica sensazione di pericolo e tensione costante che contraddistingue la saga.
Detto questo sembrerebbe che giocare con questo terzo capitolo di Dead Space sia una colossale perdita di tempo, soprattutto per gli appassionati abituati ai primi due episodi, ma non è assolutamente vero.